L'uomo che vendette la sua pelle

Un film di Kaouther Ben Hania. Con Monica Bellucci, Koen De Bouw, Husam Chadat, Rupert Wynne-James.
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Titolo originale The Man Who Sold his Skin. Drammatico, durata 90 min. - Tunisia, Francia, Belgio, Germania, Svezia 2020. - Wanted uscita giovedì 7 ottobre 2021. MYMONETRO L'uomo che vendette la sua pelle * * * - - valutazione media: 3,22 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

L''uomo diventa merce Valutazione 3 stelle su cinque

di FabioFeli


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venerdì 15 ottobre 2021

Sam Ali (Yahya Mahayni) è con la sua ragazza. Abeer (Dea Liane) sul treno, ma nel loro paese vessato dalla guerra, la Siria, è meglio non esternare le proprie passioni in pubblico. Sam si allontana malvolentieri dal suo sedile, però ha fiducia in Abeer, ma non sa ancora che la madre della sua ragazza sta combinando un fidanzamento diverso. Entrambi vorrebbero emigrare in Europa, ma sembra un sogno impossibile: Abeer conosce bene la sua lingua ed è in grado di fare da interprete a Bruxelles; ma per ottenere il lavoro in Europa dovrà sposare un diplomatico. Sam, nella sua ricerca frenetica per raggiungere Abeer a Bruxelles, viene in contatto con Jeffrey Godefroi (Koen De Bouw), il pittore più pagato del mondo, geniale, che lo convince a farsi tatuare un quadro sulla schiena con la firma che vale oro. E’ un incontro ed un patto come quello tra Mefistofele e Faust, per il quale Soraya (Monica Bellucci) stenderà le regole del documento affinché le parti rispettino i reciproci diritti e doveri; Sam avrà molto denaro da Jeffrey, un passaporto valido in ogni paese nella quale l’”opera” sulla sua schiena sarà esposta al pubblico e una assicurazione sulla vita … La strana storia dell’opera d’arte tatuata ed esposta in una Galleria d’arte simile alla vicenda del film è veramente accaduta negli anni 2006-2008 con un modello, la vita del quale era del tutto diversa da quella di Sam, che è solo un profugo fuggitivo dalla guerra che scopre ben presto di essere diventato una merce. Infatti non cede a pressioni politiche per diventare una bandiera per lo sfruttamento che lo opprime e cerca spazi per alzare il prezzo della situazione di cui è prigioniero. Su questi due registri, con Sam tra ribellione ed acquiescenza, si sviluppa la storia, sempre tenendo presente che “il quadro vivente” è un oggetto che può aumentare di prezzo nelle varie aste del mondo o deteriorarsi e decadere. Ma in fondo il prezzo è un parametro bugiardo per fissare il valore di un’opera d’arte. La regista tunisina dirige bene i suoi attori, in modo particolare il poco esperto protagonista che rivela ottime doti e si assicura il premio prestigioso Orizzonti al Festival di Venezia 2020, e c’è anche il premio alla sceneggiatura. La pellicola è forse un po’ troppo lunga, ma è comunque pregevole. Da vedere. Valutazione *** FabioFeli

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