Sorry We Missed You

Emiliano Morreale

I film di Ken Loach hanno sempre il pregio della coerenza, e a volte il rischio della prevedibilità. Il suo sincero interesse per le ingiustizie sociali e per la classe operaia inglese in particolare si manifesta in storie costruite dal fido sceneggiatore Paul Laverty, sul filo del teorema, e con l'apporto di attori sempre straordinari (qui Kris Hitchen e Debbie Honeywood). Film sostenuti da una fiducia umanistica per la possibilità del cinema di costruire storie di finzione verosimili che facciano provare direttamente l'effetto delle ingiustizie sui singoli. Cosi è anche per Sorry we missed you, il cui protagonista, in difficoltà economiche, è assunto in una ditta di consegne che lo sfrutta senza pietà (il titolo del film indica il comunicato che viene lasciato alla consegna, quando non si trova nessuno in casa). La moglie lavora come badante. Due professioni tipiche dei nostri anni, raccontate con personaggi costruiti solidamente, di cui vengono mostrate le sfumature, specie sul versante familiare: uno dei due figli, adolescente, nonostante un talento da street writer, ha mollato il colpo, non vuole più andare a scuola e si fa sospendere. La costruzione drammaturgica serrata lascia spazio a momenti di sorprendente verità, almeno finché la passione ideologica, come a volte accade al regista, non prende un po' la mano, e le sventure si accumulano sui personaggi mentre la morale viene fuori in maniera un po' troppo esplicita in un paio di monologhi didascalici.
Da La Repubblica, 17 maggio 2019


di Emiliano Morreale, 17 maggio 2019