Anno | 2020 |
Genere | Documentario, |
Produzione | USA |
Durata | 116 minuti |
Regia di | Matt Wolf |
Tag | Da vedere 2020 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 3 febbraio 2021
La storia di un gruppo di uomini che ha costruito una copia esatta dell'ecosistema terrestre.
CONSIGLIATO SÌ
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È il 26 settembre 1991 quando nel bel mezzo del deserto dell’Arizona i media seguono con attenzione l’ingresso di quattro donne e quattro uomini in tute blu da missione ultraplanetaria, in Biosphere 2, un prototipo di colonia spaziale. L’esperimento, finanziato da Ed Bass, erede di una famiglia di petrolieri texani, consiste in una replica in miniatura della biosfera terrestre: un’avveniristica struttura a cupola, popolata di specie animali e vegetali, che per due anni sarà tenuta sotto stretta osservazione scientifica. Obiettivo della missione è raccogliere dati sulla sopravvivenza e l’indipendenza degli otto “biosferiani” e delle altre forme di vita ospiti della “Spaceship Earth”. Vale a dire un’astronave Terra (dal libro di R. Buckminster Fuller, Manuale operativo per Nave Spaziale Terra, inventore della “cupola geodetica”) che con la sua stessa possibilità di colonia ricordi agli umani la crisi climatica e la finitezza delle risorse del pianeta, e inviti a praticare l’ecosostenibilità. Con la speranza, allora davvero visionaria, di replicarne il modello in altri contesti.
Motore del progetto è John Allen, leader carismatico e ingegnoso di un gruppo di entusiasti già molto affiatato, aggregatosi nella seconda metà degli anni ’60 a San Francisco. Creativi, tecnici, studiosi, figli della rivoluzione hippie ma non della cultura delle droghe, attivisti del teatro underground, lettori di Burroughs, Artaud, Daumal (Il Monte Analogo). Ma anche gran lavoratori e amministratori accorti del proprio potenziale, dopo aver, tra le altre cose, già costruito insieme, da zero, una fattoria nel New Mexico e aver messo in acqua una nave (dai nomi evocativi: Synergia Ranch e Heraclitus).
Spettacolare ricostruzione del sogno ecologico e umanista di un manipolo di competenti volenterosi, Spaceship Earth è al tempo stesso testimonianza di un esperimento sociale (la vita “in cattività” degli otto pionieri) e riflessione su come e perché i media statunitensi ne hanno comunicato l’operazione, tra iniziali entusiasmi e successive critiche.
Questo avviene anche grazie alla consistente copertura fornita dallo stesso gruppo, prima con gli home movies del gruppo in 16 millimetri e poi con le riprese su nastro magnetico a seguire l’esperimento. In una continua oscillazione tra afflato collettivista e utopista e impulsi accentratori e tirannici: quello di Allen, sorta di garante e padre spirituale dell’operazione, e di Bass, figura che anticipa la corsa allo spazio di Musk e Bezos, e il cui potere finanziario, insieme alla scarsa trasparenza di Allen, determina il destino della missione (con lo zampino di un giovane Steve Bannon, allora in arrivo da Goldman Sachs e successivamente messo a capo del progetto).
Più che una cronistoria dettagliata di quest’ultimo, Spaceship Earth si rivela un omaggio corale all’intelligenza collaborativa (“l’insieme che è più grande della somma delle parti”) e allo spirito strutturalmente egualitario e progressista sia della scienza che della rivoluzione anticonsumista anni Sessanta, come se quel "Something in the Air" dei Thunderclap Newman, come suggeriscono gli stessi narratori nel finale, fosse una chiamata da assecondare a qualsiasi età e in ogni periodo storico. Un tributo anche all’essenza stessa del procedere della scienza, l’unico possibile: per errori.
L'umanità ha bisogno di sognatori, la Terra ne ha altrettanta necessità. Così quando nel 1991 otto persone vengono "rinchiuse" per due anni in una speciale cupola, costruita appositamente in Arizona, per valutare gli effetti sugli individui di un ecosistema forzato, possibile come futuro habitat nello spazio, la scienza incontra l'utopia, dove il primo errore è credere che possa davvero esistere un [...] Vai alla recensione »