eugen
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martedì 7 febbraio 2023
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film per un certo pubblico
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Pe chi vuole divertirsi, non pensare ai problemi quotidiani, ma anche alle grandi questioni umane, sociali, per chi ha scarsi interessi culturali nel senso dell'approfndodimento dei grandi temi, anche questo film, dlela serie"Men in black"(qui: "INternational", 2019, regia F.Gary Gray, vari sceneggiatori, ma la partenza e¿sempre il cartoon Marvel di Lowell Cunnigham), non sfugge alla breve descrizione tentata sopra. Deicsamente divertente, questo film vede aggregarsi ai"Men in Black"una simpatica woman(anzi quasi"girl", che e'Tessa Thompson), decisa ad aitutare la squadra, il team in questione sia rispetto agli attacchi alieni sia a quanto emerge sempre piu'chairamente nel corso del film, ossia un tradimento dall'interno, anche se "cooptato "da forzee esterne particolamente potenti.
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Pe chi vuole divertirsi, non pensare ai problemi quotidiani, ma anche alle grandi questioni umane, sociali, per chi ha scarsi interessi culturali nel senso dell'approfndodimento dei grandi temi, anche questo film, dlela serie"Men in black"(qui: "INternational", 2019, regia F.Gary Gray, vari sceneggiatori, ma la partenza e¿sempre il cartoon Marvel di Lowell Cunnigham), non sfugge alla breve descrizione tentata sopra. Deicsamente divertente, questo film vede aggregarsi ai"Men in Black"una simpatica woman(anzi quasi"girl", che e'Tessa Thompson), decisa ad aitutare la squadra, il team in questione sia rispetto agli attacchi alieni sia a quanto emerge sempre piu'chairamente nel corso del film, ossia un tradimento dall'interno, anche se "cooptato "da forzee esterne particolamente potenti. Che poi tutto vada bene per l'agente.eroe e per la nuova eroina OK, ma si pu¿dire che questo"sia gia'nelle premesse"... Nihil novi sub sole, decisamente, ma anzi una riconferma di tutti gli stilemi e anche degli stereotipi del genere, senza che si faccia alcuno sforzo reale per cambiare qualcosa, proprio perche'la cosa non vale la pena... perche'andare incontro a un eventuale insuccesso, quando si possono giocare le carte solite?Ecco allora fughe, inseguimmenti, turbovelocita'ocn qualunque mezzo di trasporto, lotte acerrime sempre vinte dai"nostri", etc. INsomma scarse novita', anzi meglio nessuna, con Chris Hemswoth, Ma anche e soprattutto Emma Thompson e Liam Neeson che si prestano a un gioco fin troppo noto perche'troppe volte giocato... Ma e'cosi'e il tutto andra'bene ancora per qualche anno, con incassi consistenti, finche'ci si orientera'verso qualcosa di apparenemente nuovo, in realta'sempre molto simile(per non dire uguale...) a quanto gia' conosciamo. da vario tempo.. Eugen
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felicity
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martedì 10 dicembre 2019
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grand cast, ma storia debole
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Men in Black: International presenta una sceneggiatura oltremodo convenzionale, mentre la regia realizza un prodotto decisamente anonimo.
La sensazione è che il nuovo Men in Black : International abbia “normalizzato” la saga in funzione di un pubblico generalista, fatto essenzialmente di famiglie con bambini.
Oltre a struttura e personaggi, ridotti a una dimensione elementare, gli alieni diventano improvvisamente meno cruenti, meno spaventosi. Una variante innocua e disneyana di quelle apparizioni mostruose che a livello visivo erano un elemento cardine della saga Men In Black.
Tremendamente innocui anche i protagonisti, Tessa Thompson e Chris Hemsworth.
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Men in Black: International presenta una sceneggiatura oltremodo convenzionale, mentre la regia realizza un prodotto decisamente anonimo.
La sensazione è che il nuovo Men in Black : International abbia “normalizzato” la saga in funzione di un pubblico generalista, fatto essenzialmente di famiglie con bambini.
Oltre a struttura e personaggi, ridotti a una dimensione elementare, gli alieni diventano improvvisamente meno cruenti, meno spaventosi. Una variante innocua e disneyana di quelle apparizioni mostruose che a livello visivo erano un elemento cardine della saga Men In Black.
Tremendamente innocui anche i protagonisti, Tessa Thompson e Chris Hemsworth.
Minati da una sceneggiatura inconsistente, per gli Agenti M e H è impossibile reggere il confronto con la coppia formata da Will Smith e Tommy Lee Jones. Un duo iconico, frutto del mix irripetibile tra la comicità irriverente della star di Willy Il Principe di Bel Air e la statura drammatica di un volto simbolo del poliziesco americano.
Il problema di Men In Black International è che il film va avanti soprattutto accumulando gag più che puntando su una storia avvincente.
La trama è davvero troppo esile e il tono scanzonato non può aiutare a creare una suspense e un senso di pericolo che ci facciano seguire il film con sufficiente partecipazione.
Nel mix di action, fantascienza, spy-story e commmedia, quest'ultima, inevitabilmente, alla fine prevale.
La fine degli anni ’90, quando film come Men in Black, sfidavano i cliché e portavano per la prima volta ironia e grottesco nella serissima science-fiction, sembra tremendamente lontana.
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giovanni romanelli
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venerdì 16 agosto 2019
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un buon remake estivo
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Senza Smith il film perde la sua essenza.
Bravi i due attori nel cercare di rimpiazzarlo, ma non basta, a volte le battute sembrano un rifacimento dei capitoli precedenti. Lo stesso vale per la trama, che non aggiunge niente di particolarmente nuovo. Buoni gli effetti speciali.
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skywalker70
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domenica 4 agosto 2019
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woman in black (finalmente le quote rosa)
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Commedia semplice e piacevole, senza troppe pretese. A volte si sorride (grazie soprattutto alla sottile vena sarcastica della sceneggiatura) , a volte si sbadiglia (diciamo stop ai combattimenti ripetitivi super effettati).
La 'bonaggine' dei due protagonisti sicuramente aiuta, cosi come la latente (nonchè prevedibilmente scontata) attrazione tra i due. Da citare anche la simpatia del personaggio virtuale 'Pedino' che dà una spinta in più allo humor.
Il sequel è in agguato.....senza possibilità di sparaflashiarci.
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loland10
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sabato 3 agosto 2019
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memoria... corto-circuito
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“Men in Black: International” (id., 2019) è il decimo lungometraggio del regista produttore newyorkese Felix Gary Gray.
Dopo i primi tre capitoli (1997, 2002 e 2012) con la coppia Tommy Lee Jones eWill Smith, ecco arrivare lo spin-off con novità e vari compromessi.
Film che ha fatto storcere il naso a (quasi) tutti, che ha incassato poco negli Usa, che traduce poco in vera ironia tutto il girovagare mentale e di location.
Non siamo di fronte ad una pellicola epocale e tantomeno di grande impatto, pur tuttavia non si può disconoscere un certo tentativo di rinnovare il franchising e di rimuovere il cliché statuario per avvicinarsi al pubblico.
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“Men in Black: International” (id., 2019) è il decimo lungometraggio del regista produttore newyorkese Felix Gary Gray.
Dopo i primi tre capitoli (1997, 2002 e 2012) con la coppia Tommy Lee Jones eWill Smith, ecco arrivare lo spin-off con novità e vari compromessi.
Film che ha fatto storcere il naso a (quasi) tutti, che ha incassato poco negli Usa, che traduce poco in vera ironia tutto il girovagare mentale e di location.
Non siamo di fronte ad una pellicola epocale e tantomeno di grande impatto, pur tuttavia non si può disconoscere un certo tentativo di rinnovare il franchising e di rimuovere il cliché statuario per avvicinarsi al pubblico.
Il cambio del duo è evidente in tutti e i sensi, il cambio di simpatizzare con un nuovo pubblico è chiaro, la voglia di (non) strafare troppo anche.
Certo, nonostante la produzione esecutiva della Amblin e di Spielberg, si vede poco effervescenza vera e il costrutto appare forzato come le risate da cercare non certo come ‘le ultime parole famose’. Il doppiaggio ci mette il suo ma la verità è che il battibecco, quasi continuo, fra i due, H e M, appare forzato, non sempre convincente, forse banale e già in bocca a chi guarda.
Intrattenimento leggero, pomeridiano e anche con uno smacco di quasi sorriso sulla bocca. La soffusa mediocrità viene tenuta a galla da alcuni momenti spassosi tra rimandi ad altri film, conflittualità ammiccanti, sguardi in ribasso e attori non tutti a proprio agio. Il doppio gioco e la talpa del gergo cine pare quasi evidente da subito....altrimenti lo spettatore uscirebbe dopo dieci minuti o quasi. Si ha la sensazione di un set chiuso con un chimismo generale non proprio riuscito. E ciò che si racconta pare frammentario e a se stante in ogni contesto. Brillantezza, freschezza e vivacità non sono sempre in alto, con fasi di stanca e azione di piacimento. E i personaggi se perdono identità di ‘genere’ avvicinandosi troppo e interagendo con altri confini ecco che si ha la sensazione di vedere più cose senza il canovaccio principe della serie.
E sarà difficile, se il gioco dovesse continuare, imbastire un nuovo progetto senza devianze e con una storia più convincente.
Comunque tra New York, Parigi, Londra, Marrakech e Napoli gli occhiali in nero hanno il loro bel da fare. E tanto per non complicare...il capo non è sempre uno affidabile...
Trama: Molly è una ragazzina fortunata quando incontra il suo ‘alieno’ e da lì che inizia a studiare continuamente alla ricerca dei misteri dell’universo e dei Men in Black per agire e conoscere l’agenzia e tutti i suoi capi. Il duo che si forma (agente H e agente M) sposta i paradigmi del film originale e anche il titolo pare sbagliato.....con una woman in Black. Il politicamente corretto, le quote attoriali e il vizio di accontentare tutti in partenza, in realtà disturba e gli agenti in coppia non hanno buona simmetria di ruoli.
Ecco che il vestiario dice ha il suo tic e i pantaloni rosa dell’agente H immedesima il cromatismo tra scambi di identità e giustizie di parità. Asessuati o asessuali, definisce il confine presunto del film.
Chris Hemsworth: agente H, saputello, pesce infarinato, crede e fa quello che può anche quando il volante è dalla parte giusta.
Tessa Thompson: agente M, sveglia e perspicace, sa benissimo come farsi compiacere e rubare la scena agli uomini.....troppo pieni di se.
Emma Thompson: agente O, il ruolo gli si addice e anche la foga del suo comando.
Liam Neeson: agente T, sembra crederci ma il suo volto si adegua a un contesto non propriamente suo.
Rafe Spall: agente C, il più simpaticamente arrabbiato, accantonato ogni volta, le sue ragioni adirate hanno ironie da vendere.
Effetti speciali: non sempre ‘in palla’, in titubanza verso il set da costruire.
Regia: gioiosa ma non sempre efficace, pastosa e poco viva.
Voto: 6-/10 (**½) -sempre meglio che scodinzolare verso il piccolo schermo-
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siconlevi
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mercoledì 31 luglio 2019
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delusione
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Regia a dir poco indecente, confusionaria per il 90% del film, una sceneggiatura scialba, si salvano solo hemsworth e thompson che funzionano come coppia, per il resto niente a che vedere con i vecchi men in black. Assolutamente sconsigliato
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elpiezo
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martedì 30 luglio 2019
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divertente
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Una giovane e brillante allieva affianca un affascinante agente nella consueta missione salva mondo contro le bizzarre minacce extraterrestri.
Il provvidenziale restyling della coppia protagonista è il punto cardine del ritorno sul grande schermo degli uomini nero. Tanto aitanti quanto ironici, dotati di futuristi arsenali di prim’ordine, combattono per la pace tra mondo terreste e razze aliene. Comprimari dal nome altisonante ed effetti speciali al passo coi tempi rendono ancor più gradevole la nuova avventura targata MIB tanto da svagare anche lo spettatore ignaro del datato storico episodio.
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samanta
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martedì 30 luglio 2019
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che fatica arrivare alla fine ...
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E' il quarto film della serie Men in Black iniziata nel 1997, tecnicamente è definito uno spin off in cui si tratta non più delle avventure degli agenti J (Will Smith) e K (Tommy Lee Jones), ma degli agenti M (Tessa Thompson attrice che viene dalla TV e ha un modesto curriculum cinematografico) e H (Chris Hemsworth, attore che ha partecipato nell'ultimo decennio a numerosi film: 7 sconosciuti al Royal, 12 Soldiers, Red Down, senza significative interpretazioni al di là di una bella presenza).
Come è noto, la serie di Men in Black ha il carattere di una commedia fantascientifica con tratti ironici o comici, i Men in Black sono uomini vestiti in nero che costituiscono una associazione segreta, non conosciuta dalla gente, che ha lo scopo di disciplinare l'afflusso degli alieni sulla terra allontanando gli indesiderati e i cattivi.
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E' il quarto film della serie Men in Black iniziata nel 1997, tecnicamente è definito uno spin off in cui si tratta non più delle avventure degli agenti J (Will Smith) e K (Tommy Lee Jones), ma degli agenti M (Tessa Thompson attrice che viene dalla TV e ha un modesto curriculum cinematografico) e H (Chris Hemsworth, attore che ha partecipato nell'ultimo decennio a numerosi film: 7 sconosciuti al Royal, 12 Soldiers, Red Down, senza significative interpretazioni al di là di una bella presenza).
Come è noto, la serie di Men in Black ha il carattere di una commedia fantascientifica con tratti ironici o comici, i Men in Black sono uomini vestiti in nero che costituiscono una associazione segreta, non conosciuta dalla gente, che ha lo scopo di disciplinare l'afflusso degli alieni sulla terra allontanando gli indesiderati e i cattivi.
Il film attuale ha mantenuto questa impronta ironica e comica, ma a dire il vero manca del tutto la vivacità e la briosità presentinei precedenti film (specie del primo), anche valutandolo senza fare raffronti ma giudicandolo a sé stante come d'altra parte è più corretto, non si può non notare una sceneggiatura molto essenziale, per non dire povera o modesta, dialoghi che non sono certo particolarmente comici o brillanti, le trovate non molto interessanti o comunque prevedibili, anche l'ambientazione non è particolarmente attraente salvo quella finale nella baia di Napoli (le precedenti sono a Londra e a Marrakech), viene ripetuta per l'ennesima volta la scena al bar piena di uomini e alieni dai multiformi aspetti, presa paro paro da quella, ormai ripetute innumerevoli volte nei film, dalla prima pellicola di Guerre Stellari.
La trama (Spoiler) Molly (Tessa Thomson) da bambina ha un incontro con un alieno e vede, nascosta, i suoi genitori ad avere cancellata dai Men in Black la memoria di avere visto quell'alieno. Da grande va alla caccia dei Men in Black fino a quando riesce ad entrare nell'organizzazione come M e viene affiancata all'agente H agli ordini del Direttore T (Liam Neeson), scopriranno che all'interno dell'organizzazione c'é una talpa o meglio un alieno travestito da uomo che mette in pericolo l'esistenza del Mondo. L'interpretazione del film si regge su Hemsworth e la Tessa Thompson che purtroppo offrono una recitazione dimessa, senza pretese, che non dà certo risalto ad una sceneggiatura carente, né sono sigificative le interpretazioni di Liam Neeson e di Emma Thompson bravi attori ma in ruoli non rilevanti. Pare che che nell'edizione italiana ci sia un cameo conTaylor Mega (in quella internazionale Ariana Grande) francamente mi è sfuggito forse perché la nostra non era nella sua divisa d'ordinanza (un bikini succinto), ma mi sembra che con questi mezzucci non si riesca a risollevare un film che finora non ha avuto quegli incassi che gli permettano di ripianare almeno le spese.
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[+] vero
(di ilenia nicoletti)
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lupodelupis
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martedì 30 luglio 2019
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se non vi aspettate troppo non soffrirete
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Scordatevi i film precendenti con il mitico Tommy Lee Jones.
E questo ci può stare data l'età del suddetto.
Scordatevi la leggerezza divertente di Will Smith.
E va bene. Anche lui si sarà rotto le balle e vuole fare altro.
Scordatevi pure il cane (pardon, l'alieno). I furbetti del marketing ci hanno ingannato mettendolo su molti poster mentre nel film si vede per meno di 20 secondi all'inizio del film. Si vede che anche lui si è rotto.
Cosa rimane?
In realtà la chimica tra i due protagonisti non sarebbe neppure malvagia ma il punto debole del film è che è troppo "pianificato" a tavolino in sketch e battute per essere percepito come vero.
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Scordatevi i film precendenti con il mitico Tommy Lee Jones.
E questo ci può stare data l'età del suddetto.
Scordatevi la leggerezza divertente di Will Smith.
E va bene. Anche lui si sarà rotto le balle e vuole fare altro.
Scordatevi pure il cane (pardon, l'alieno). I furbetti del marketing ci hanno ingannato mettendolo su molti poster mentre nel film si vede per meno di 20 secondi all'inizio del film. Si vede che anche lui si è rotto.
Cosa rimane?
In realtà la chimica tra i due protagonisti non sarebbe neppure malvagia ma il punto debole del film è che è troppo "pianificato" a tavolino in sketch e battute per essere percepito come vero. Gli esempi sono molti ma ne bastano due: durante un combattimento Hemsworth si trova sotto mano un martello e lo uso, male, pensando di essere Thor (scenetta ultra telefonata); la battuta sulla mascolinità del titolo sembra più, sebbene in tono leggero, un hashtag basato sul #metoo.
Ci sono poi buchi di regia e/o di sceneggiatura. Ad esempio per quale motivo manca la scena in cui hemsworth è stato flashato sulla tour eiffel.
Altro punto anomalo le location. Ok che si chiama International ma girare in 4 posti (marrakesh, londra, parigi, NY e un isoletta italica) è come non girare da nessuna parte. In alcuni punti mi sembrava uno spot dell'ente turismo marocchino.
Dulcis in fundo, il (i) cattivo(i) sono tra i meno degni di nota e dimenticabili della storia dei MIB.
Il film si fa vedere ma è un peccato perché mi sa di occasione persa e furbata acchiappasoldi.
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inesperto
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lunedì 29 luglio 2019
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men & women in black
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Il film mantiene la stessa falsariga action-comedy della trilogia principale. Considerando il terzo come il più importante, questo reboot si piazza più o meno allo stesso livello dei primi due ma, essendo arrivato dopo, non può vantare la loro originalità. Carino il piccolo omaggio ai celebri agenti J e K in un quadretto appeso al muro, nell'ufficio del direttore High T. Chris Hemsworth, H, conferma la vena goliardica che lo contraddistingue sempre (simpatico il piccolissimo richiamo a Thor nella scena in cui impugna un martello come arma, convinto di ribaltare, grazie a ciò, le sorti della pugna). Tessa Thompson, M, è davvero molto brava, anche grazie a quegli occhioni eccezionalmente espressivi.
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Il film mantiene la stessa falsariga action-comedy della trilogia principale. Considerando il terzo come il più importante, questo reboot si piazza più o meno allo stesso livello dei primi due ma, essendo arrivato dopo, non può vantare la loro originalità. Carino il piccolo omaggio ai celebri agenti J e K in un quadretto appeso al muro, nell'ufficio del direttore High T. Chris Hemsworth, H, conferma la vena goliardica che lo contraddistingue sempre (simpatico il piccolissimo richiamo a Thor nella scena in cui impugna un martello come arma, convinto di ribaltare, grazie a ciò, le sorti della pugna). Tessa Thompson, M, è davvero molto brava, anche grazie a quegli occhioni eccezionalmente espressivi. L'altra Thompson, Emma (O), e Liam Neeson ( High T), danno una condita al tutto. Un piacevole e fresco intermezzo all'ordinarietà della vita di tutti i giorni.
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