Summertime

Sorprese e colpi di scena per una seconda stagione che convince e mantiene fede alle atmosfere della prima

Recensione di Claudia Catalli
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É passato un anno, Ale è a Barcellona impegnato nelle gare di motociclismo, mentre Summer e i suoi amici sono pronti ad affrontare un'altra estate italiana piena di sorprese, colpi di scena, ritorni, colpi di fulmine e crisi sentimentali.

Torna l'estate e con essa le altalene emotive di chi la vive. Tornano i protagonisti di Summertime, che nella prima puntata affrontano l'esame di maturità. Si apre per loro la stagione fatidica: quelle delle scelte, della progettazione del futuro, della costruzione dell'identità di chi diventare.

Se la prima stagione si soffermava sulle passioni, la seconda è più incentrata sulle scelte. Diventare grandi è un percorso tortuoso, costellato di emozioni ma anche forti indecisioni. Bisogna scegliere cosa fare, cosa studiare, dove andare, e il dubbio se restare in Italia o partire coinvolge tutti i protagonisti, ciascuno secondo la propria esperienza di vita. Chi è attratto dall'idea di studiare all'estero, chi sogna una vacanza in Grecia.

Un coming of age corale che i registi Marta Savina e Francesco Lagi portano avanti seguendo abilmente le vite dei protagonisti, ma mostrando anche rara attenzione ai personaggi cosiddetti secondari, che in questa seconda "ondata" diventano più centrali. Su tutti, i genitori della protagonista, interpretati dalla cantautrice e attrice Thony, che parte in tour per seguire il suo sogno di cantante e ha molte più scene musicali, a Alberto Boubakar Malanchino sempre più presente nella vita delle sue figlie. Figlie in piena crescita, sorelle nella finzione come nella realtà, Rebecca Coco Rebecca Edogamhe e Alicia Ann Edogamhe hanno saputo rompere i tabù - prima di Coco in Italia non c'erano protagoniste italiane di seconda generazione - e continuano a farsi interpreti di una cifra generazionale di curiosità e voglia di scoprire il mondo, nei panni di due ragazze libere dalle convenzioni. Se in questa nuova stagione Blu sperimenterà l'emozione del primo amore, Summer avrà modo di esplorare se stessa e il proprio sentire senza limiti né restrizioni.

Quanto alla struttura della serie, che mira puntualmente a spiazzare da un punto di vista visivo grazie alla scenografia d'impatto, insieme colorata e minuziosa, di Gaspare De Pascali, si nota maggiore maturità nella regia e nella gestione della narrazione, con la novità di salti temporali notevoli e inserti di scene oniriche (il suggestivo inizio del terzo episodio sott'acqua). La narrazione di protagonisti e coprotagonisti si rivela più solida, più appassionante e meno banale della prima stagione, più concentrata sull'evolversi delle vicende spesso concatenate tra loro e capace di virare dalla commedia al dramma attestandosi a un livello di credibilità costante. Le musiche continuano ad essere indiscusse protagoniste della serie, per meglio raccontare il mood dei giovanissimi personaggi e incorniciarne le situazioni.

Le performance attoriali sono di livello, gli interpreti stessi sono cresciuti e mostrano di padroneggiare meglio i loro personaggi, da Ludovico Tersigni, sempre più convincente nei panni dell'eroe romantico vincente ma vulnerabile Ale, a Amanda Campana, Giovanni Maini e Andrea Lattanzi. Le new entries si rivelano curiose, convincenti e degne di nota: c'è Giovanni Anzaldo nei panni di Jonas, barista avventuriero da romanzo a cui l'attore riesce a dare spessore e simpatia, la spagnola Amparo Piñero Guirao, agguerrita motociclista in squadra con Ale, sempre pronta a spingersi oltre i propri limiti e a farsi strada in un mondo maschile e spesso maschilista. E c'è Lucrezia Guidone, nei panni di Rita, madre single e diffidente che farà perdere la testa a Lattanzi. Funzionano sia le storie singole che la coralità delle avventure che i protagonisti si trovano a vivere, in quella stessa atmosfera di leggerezza, freschezza e spensieratezza che aveva convinto già nella prima stagione e che qui viene mantenuta intatta, con una buona dose di adrenalinica energia iniettata dalle scene di motociclismo, decisamente di maggior impatto rispetto alla prima stagione.

Una serie estiva fresca e originale, dai toni garbati e dal cast convincente

Recensione di Claudia Catalli
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Sulla costa adriatica esplode l'amore tra Summer e Ale. Lei è una ragazza allergica alle omologazioni e con un alto senso di responsabilità verso la sua famiglia, lui un ex campione delle due ruote, testardo e ribelle. Per entrambi, e per i loro migliori amici Sofia, Dario e Edo, le vacanze saranno il momento per scoprire, conoscere ed esplorare anzi tutto se stessi.

Se con Skam Italia Netflix aveva già dimostrato di essere attenta ai racconti adolescenziali italiani di qualità, con Summertime compie un passo oltre, proponendo una serie capace di alleggerire i toni e colorare di vita il grigiore (del lockdown) quotidiano.

L'ispirazione dichiarata a Tre metri sopra il cielo è solo una citazione, presto dimenticata grazie a una regia creativa e originale, firmata a più mani da Lorenzo Sportiello, per i primi validi quattro episodi, e di Francesco Lagi per i restanti quattro (compreso il più romantico di tutti, il quinto). La cifra narrativa è giovane ma mai giovanilistica: non c'è la voglia forsennata di scimmiottare o imitare l'universo "gggiovane" vista in troppi film italiani - da quelli diretti da Federico Moccia ai vari Notte prima degli esami - ma di raccontarla per quello che è. Senza orpelli, senza retorica, senza paternalismi, con una visione orizzontale e mai verticale.

Chi scrive e chi dirige non si pone al di sopra dei protagonisti, ma proprio accanto a loro, descrivendoli e seguendoli con attenzione nel loro alternarsi di vicissitudini curiose, appassionanti, interessanti per tutti. Il tono risulta equilibrato, garbato, lontano dall'imitazione dei teen drama del momento come dal sensazionalismo facile.

Summertime sceglie di raccontare le avventure di ragazzi che si mescolano piacevolmente tra loro - al mare come in feste in piscina tra gonfiabili variopinti - al di là di qualsiasi differenza, caratteriale, di provenienza, familiare, di orientamento sessuale, del colore della pelle o di esperienze vissute.

Temi caldi e cliché non mancano (c'è il fanciullo vergine, l'amica lesbica, il timido imbranato, la ragazza di colore anticonvenzionale, il maschio alpha tutto donne e motori...) ma inseriti come sono in una giostra di avventure in contesti emotivi palpitanti vengono presto abbandonati in favore delle storie. Storie verosimili, non esagerate né edulcorate, ma cariche di vita e di passioni quanto basta a coinvolgere chi guarda, di ogni età, fino a farlo affezionare ai personaggi. Non solo ai giovani protagonisti, ma anche ai loro genitori, dal tormentato Mario Sgueglia, padre fissato di un figlio campione, alla valida Thony che dopo le esperienze sul set con Virzì e Luchetti indossa questa volta i panni di una madre vulnerabile, svagata, eppure dolcissima.

Il giovane cast è ben diretto e convincente, dal "navigato" Ludovico Tersigni, star di Skam Italia, all'esordiente Coco Rebecca Edogamhe, un volto che sa restare impresso. Così come le musiche firmate dal cantautore Giorgio Poi, che ha collaborato alla supervisione di una colonna sonora mai così composita. Si va da "Summertime" interpretata da Raphael Gualazzi, presente in carne e ossa nel settimo episodio, a Salmo e la sua "Estate dimmerda", in un turbinio di canzoni continue, a tratti ingombranti, a tratti stordenti, perfette per restituire il mood generazionale della serie.