Don't Look Up

Un film di Adam McKay. Con Timothée Chalamet, Leonardo DiCaprio, Melanie Lynskey, Jennifer Lawrence.
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Commedia, Ratings: Kids+13, durata 145 min. - USA 2021. - Lucky Red uscita mercoledì 8 dicembre 2021. MYMONETRO Don't Look Up * * * - - valutazione media: 3,33 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
maria novella sabato 25 dicembre 2021
..e con questo, è stato detto tutto! Valutazione 5 stelle su cinque
70%
No
30%

  Ho visto il film e l'ho trovato straordinario, veramente "geniale" perché con il pretesto della stella cometa che sta per impattare la terra non ci troviamo di fronte ad un film catastrofista (tipo inferno di cristallo o altri bei film che fanno emozionare il pubblico lasciandolo con il fiato sospeso) bensì ad una fotografia di come è ridotta oggi la nostra società, le nostre relazioni, la nostra cultura, la nostra capacità di pensare, il nostro sentire. Ho pensato alle riflessioni di Edgar Morin che ha appena espresso le considerazioni personali in occasione del compimento dei suoi 100 anni di vita: bisogna ricominciare dalla scuola, dalla cultura, a sviluppare il senso "critico" basato sulla capacità di autocritica, d'interrogarsi, sul dubbio. [+]

[+] la satirica fotografia di un mondo alla deriva (di tom87)
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eugenio sabato 25 dicembre 2021
una risata vi seppellirà Valutazione 3 stelle su cinque
60%
No
40%

Ci vuol coraggio a realizzare un film catastrofico intingendolo di una verve surreale e grottesca. Coraggio sì, ma anche bravura, acuta osservazione dello stato sociale  e dei suoi mutamenti che anche la pandemia ha contribuito a cambiare. E Adam Mc Kay ha dimostrato con capacità, di riuscire a far satira, ahimè molto vicina alla realtà odierna, ironizzando sui momenti più critici e laceranti, persino riguardanti qualcosa di “poco conto” come la fine dell’umanità.

Don’t Look Up, dal 23/12 su Netflix, sembra in qualche sintomatico dei tempi odierni esasperati dalla pandemia, dalla disperazione, dalla profusione di inconcludenti ipocrisie, incertezze nella scienza ma anche di  ricognizioni sulle pestilenze, da Omero a Camus; quasi tutte accomunate dalla caratteristica della precarietà. Una precarietà linguistica, istituzionale, politica che coinvolge ogni parte della carta stampata arrivando persino ad attecchire il libero arbitrio rendendolo annichilente.

Suona amaro sapere che dinanzi a dati scientifici e inoppugnabili sulla fine dell’umanità a causa di un evento “imprevisto”, le reazioni siano prettamente utilitaristiche o farsesche, eppure Mc Kay ne è convinto. E come dargli torto?

Dopo la crisi finanziaria del 2008 con La grande scommessa, e il più ridicolo degli uomini politici americani degli ultimi anni, Dick Cheney, in Vice - L’uomo nell’ombra, Don’t look up in qualche modo riprende il filone delle persone “nell’ombra” in tempi assai delicati e controproducenti.

Nella storia della scoperta di Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence), dottoranda astronoma, di una cometa di nove chilometri di diametro che nel giro di sei mesi spazzerà via la Terra dal sistema solare con una probabilità prossima al 100% e del tentativo di fermarla alla Armageddon, si legge ahimè il totale disinteresse all’ascolto della scienza oggigorno, al massimo appendice priva di autorevolezza di qualche talk show da gossip.

In questo modello circolare della comunicazione aprono i confini tra i dispositivi, senza divisioni tra informazione, intrattenimento e dialogo interpersonale. Ecco quindi che la parola chiave diviene da cronaca narrazione: la sete di informazione che è cresciuta negli utenti ha richiesto che tutta la trasmissione e la ritrasmissione di parole e immagini assumesse la struttura di una messa in scena, quasi un unico grande spettacolo che attraversa diagonalmente tutti i media. In questo modello il ruolo originale, naturalmente, è quello svolto dalla rete, anche se per certi versi, paradossalmente, accade anche che sia la vecchia tv a colonizzare internet, che finisce per essere lo strumento di ritrasmissione di quello che nasceva nei mezzi tradizionali. E a questo fascino nessuno ne è esente, persino il professor Randall Mindy (un occhialuto Leonardo Di Caprio) dalla fobia della camera da presa tale da indurlo a balbettamenti e crisi di stomaco dinanzi al fascino della giornalista Brie Evantee (la provocante Cate Blanchett), e divenire, per converso, adagiato su questa poltrona d’alloro, sex symbol della nuova lotta alla calamità naturale. Con buona pace della dottoranda zittita e vessata per la sua impulsiva quanto veritiera e sconcertante dichiarazione tormentata da milioni di like di disappunto e scherno.

 

In fondo Don’t Look Up non è il classico film che denuncia un evento catastrofico per far riflettere sul terrorismo ambientale o sulla retorica del buonismo di fondo umano, ma  è una satira verace talune volte esagerata di una donchisciottesca scienza incapace di far fronte al ripiegamento umano, a una vita algoritmica che nega l’ascolto oltre la caverna platoniana in cui tutti noi siamo relegati.

Ed ahimè, il quadro politico che emerge non è confortante: l’alta carica istituzionale  il Presidente degli Stati Uniti, anzi la presidente, perché è una Lei, interpretata forse dalla migliore attrice del film, una esilarante Meryl Streep è interessata più a nomine governative improbabili e scandaletti sessuali che al rischio della fine del mondo. E il capo del Gabinetto, tra l’altro il figlio, non ne è esente da questa stupidità.

Ci salveremo in fondo?

 

Come ci ricorda una citazione di inizio film dell’umorista Jack Hardey: quando muoio, voglio farlo serenamente nel sonno come mio nonno. Non urlando di terrore come i passeggeri della sua macchina, la speranza è l’ultima a morire ma alla fine, muore, anche lei lo stesso inevitabilmente. Non prima però di averci fatto ridere di terrore per la nostra miseranda (auto)distruzione.

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[+] una risata vi seppellirà... (di luca80)
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santa venerdì 10 dicembre 2021
pungente Valutazione 5 stelle su cinque
53%
No
47%

Molte aspettative, tutte confermate. Cast impeccabile, ma soprattutto un plauso ad Adam Mckay che con la sua ironia tagliente riesce a far risaltare tutti i problemi di oggigiorno. I social, il consumismo sfrenato, la voglia di avere tutto e subito anche quando ci accorgiamo di avere già tutto. La cometa è solo un background per far emergere la divisione del popolo, i complottismi e la narcotizzazione di ognuno di noi, che davanti alla fine del mondo se ne frega e pensa ad altro. 
Nota di fondo, da vedere in lingua originale per poter apprezzare, tra le altre cose, la recitazione monumentale di Leonardo DiCaprio.

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samanta domenica 9 gennaio 2022
non guardare in alto Valutazione 5 stelle su cinque
67%
No
33%

Il cinema americano pur nel suo progressivo (forse definitivo) tramonto soffocato dalla concorrenza, da internet, dal politically correct, dal cancel culture, dal me too e chi ne ha più ne metta, ha talvolta il coraggio di dare delle zampate di grande spettacolo e anticonformismo non da radical chic.  Che abbia colpito nel segno è dimostrato dalla critica che seppure con un giudizio  a maggioranza positivo lo ha fatto a denti stretti, il film poi praticamente non ha avuto accesso alle sale e neppure a qualsiasi premio o nomination, invece ha avuto un clamoroso successo su Netflix.
[SPOILER] Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) è una dottoranda in Astronomia dell'Università del Michigan, una mattina apre  il gigantesco telescopio in dotazione e scopre una cometa che si avvicina alla Terra a grande velocità, ha un diametro notevole (9 km) e da calcoli sommari probabilmente impatterà sul nostro pianeta distruggendolo. [+]

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nino raffa venerdì 4 febbraio 2022
nessuno guarda il cielo Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

  Un gigantesco asteroide avanza inesorabile verso la Terra. Kate e Randall, i due astronomi scopritori, all’inizio vengono respinti dalla Casa Bianca, in quel momento troppo impegnata a trafficare un seggio alla Corte Suprema per un porno attore intimo della Presidente. Quando poi cercano di divulgare la scoperta, finiscono nel frullatore dei talk show; gestiti dai conduttori con la tutta la frivolezza necessaria a non impensierire il pubblico, ché la serietà fa cambiare canale e la vera catastrofe sarebbe un calo degli ascolti.  Apocalittici e negazionisti si scatenano comunque sui social e per le strade, e finalmente, sempre per la pressione dell’audience, si muove la Casa Bianca. [+]

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luca scialo domenica 6 marzo 2022
critica a 360 gradi all'america di oggi, forse di sempre Valutazione 4 stelle su cinque
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Dopo aver dipinto con Vice un ritratto pittoresco dell'uomo che con le guerre architettate durante l'amministrazione Bush, Dick Cheney - grazie al solito camaleontico Christian Bale - ha sconvolto il Medioriente e innescato l'islamismo, Adam McKay allarga la sua panoramica critico-ironica. Questa volta rivolgendosi a tutta la società americana contemporanea, forse di sempre
Durante una consueta lezione, la dottoranda in astrofisica Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) si accorge della direzione verso la Terra di una cometa, segnalandola subito al suo docente, il Dr. Randall Mindy (Leonardo Di Caprio). Il quale calcola entro quando potrebbe avvenire l'impatto: soli 6 mesi. Così, decidono di avvertire le autorità competenti, fino ad arrivare ad un colloquio con il Presidente degli Stati Uniti, Janie Orlean (Maryl Strep). [+]

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felicity lunedì 31 gennaio 2022
uno sguardo lucido a ciò che è diventato il mondo Valutazione 3 stelle su cinque
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Don’t Look Up è una storia di fiction ambientata nello stesso presente che abitiamo e del quale il regista e sceneggiatore si è dimostrato attentissimo osservatore.
Don’t Look Up è un ibrido strano; la storia del cinema è piena di disaster movie in cui il Governo degli Stati Uniti si incarica di deviare o eliminare un asteroide che promette di distruggere la Terra. Trattasi dunque di questo genere, che però, con la sua scrittura affilata, McKay amalgama perfettamente con il suo approccio satirico, per il quale si è fatto conoscere negli anni passati.
Il film è uno sguardo lucido a ciò che è diventato il mondo, oggi, vissuto attraverso il filtro dei social, un mondo in cui si preferisce dubitare, essere scettici piuttosto che affidarsi alla scienza, un mondo di complottisti, negazionismi, incapaci di ascoltare e guardare, concentrati sui loro schermi, specchi neri della nostra umana paura di avere torto e di finire, di morire miseramente su una roccia che gira nello spazio, senza avere un vero senso nel mondo. [+]

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paolp78 sabato 8 ottobre 2022
catastrofismo biasimante in salsa sarcastica Valutazione 4 stelle su cinque
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La Hollywood del terzo millennio è molto impegnata in campagne di sensibilizzazione per allertare l’opinione pubblica circa i vari rischi ambientali che secondo varie teorie scientifiche il pianeta starebbe correndo. Questa pellicola di Adam McKay propone in chiave sarcastica questa tematica, puntando il dito contro la distratta e frenetica società moderna e contro l’establishment incapace ed avido di profitto, entrambi colpevoli di un’imperdonabile sottovalutazione di pericoli tremendamente urgenti e concreti.
Come anticipato la pellicola di McKay è attraversata da un irresistibile sarcasmo molto cinico, che prende di mira la società americana facendola letteralmente a pezzi; in particolare sono attaccati in modo spietatamente irridente il mondo dei mass media, le grandi multinazionali dei super miliardari e il sistema politico. [+]

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donza domenica 26 dicembre 2021
geniale Valutazione 5 stelle su cinque
45%
No
55%

Sul motivo della fine del mondo a causa di una stella cometa che impatterà sulla Terra in 6 mesi, la trama narra dell'idiozia umana a cui siamo arrivati.
La regia si alterna in modalità da commedia con altre da documentario, da trash film, fino al caricaturale; ne viene fuori un film dal ritmo spezzato che ho trovato molto coinvolgente.
Si comincia con una scienziata giovane e strafiga, cui viee dato in mano un telescopio di miliardi di dollari che scopre una stella cometa che viaggia verso il nostro pianeta. Tanto basterebbe per sbuffare e cambiare film, ma poi siccome lei è Jennifer Lawrence , e subito dopo arriva Leonardo di Caprio mi dico: "vabbè, ancora 5 minuti. [+]

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mauro girella domenica 9 gennaio 2022
spietata analisi di certa america Valutazione 4 stelle su cinque
40%
No
60%

Con questo film che viene dopo la presidenza Trump, Adam McKay cerca di spiegarci il “fenomeno” Trump, ovvero come sia stato possibile che un simile squilibrato sia giunto alla Casa Bianca, e come sia possibile che anche decaduto dalla carica abbia potuto scatenare l’attacco al Campidoglio – unprecedented nella storia degli Stati Uniti d’America – un attacco che forse neanche la più potente organizzazione terroristica avrebbe potuto portare. E cerca di raccontarci quanti americani stupidi e completamente ignoranti ci sono in circolazione specialmente sui nuovi media che ora si chiamano social-media, diventati purtroppo la principale fonte di informazione di questa massa di esseri decerebrati, ma, ancora peggio dei media tradizionali, forniscono la condivisione, uno strumento sinergico che eleva all’ennesima potenza le fake-news. [+]

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