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Il sesto capitolo della serie(prodotto e co-sceneggiato da James Cameron)riparte da dove era terminato il secondo e aggiorna i personaggi secondo le mode odierne con una ragazza messicana come prescelta,con probabile stoccata alla politica di Trump.Tornano tutti i vecchi temi(sacrificio,la redenzione del vecchio Cyborg che combatte quello nuovo,la fine incombente del mondo da scongiurare ad ogni costo,i paradossi temporali,ecc...)e la musica resta la stessa.L'azione fracassona è puntualmente abbondante e non mancano i momenti ironici o autoironici("I'll not be back" dice Schwarzy a un certo punto,profetizzando l'esito della missione)ma aldilà dello spettacolo competente e scorrevole non c'è vera sostanza o clichè che non venga rispettato,a cominciare dal nuovo Cyborg che a dispetto dell'avanzatissima tecnologia si fa puntualmente sbaragliare ogni singola volta.E se Schwarzy e la redeviva Hamilton sono in forma,il resto del cast è anonimo.Come per i film successivi al secondo capitolo,non sembra avere altra motivazione di quella commeriale,anche se il regista avrebbe lamentato numerosi screzi con Cameron in fase di lavorazione.Ad ogni modo il pubblico non ha apprezzato molto:180 milioni di dollari di budget e appena più di 60 di incasso in patria.Si spera che non si decida di andare avanti(e la Hamilton ad ogni modo avrebbe affermato di non voler più riprendere il personaggio di Sarah Connor).Nel prologo sia Sarah che il Terminator sono ringiovaniti dal digitale,mentre John Connor è stato ricreato applicando il viso del giovane Edward Furlong sul corpo di Jude Collie tramite motion capture.
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