Titolo originale | The Courier |
Anno | 2020 |
Genere | Azione |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 111 minuti |
Regia di | Dominic Cooke |
Attori | Benedict Cumberbatch, Rachel Brosnahan, Jessie Buckley, Angus Wright, Merab Ninidze Iva Sindelková, Miles Richardson, Bern Collaço, Laurel Lefkow, Russell Balogh, Mariya Mironova, Anton Lesser, Kirill Pirogov, Eysteinn Sigurðarson, Ales Bílík, Andrey Kurganov, Ondrej Malý, Vladimir Chuprikov, James Schofield, Fred Haig, Emma Penzina, David Bark-Jones, Keir Hills, Petr Klimes, Benny Maslov, Harry Carr (II), Rustam Khadzhiev, Yuri Klimov, Marian Lorencik, Dmitri Vorontsov, Jack Walters, Zeljko Ivanek, Marián Chalany, Alice Orr-Ewing, Oliver Johnstone, Andruscha Hilscher, Alexey Ponomarev, Rostislav Shabalin, Jonathan Harden, Elina Alminas, Olga Koch, Richard Glaves, Jed Aukin, Alexander Kotjakov, Zdenek Pecha. |
Tag | Da vedere 2020 |
MYmonetro | 3,02 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 23 agosto 2021
Tratto dalla vera storia di Grevylle Wynne, un imprenditore che ha aiutato la CIA ai tempi della Guerra Fredda. Il film ha ottenuto 1 candidatura a British Independent, Al Box Office Usa L'ombra delle spie ha incassato nelle prime 11 settimane di programmazione 6,6 milioni di dollari e 2 milioni di dollari nel primo weekend.
Passaggio in TV
venerdì 26 aprile 2024 ore 17,20 su SKYCINEMA2
CONSIGLIATO SÌ
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Quando Greville Wynne, rappresentante di commercio, siede per la prima volta al tavolo con un'agente della CIA e uno del M16, non ha idea di chi siano veramente né di quello che stanno per domandargli. Non sa che l'intelligence occidentale vuole ingaggiarlo come corriere, sfruttando il solito viaggiare per lavoro nei paesi dell'Est, per portare a Washington le informazioni top-secret prodotte da una fidata fonte russa, Oleg Penkovsky. È il 1960, la catastrofe nucleare è alle porte, ma Greville Wynne non rischia nulla con il suo incarico. Finché non diventa una questione personale.
Lo sceneggiatore Tom O'Connor, interessandosi di spionaggio russo-americano per contingenze del tutto contemporanee (le presidenziali USA del 2016), scopre la storia di Penkovsky, preoccupato dall'instabilità e dall'impulsività di Krushev, e del civile britannico Wynne, e costruisce un film di genere spionistico-sentimentale che è anche il racconto di come si forma una coscienza e di come si cambia il mondo, giurando lealtà non al concetto astratto della patria ma alla concretezza di un'amicizia.
A cena a casa dei Wynne, per quella che spacciano per una trasferta d'affari, il pezzo grosso russo spiega al figlio dell'everyman britannico che i russi non odiano gli occidentali: i politici russi li odiano, ricambiati, ma lui è lì, alla loro tavola, con la loro famiglia, e non è certo l'odio il sentimento nell'aria.
Forse è in quel momento che Greville capisce che il mettersi in gioco di Penkovsky non è solo ideologico ma è anche umano, di certo lo capiamo noi spettatori, che viviamo il resto del film come una conferma. Non è, infatti, il fattore sorpresa a speziare L'ombra delle spie, ma solo il buon lavoro degli attori, Cumberbatch e Ninidze, ma anche Jessie Buckley nei panni della moglie di Greville, e la tensione che permea, nella realtà storica e nelle tante occasioni cinematografiche che l'hanno sfruttata, il periodo della crisi dei missili di Cuba.
Dominic Cooke, però, non è Spielberg e non va per il sottile nei dialoghi né tantomeno nel commento musicale. Al contrario, l'enfasi sembra essere il suo interesse principale nella direzione del film, ed è un peccato, perché, anziché magnificarlo, in questo modo ottiene l'effetto contrario e il film ne esce ridimensionato e normalizzato.
Una scena come quella in cui il corriere si emoziona per la prima volta durante la visione del balletto, dimostrando di aver acquisito un'affinità elettiva con l'amico e il suo popolo, non solo razionale e volontaristica, avrebbe potuto essere un'immagine bellissima, se solo l'obiettivo di Cooke e lo sfoggio di Cumberbatch fossero stati più gentili e meno insistiti.
Il film racconta la storia di un uomo d'affari britannico senza pretese Greville Wynne (Benedict Cumberbatch) reclutato in uno dei più grandi conflitti internazionali della storia. Per volere dell'MI-6 del Regno Unito e di un agente della CIA (Rachel Brosnahan), forma una partnership segreta e pericolosa con l'ufficiale sovietico Oleg Penkovsky (Merab Ninidze) nel tentativo di fornire informazioni cruciali necessarie per prevenire uno scontro nucleare e disinnescare il Crisi dei missili cubani.
Parlando di"The Courier"(Dominc Cooke, screenplay di Tom O'Connor, 2020)bisogna premettere che si tratta di un fim che tratta della guerra fredda, nel 1960, con la tensione al massimo tra Kruscev e Kennedy, come "somme espressioni"dei due blocchi Est e Ovest, al tempo dlela crisi dei missili a Cuba, con i due fronti che si minacciavano a vicenda, il papa Giovanni XXIII [...] Vai alla recensione »
L'interpretazione di Sarah Gordon è davvero notevole, come la fotografia, la scenografia e lo svolgimento divertente e leggero: molto scorrevole e davvero piacevole. Bello! E non sarebbe il mio genere...
La Guerra Fredda, le spie più o meno improvvisate, una storia vera che portò l'Unione Sovietica al ritiro dei missili da Cuba e alla fine della crisi missilistica con gli Stati Uniti. Oggi alla Festa del Cinema di Roma è stata la giornata dell'anteprima di Ironbark (The Courier), che uscirà nelle sale italiane poco prima di Natale con il titolo L'ombra delle spie per Eagle Pictures.
Dimenticatevi James Bond e i suoi epigoni. Greville Wynne (Cumberbatch, perfetto come sempre), corriere per conto di MI6 e CIA incaricato di portare fuori dall'Urss della Guerra fredda i segreti del programma nucleare d'oltrecortina trafugati da un alto papavero sovietico (Merab Ninidze, forse la vera sorpresa qui), sta agli antipodi rispetto a quell'immaginario.
Anno 1960. Greville Wynne, rappresentante di commercio, viene contattato da Cia ed M16 e ingaggiato come corriere, visto che, per il suo lavoro, si sposta con frequenza nei Paesi dell' Est. Il suo compito è recuperare informazioni top-secret da una fonte russa, Oleg Penkovsky, e portarle in Occidente. Sembra una missione senza rischi, ma non sarà così.
The Courier all'inizio, per sapore, ricorda un po' la serie di Harry Palmer, quella interpretata da Michael Caine ai tempi della Swinging London. Uno si aspetta quindi molta ironia, colpi di scena a go-go, una buona dose di brutalità e qualche garbato flirt. Invece no, questa è la versione sincera di cosa sia stato lo spionaggio ai tempi di James Bond.
L'uomo comune al centro della Storia. Per Lang dentro a ogni persona si nascondeva uno spirito criminale, per Hitchcock era l'innocente a essere sempre perseguitato. E ancora: Spielberg, in Il ponte delle spie, sceglieva un avvocato per risolvere una delle controversie più spinose della Guerra Fredda. Allo stesso modo in L'ombra delle spie di Dominic Cooke è un venditore a essere reclutato per finire [...] Vai alla recensione »