Paradise - Una nuova vita

Antieroi pieni di grazia

Un film lieve per un tema grave. Merito della mano triestina del regista Davide Del Degan (già autore di cose belle e premiate) e della scrittura di Andrea Magnani (delizioso il suo Easy). Qui, in Paradise. Una nuova vita, ci raccontano la storia di un venditore di granite, Calogero. Un uomo buffo, nella cui testa siciliana c'è uno spicchio di stralunata follia finlandese alla Kaurismaki. Decidendo di testimoniare su un omicidio di mafia a cui aveva per caso assistito, Calogero compie un passo coraggioso, ma soprattutto irreversibile. Il programma di protezione della Polizia gli cambia nome e dalla sua magnifica isola ormai pericolosa lo spedisce tra i monti del Friuli. Per l'esattezza a Sauris, villaggio di surreale ospitalità dove la principale attività dei maschi è il Schuhplattler, ballo di origine bavarese fatto di gran manate sulle cosce in sublimata omofilia. Se quando ci appare nel cappuccio orlato di peluche sembra un fiore nel gelo, gran merito va all'attore Vincenzo Nemolato che ci conquista dal primo fotogramma all'ultimo, l'inatteso finale che sembra in levare e invece è in battere. Calogero ha una qualità che amo, una psicologia dei contrasti, ossimorica senza ambiguità: grazia nella goffaggine, viltà nel coraggio, timidezza nell'impulsività, sventatezza nell'etica. Fatto di questi ingredienti, e con un lampo di eterogaiezza, Calogero non può che essere l'eroe antieroico di un film tragicomico. Paradise è un omaggio sognante all'impegno civile di quei pochi cittadini liberi che denunciando la mafia accettano di restringere il proprio spazio di libertà. Ma il sottotitolo allude alle vite spezzate di chi, come Calogero e il suo deuteragonista, proprio nella cesura coglie l'opportunità, nella caduta la forza. Non solo di rialzarsi, ma anche di cambiare direzione e ritrovare finalmente il proprio vero nome.
Da Il Venerdì di Repubblica, 9 ottobre 2020


di Vittorio Lingiardi, 9 ottobre 2020