È stata la mano di Dio

Un film di Paolo Sorrentino. Con Toni Servillo, Filippo Scotti, Teresa Saponangelo, Marlon Joubert.
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Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 130 min. - Italia 2021. - Lucky Red uscita mercoledì 24 novembre 2021. MYMONETRO È stata la mano di Dio * * * 1/2 - valutazione media: 3,81 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

E' stata la mano di Dio?

di francesca meneghetti


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giovedì 25 novembre 2021

Com’è che, dopo aver visto un film con un nucleo drammatico, si esce dal cinema con il sorriso, quello stesso sorriso che si stampa sul volto di Fabio, mentre viaggia in treno verso Roma, lasciandosi Napoli alle spalle, ma solo fisicamente? Il miracolo avviene forse per la stessa ragione per cui un racconto autobiografico riesce a evitare egocentrismi, ma racconta un’esperienza luttuosa – improvvisa e precoce – che, se non è di dominio universale per fortuna, può accadere purtroppo a molti.
Sorrentino, per fare i conti con il proprio passato, ha puntato su un giovanissimo e bravissimo attore, Filippo Scotti, ovvero su un protagonista, Fabio (anzi, all’inizio Fabietto) che si esprime soprattutto con lo sguardo. Uno sguardo intenso ed eloquente. Pur essendo un liceale maturando, non usa gli strumenti della dialettica per contestare e affermarsi rumorosamente: si limita a qualche citazione dantesca. Per il resto osserva e tace.
Osserva la sua tribù familiare, affollata, ridanciana, a tratti grottesca, al vertice della quale ci sono i suoi genitori: una coppia allegra, affiatatissima. Lei amante degli scherzi e della giocoleria. Lui, borghese e comunista, ironico, innamorato della moglie (ma capace anche di tradirla, sapendosi perdonato). Attraverso il suo sguardo l’attenzione si sposta da sé agli altri: impossibile enumerare tutti i personaggi minori, fortemente caratterizzati in senso felliniano, che ruotano attorno alla sua famiglia. Fabio osserva Napoli. Una Napoli in qualche modo di nicchia. Non i quartieri spagnoli e il degrado (tranne alcune scene che riguardano l’amico contrabbandiere). Ma il Vomero, i quartieri decorosi, piazza Plebiscito, lo stadio (che importa, eccome!), ma anche vecchi palazzi misteriosi. E poi il mare. Visto da terrazze verdi sopraelevate. Visto da riva, nella splendida cornice che accompagna il bagno serale del regista Capuano. Visto dal largo, verso la città, nella prima sequenza a volo d’uccello (ma anche in quella notturna). E qui forse il suo sguardo si identifica con quello del regista, che di Napoli sembra ricordare solo l’azzurro, i bagni, le luci notturne che si riflettono nel golfo. Osserva ancora, Fabio, gli adulti, gli amori, i tradimenti, le fragilità, il richiamo erotico che promana anzitutto dalla splendida e infelice zia Patrizia, il tentativo di affermazione nel cinema dell’amato fratello maggiore, la riservatezza della sorella, sempre chiusa in bagno, mai visibile (le ragioni della sua assenza possono essere molteplici).
Perché sì, il film può essere anche letto come bildungsroman, romanzo di formazione. Infatti questa tensione verso il futuro che lo aspetta (il cinema, capace di trasfigurare una realtà che è molto impoetica?), pieno di speranze (e l’arrivo di Maradona in città ne è l’emblema) conosce una brusca interruzione (una tragedia, la stessa vissuta da Sorrentino) Ma, dopo la disperazione e la rabbia, matura una nuova vita, più adulta e consapevole. È poetico e patetico, oltretutto, il modo in cui Fabio, perdendo la verginità, viene a scoprire che la vita riserva anche dei piaceri, oltre al dolore immenso che ha vissuto.
E’ difficile catalogare il film secondo le regole classiche che definiscono tragedia e commedia: nella prima si inizia bene e si finisce male, nella seconda al contrario. Qui si ride moltissimo nella prima parte (quando Fabietto è immerso in quella sua pittoresca tribù familiare che tutto condivide). Si piange nella seconda assieme a Fabio, ormai adulto, e solo. Ma ci si rasserena verso la fine.
Alla “mano di Dio” (metafora della Provvidenza), che avrebbe salvato Fabietto dalla stessa fine dei suoi genitori (avendo scelto la partita del Napoli alle sciate a Roccaraso) può credere solo uno zio di Fabio (lo stesso che nel gol inflitto da Maradona all’Inghilterra ravvisa una vendetta politica per la guerra delle Falkland). Ma la Resurrezione può avvenire anche laicamente.

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