Quo Vadis, Aida? |
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Un film di Jasmila Zbanic.
Con Izudin Bajrovic, Boris Ler, Dino Bajrovic, Boris Isakovic.
continua»
Drammatico,
durata 103 min.
- Bosnia-Herzegovina, Austria, Romania, Paesi Bassi, Germania, Polonia, Francia, Norvegia 2020.
- Academy Two
uscita giovedì 30 settembre 2021.
MYMONETRO
Quo Vadis, Aida?
valutazione media:
3,34
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Memorie di una guerra dimenticata e atroce
di Emiliano Morreale La Repubblica
Jasmila Zbanic aveva vinto l' Orso d' oro con Il segreto di Esma , che indagava le ferite del dopoguerra sulle vite di una madre e di una figlia. In Quo vadis, Aida?, presentato alla mostra di Venezia un anno fa, affronta in pieno il conflitto, in una delle sue pagine più vergognose: lo sterminio di 8000 civili bosniaci a Srebrenica da parte dei serbi di Mladic, nel luglio 1995, sotto l' occhio dei caschi blu olandesi (la città era stata dichiarata zona sicura, ma i serbi riuscirono a compiere le loro atrocità senza intralci).
Una vicenda non lontanissima nel tempo e vicina nello spazio, uno dei grandi rimossi della storia europea recente. Il merito del film è quello di riportare, con passione ed energia, le dinamiche della strage, scegliendo come punto di vista una figura intermedia: Aida, bosniaca interprete per le truppe dell' Onu, che si trova impotente a dover far da tramite tra le autorità internazionali e i suoi concittadini, e cerca in qualche modo di mettere in salvo i propri famigliari.
Come spesso accade nei film impegnati da festival, il tema è quasi tutto, e la regia punta proprio al coinvolgimento dello spettatore, con movenze quasi da thriller. I momenti più efficaci sono certe riunioni tra l' Onu e i serbi, in cui lo squilibrio dei poteri è reso quasi palpabile, e in generale l' angoscia della donna (interpretata da una intensa Jasna Duricic) è seguita in maniera partecipe. Per far questo, la regista però semplifica, si lascia andare a rozzezze e a eccessi di retorica, come se il tema da solo giustificasse la sua impresa. Alla fine trasmette in maniera diretta emozioni e ravviva una memoria dolorosa (l' epilogo ai giorni nostri è la chiave di tutto), ma questo era probabilmente il suo scopo.
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