Cry Macho - Ritorno a casa

La star da rodeo e il giovane macho ma stavolta è un Eastwood pallido

Verso la fine delle rispettive carriere, i divi della vecchia Hollywood (John Wayne, Kirk Douglas ecc.) si cucirono addosso ruoli di protettori della gioventù. Ora tocca a Clint Eastwood, novantun anni e una quarantina di regie sulle spalle, con un semi- western ambientato nel 1979. Antica star del rodeo, Mike Milo è l' ombra di se stesso. Finché il padrone di un ranch non lo convince ad andare in Messico per recuperare suo figlio Rafo, un tredicenne che si sta mettendo sulla cattiva strada. Nel 1988 fu annunciato che Eastwood avrebbe interpretato il protagonista del romanzo di N. Richard Nash, Cry Macho , ma poi Clint diede forfait per un altro film dell' ispettore Callaghan. Ripreso il progetto tre decenni dopo (anche come regista), la parte non era più per lui: troppo anziano per essere coinvolto in una rissa e far innamorare una bella vedova quando si vede che, ormai, fatica a camminare. Eccolo ricorrere allora al correttivo dell' ironia, tramite le battute acide con cui Milo commenta le situazioni. La più ironica dovrebbe essere «questa cosa del macho è sopravvalutata»; anche se stentiamo a credere che ne sia persuaso, a contrasto con la sua intera filmografia. Il tutto unito a una bizzarra proiezione (la cosa più carina) dell' antica energia testosteronica su un virile galletto chiamato Macho. Però il film è sottodimensionato rispetto agli standard del regista: la storia presenta incoerenze, gli altri personaggi sono scoloriti; l' adolescente Eduardo Minett è scelto male.
Da La Repubblica, 2 dicembre 2021


di Roberto Nepoti, 2 dicembre 2021