carlotta casale
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venerdì 25 novembre 2022
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un coming of age di qualità!
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Film indipendente e raffinato, pieno di bellezza, visibile nella fotografia, nella profondità dei dialoghi e dei personaggi.
I protagonisti sono giovani carichi di sofferenza, paura, rabbia e una forte sensibilità da gestire.
"Ma Nuit" è un "viaggio notturno" verso la liberazione da questa disperazione e mostra una via alternativa, ovvero l'opportunità di cambiare il corso della propria vita!
Ho avuto la fortuna e la possibilità di vederlo in anteprima e lo consiglierei a chiunque, a giovani e adulti, perchè arriva dritto al cuore e stimola la riflessione!
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alberto58
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giovedì 21 ottobre 2021
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la vertigine del desiderio
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La prima scena che mi viene in mente se ripenso a Ma Nuit che ho visto ieri all’Auditorium della Conciliazione è quella dell’approccio notturno alla protagonista. La bellissima Marion (Lou Lampros) cammina da sola nella notte parigina, in una zona periferica e deserta. E’ sconvolta e confusa, è appena uscita da una discoteca e non può tornare a casa perché la madre, impazzita di dolore per la morte della sorella, l’ha cacciata via. Un motorino le si avvicina da dietro, a guidarlo è Alex (Tom Mercier) che la approccia deciso ma cortese e galante, lei si schernisce, lo respinge, si allontana, ma non troppo decisa, è come se gli dicesse “non te ne andare, insisti, inventati qualcosa”, e lui se la inventa.
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La prima scena che mi viene in mente se ripenso a Ma Nuit che ho visto ieri all’Auditorium della Conciliazione è quella dell’approccio notturno alla protagonista. La bellissima Marion (Lou Lampros) cammina da sola nella notte parigina, in una zona periferica e deserta. E’ sconvolta e confusa, è appena uscita da una discoteca e non può tornare a casa perché la madre, impazzita di dolore per la morte della sorella, l’ha cacciata via. Un motorino le si avvicina da dietro, a guidarlo è Alex (Tom Mercier) che la approccia deciso ma cortese e galante, lei si schernisce, lo respinge, si allontana, ma non troppo decisa, è come se gli dicesse “non te ne andare, insisti, inventati qualcosa”, e lui se la inventa. Mette il motorino sul cavalletto e gli propone di guidarlo lei, “così non ci saranno sorprese”,. “Non so guidare” protesta Marion, “te lo insegno io” aggiunge Alex, e Marion rimane ancora dura e distante, ma fa una pausa, lo guarda e, improvvisamente, tutto cambia. Lei siede sul sellino, le volge le spalle, lascia che lui la guidi sul manubrio spiegandoli l’uso delle leve e delle manopole. Mi sono immedesimato in quella ragazza, quasi io fossi lei, ed in quel momento ho sentito un sommovimento dello stomaco, una vertigine, come essere su uno scoglio indecisi se lanciarsi e decidere che si, ne vale la pena, e tuffarsi nel vuoto. La natura femminile comprende la pulsione a lasciarsi andare, a consegnare il proprio corpo nelle mani di qualcun altro per il suo piacere ma soprattutto per quello proprio se è vero, come nel mito di Tiresia (che essendo stato sia uomo che donna lo sa) che la donna prova 9 volte più piacere dell’uomo. Questa fortissima pulsione nasconde un rischio, come ci dimostra ad esempio il massacro del Circeo raccontato nella “Scuola Cattolica”, è questo induce la donna a mille precauzioni, ma arriva un momento in cui ci si lascia andare, ci si lancia nel vuoto, ed in quel momento si pregusta quel piacere immenso, sconosciuto al maschio. Nel proseguo della notte che i due ragazzi trascorrono insieme, l’erotismo e la sensualità sono travolgenti, anche se non c’è nessuna scena di sesso e nemmeno un bacio. Ad esempio quando i due sono vicini sopra una balaustra e lui le guarda il viso e le labbra mentre lei gli fissa le mani, appoggiate a quella balaustra. Il desiderio ti stordisce e si nutre dell’attesa…l’attesa del piacere è essa stessa piacere. Nella scena finale Marion esce dalla casa di Alex dove ha trascorso una notte e guarda il cielo, una nuvola passa nell’azzurro e lei allunga una mano, ancora una volta è di scena il desiderio.
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