Natalia Meta dirige un film dall'idea forte e dalla costruzione visiva interessante. Manca però una forte struttura drammaturgica, in concorso a Berlino 2020
di Simone Porrovecchio La Rivista del Cinematografo
Le voci ci circondano quasi in ogni istante della vita. Il modo in cui una persona parla può rivelare un'infinità di declinazioni espressive. E anche Inés (Érica Rivas) deve padroneggiare questo vastissimo repertorio di colori vocali.
È un'attrice, cantante e doppiatrice che vive a Buenos Aires. Ha una relazione con Leopoldo, un uomo bello e insopportabile, interpretato in modo convinvcente da Daniel Hendler.
Perché Inés sta con lui non è chiaro, ma non importa, la domanda semmai è perché Leopoldo cade dal balcone dell'hotel dove sono in vacanza e muore? Saltato? Spinto? Anche poco chiaro, in ogni caso Inés perde il controllo della e sulla sua voce e lentamente anche sulla percezione della realtà. [...]
di Simone Porrovecchio, articolo completo (2974 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 22 febbraio 2020
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