Al Garib

Film 2021 | Drammatico 112 min.

Titolo internazionaleThe Stranger
Anno2021
GenereDrammatico
ProduzioneSiria, Germania, Palestina
Durata112 minuti
Regia diAmeer Fakher Eldin
AttoriAshraf Barhoum, Amal Kais, Mohammad Bakri, Amer Hlehel .
MYmonetro

Regia di Ameer Fakher Eldin. Un film con Ashraf Barhoum, Amal Kais, Mohammad Bakri, Amer Hlehel. Titolo internazionale: The Stranger. Genere Drammatico - Siria, Germania, Palestina, 2021, durata 112 minuti.

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Ultimo aggiornamento martedì 7 settembre 2021

Adnan, uomo smarrito, straniero nel suo mondo, incapace di sentirsi in sintonia con chi gli e accanto, viene risvegliato dall'incontro con un ragazzo ferito.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
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Premi
Cinema
Trailer
Un esordio denso tra narrazione glaciale e ricerca visiva raffinata.
Recensione di Tommaso Tocci
lunedì 6 settembre 2021
Recensione di Tommaso Tocci
lunedì 6 settembre 2021

Adnan vive in un villaggio sulle alture del Golan, regione che appartiene alla Siria ma che da decenni è occupata da Israele. L'uomo vive nell'ombra di una figura paterna soverchiante, un genitore deluso che ritiene che Adnan non abbia soddisfatto le sue aspettative, ed è deciso a diseredarlo. Senza lavoro, e con le qualificazioni di medico che si limitano a un corso sostenuto a Mosca, Adnan vive in modo distante anche la relazione con moglie e figlia. Sarà l'incontro con un giovane ferito che viene da oltre il confine, dove continua la guerra di Siria, a farlo entrare definitivamente in opposizione con una comunità da cui si sente stritolato.

Esordio potente e ricco d'atmosfera, Al Garib porta lo spettatore in un mondo altro, una zona dall'identità negata e in cui abitano generazioni ferite da guerre vecchie e nuove.

Il giovane regista Ameer Fakher Eldin è anch'egli legato alle alture del Golan, da cui vengono i suoi genitori, e ha il merito soprattutto di catturare una realtà sociale e geopolitica anomala, tanto intrigante da sostenere tutta sola il peso del film.

"Qui non si muove niente, a parte la nebbia" si dice a un certo punto del Gulan, ed è palpabile nel lavoro di Eldin il senso di stasi e di spreco che vi regna. Gli onnipresenti meleti lasciati a deperire nel fango, le mucche che non danno il latte, e persone come Adnan la cui vita è in mano a qualcun altro. Essa appartiene un po' al padre che lo disprezza, un po' alla famiglia della moglie che lo giudica, e molto alla storia, con l'occupazione israeliana che dura ormai da cinquant'anni e che ora è resa ancor più assurda da una guerra vicina che gli abitanti non sanno nemmeno se considerare propria.

Glaciale nella messinscena e nei tempi drammaturgici almeno quanto lo è il rapporto tra Adnan e suo padre (il sempre notevole Mohammad Bakri), Al garib compensa con una ricerca visiva molto raffinata, specialmente nelle composizioni ricorrenti di una tortuosa salita le cui curve infinite alludono alla sedimentazione del conflitto all'interno del villaggio. Siamo dalle parti del cinema classico di Angelopoulos e di quello contemporaneo di Nuri Bilge Ceylan: denso, sofferente e dilatato.

Con le sue riflessioni sul valore antropologico di un confine, Ameer Fakher Eldin realizza un film necessariamente "visto da lontano", abile nel farci mettere in dubbio il concetto stesso di distanza. A fare la differenza a volte sono i chilometri che separano dalle onnipresenti cortine di fumo e dalle esplosioni sullo sfondo; altre volte bastano i pochi metri davanti casa che tengono lontani per sempre dalla famiglia.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 7 settembre 2021
Giampiero Raganelli
Quinlan

Una situazione che sembra caduta nell'oblio, quella delle alture del Golan, un territorio siriano occupato militarmente da Israele dal 1967, mentre la risoluzione della contesa tra i due paesi si è persa con la guerra civile siriana. Si parla spesso delle condizioni di vita nella striscia di Gaza o nel Kurdistan, ma su quell'altipiano di appena 1.800 km² sembra calato il sipario.

giovedì 2 settembre 2021
Giovanni Spagnoletti
Close-up

Classe 1991, nato nella ex Unione sovietica, per la precisione a Kiev in Ucraina, da genitori siriani, il giovane regista Ameer Fakher Eldin così presenta, in modo pregnante, la sua opera prima: «L'occupazione israeliana dei territori del Golan siriano nel 1967 è un evento caduto nel dimenticatoio. A più di cinquant'anni da allora, sono in pochi a conoscere le condizioni della popolazione siriana. Vai alla recensione »

NEWS
MOSTRA DI VENEZIA
lunedì 6 settembre 2021
Tommaso Tocci

Storia di una realtà poco nota di un luogo in precario equilibrio geopolitico. Alle GdA e in streaming fino al 9 settembre.  Vai all'articolo »

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