Tolo Tolo |
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Un film di Checco Zalone.
Con Checco Zalone, Souleymane Silla, Manda Touré, Nassor Said Berya.
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Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 90 min.
- Italia 2020.
- Medusa
uscita mercoledì 1 gennaio 2020.
MYMONETRO
Tolo Tolo
valutazione media:
3,11
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Lamerica 2020di DazoFeedback: 300 |
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giovedì 2 gennaio 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Storia: c'è un italiano furbastro e intrallazzatore, dedito alle truffe e all'evasione, che lascia l'Italia per fare fortuna in un paese del terzo mondo dove fare affari, sfruttando le storture, la povertà e la facile corruzione di uno stato arretrato. Ma improvvisamente le cose non vanno per il verso giusto e rapidamente si trova povero trai poveri. Con un improbabile "Caronte" che lo guiderà durante questa migrazione verso la salvezza e la fortuna, il nostro "eroe" si troverà ad attraversare un inferno di miserie verso una meta che noi sappiamo non può che essere il Belpaese. Su un affollato camion viaggerà in un deserto di strade sconnesse e polverose, mentre gli altri poveri viaggiatori con il sottofondo di smielate canzoni del più becero Sanremo, sarà imprigionato e vedrà il suo passaporto strappatto. Conoscerà l'infamia di essere ultimo tra gli ultimi, un senza patria come i suoi sventurati compagni di viaggio. Clandestino, emigrante, perseguitato riuscirà alla fine a compiere il suo destino: salire su una nave colma di umanità come lui, in un terribile viaggio della speranza verso il miraggio di un paese che non vuole altri disperati come loro e che farà di tutto per ricacciarli indietro. Nonostante che, i loro, siano soltanto i noi dei nostri nonni o bisnonni, alla ricerca di una fortuna chiamata L'America. 25 anni dopo il capolavoro mancato di Gianni Amelio, siamo ancora a raccontare la storia di un sud povero ma pieno di dignità, che bussa alla porta del nord benestante e arrogante, ma soprattutto smemorato. E in questo viaggio nella memoria che il dramma di Amelio come la commedia di Medici che fanno centro. E perdoniamoli questi difetti, le carenze di regia, un certo discascalismo, un lieto fine un po' posticcio, dei bei numeri musicali fantasiosi ma forse un po' slegati. E premiamo questa autentica macchina da incassi, che con coraggio o forse incoscienza rinuncerà forse a un bel pacco di milioni per sbattere in faccia a tutti noi una grande umanità che in questa Italia incattivita e sempre più triste e nera ci ricorda, purtroppo per l'ennesima volta, che oggi gli africani siamo noi, che 25 anni fa gli albanesi eravamo noi, che cento anni fa i nostri nonni fummo noi. Grazie Checco per averci ricordato che, questa volta, c'era veramente poco da ridere...
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