Richard Jewell

Come nei film di Hitchcock, Richard Jewell, è la tipica persona onesta ed innocente, colui che compie semplicemente il proprio dovere, ma che, per svariate nefaste combinazioni ed errate valutazioni soggettive, diventa il colpevole agli occhi degli altri. In questa pellicola un eroe per caso accusato di essere un criminale. 'Richard Jewell', ultimo film di Clint Eastwood, continua la serie di ritratti degli individui americani tanto cari al regista, che, attraverso le loro disavventure drammatiche, mettono in risalto i volti oscuri e ambigui di un'America che mistifica la verità e resta vittima della propria cecità intellettiva e morale. Questo lato nascosto della storia attuale coincide anche con quello della natura umana.
Basato su articoli di cronaca, l'opera coinvolge in modo efficace e diretto lo spettatore, lo spinge alla riflessione e alla commozione più intense. Modello di stile, di etica e lucidità di giudizio critico, il cinema di Eastwood continua ad andare controcorrente, come una salutare voce fuori dal coro del conformismo dell'opinione globale, per smascherare pregiudizi e preconcetti, ipocrisie e incoerenze, isterie collettive e visioni distorte, superficialità e meschinità varie.
Nella denuncia alle storture ottusamente persecutorie dei media e all'incapacità dell'FBI, il regista cerca di descrivere e capire come un gesto benevolo possa ribaltarsi in un incubo beffardo e amaro per il suo protagonista, e, soprattutto, scavando nelle pieghe oscure dell'anima umana e di un'intera nazione, cerca di riflettere sul complesso rapporto tra la visione e il suo riflesso (spesso distorto), il racconto e la sua manipolazione, l'immagine di sé e la percezione che ne hanno gli altri. E sulla facilità e difficoltà al tempo stesso di avere fiducia... Tutto è molto interessante e di buona fattura qualitativa. Assolutamente da non perdere.