Cursed

Film 2020 | Fantasy

Regia di Jon East, Daniel Nettheim, Zetna Fuentes, Sarah O'Gorman. Una serie con Sebastian Armesto, Shalom Brune-Franklin, Emily Coates, Rob Day, Katherine Langford. Cast completo Genere Fantasy - USA, 2020, Valutazione: 2 Stelle, sulla base di 1 recensione. STAGIONI: 1 - EPISODI: 10

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Ultimo aggiornamento giovedì 18 giugno 2020

Una serie tratta dal best seller del New York Times ed è una rivisitazione della leggenda arturiana vista con gli occhi di Nimue, una ragazza con un dono misterioso, destinata a diventare la potente e tragica Dama del Lago.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 2,00
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO NÌ
Una serie fantasy brutale, solare, violenta ma anche leggera: tante ambizioni ma anche troppi limiti.
Recensione di Andrea Fornasiero
venerdì 17 luglio 2020
Recensione di Andrea Fornasiero
venerdì 17 luglio 2020

Nimue, figlia di Lenore, fa parte di un clan di Fey, il popolo delle fate, perseguitato dai paladini rossi guidati da Padre Carden. Quasi unica sopravvissuta del proprio villaggio, si ritrova custode della "spada del potere", quella che sancirebbe il regno indiscusso di un unico re. Non a caso sia la Chiesa romana sia Uther Pendragon sia il vichingo Re del Ghiaccio vogliono metterci le mani sopra, ma Nimue vuole rispettare la volontà della madre e consegnarla al mago Merlino caduto in disgrazia. La aiuteranno: Artù, un giovane spadaccino che vuole lasciarsi alle spalle la vita da bandito; sua sorella Morgana, una suora che conosce i Fey; e il cavaliere verde Gawain.

Rilettura del mito arturiano in chiave teen, Cursed è un fantasy al tempo stesso brutale e solare, violento epperò leggero, che nel tentativo di essere troppe cose finisce per non esserne davvero nessuna.

Sulla scia del successo di The Witcher, ma con la protagonista delle prime stagioni di Tredici Katherine Langford, Netflix riprova la via del fantasy, adattando il romanzo omonimo di Tom Wheeler illustrato da Frank Miller. Il libro (uscito anche in Italia per Mondadori) è trasposto pressoché alla lettera, molto più fedelmente per esempio di Luna nera, che pure era una serie fantasy che nasceva da un romanzo in corso di pubblicazione.

Il tono del volume però viene mancato nella serie, perché la brutalità delle illustrazioni di Miller, con il suo stile ormai quasi radicale, dalle linee sgraziate e dalle contrapposizioni nettissime, si trasforma in Tv in una fotografia molto luminosa, dai colori ipersaturati. Così le foreste sono verdissime, le acque blu intenso e, soprattutto, il cremisi delle vesti dei paladini rossi spicca in modo quasi innaturale. Tutto questo nitido colore cozza con l'oscurità che dilaga nel racconto, dove si susseguono episodi raccappriccianti che finiscono però stemperati dalla chiarezza della tavolozza cromatica.

Gli autori hanno cercato di recuperare in grafica il sapore di un libro illustrato, con alcuni cambi di scena realizzati in animazione (circa un paio episodio), ma anche qui lo stile non è quello di Miller bensì un'insieme di svolazzi da illustrazione celtica. Una scelta appropriata all'ambientazione che tradisce però lo spirito invece piuttosto iconoclasta della serie, dove non solo si incede in scene sanguinarie da Trono di spade ma ci si prende pure molte libertà di casting etnico: Artù e Morgana per esempio sono attori neri. Di altri personaggi più o meno stravolti non ci viene detto il nome fino al termine della serie, ma è facile intuirlo molto presto se si conoscono anche solo vagamente i cavalieri della tavola rotonda, annullando così le facili sorprese del finale di stagione.

La scrittura del racconto del resto ha lo stesso problema della fotografia: l'intreccio inanella momenti da horror, ma i dialoghi alternano leggerezza e melodramma, senza mai trovare la maturità di tono che invece i contenuti più violenti evocano e richiedono. L'esito è insomma adolescenziale e potrà anche piacere al pubblico adolescente, ma scuoterà la testa chiunque sia incuriosito dalla reinterpretazione del mito arturiano.

Più in generale la trama procede anche con una certa schizofrenia ritmica, a tratti i passaggi sono molto dettagliati ma altrove sono invece rapidissimi nel liquidare personaggi e sottotrame, per esempio saltando direttamente alla scena in cui qualcuno viene catturato senza prepararla debitamente. Questo nonostante la stagione sia composta da ben 10 puntate da quasi un'ora ciascuna, un lusso di questi tempi, che però è stato sperperato. Se dovessimo quindi indicare un paragone per Cursed non sarebbe neppure The Witcher bensì la pasticciata The Shannara Chronicle.

Infine il cast è una strana amalgama di grandi attori come Peter Mullan, costretto a un ruolo indegno di lui da villain privo di sfumature, e di giovani che non sembrano all'altezza, inclusa la protagonista. C'è poi da fare un discorso a parte per Merlino, interpretato da Gustaf Skarsgård che mantiene più o meno le stesse movenze impenetrabili e un po' fanatiche di quando in Vikings incarna il misticheggiante Floki. Da una parte si tratta di un typecasting banale e dall'altra di un ennesimo elemento incongruo: il tono di Cursed è molto diverso da quello di Vikings quindi evocare quest'ultima serie non fa un favore a nessuno.

Davvero troppo sopra le righe poi l'inglese Sebastian Armesto nei panni del sovrano Uther Pendragon, un personaggio del resto quasi caricaturale, così come la cattivissima Sorella Iris (Emily Coates) - che curiosamente Morgana non riconosce mai anche se ci ha convissuto per mesi in convento. Iris per altro si traveste peggio di Superman quando mette gli occhiali di Clark Kent e basta questo a simboleggiare la faciloneria e i molti, troppi limiti di Cursed.

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Andrea Fornasiero

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