uppercut
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venerdì 5 agosto 2022
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sì, davvero inquietante
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Se il film voleva apparire inquietante, direi che per quanto mi riguarda il risultato è pienamente raggiunto. Davvero inquietante vedere Dustin Hoffman e Toni Servillo arrabattarsi in un contesto (fatico a chiamarlo film) dove il livello è da saggio di scuola primaria di secondo grado (per esser generosi). Inquietante è il fatto che non solo in Italia si investa per una nullità del genere ma che si arrivi pure a riconoscerle una candidatura ai David di Donatello. Inquietante è trovarsi per la prima volta ad abbandonare la visione di un "film" per il disagio di sentirsi in qualche modo complici di una mediocrità così offensiva ad ogni livello: narrativo, recitativo e pure tecnico (scavalcamenti di campo, luci e trucco alla caccia dell'effettazzo più gratuito, montaggio da subito arrangiato senza gusto e rigore.
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Se il film voleva apparire inquietante, direi che per quanto mi riguarda il risultato è pienamente raggiunto. Davvero inquietante vedere Dustin Hoffman e Toni Servillo arrabattarsi in un contesto (fatico a chiamarlo film) dove il livello è da saggio di scuola primaria di secondo grado (per esser generosi). Inquietante è il fatto che non solo in Italia si investa per una nullità del genere ma che si arrivi pure a riconoscerle una candidatura ai David di Donatello. Inquietante è trovarsi per la prima volta ad abbandonare la visione di un "film" per il disagio di sentirsi in qualche modo complici di una mediocrità così offensiva ad ogni livello: narrativo, recitativo e pure tecnico (scavalcamenti di campo, luci e trucco alla caccia dell'effettazzo più gratuito, montaggio da subito arrangiato senza gusto e rigore...). Inquietante, come purtroppo sempre più spesso accade su questa piattaforma. è assistere al mesto, patetico, ridicolo tramonto della critica cinematografica.
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adp
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lunedì 15 novembre 2021
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imbarazzante
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Sono totalmente d'accordo: uno dei peggiori film visti recentemente.
Un "frullato misto" sconclusionato e irritante, dove la recitazione di quasi tutti gli attori (in particolare Valentina Bellé) è pessima.
Viene da chiedersi se Hoffman e Servillo siano stati ingaggiati per fungere da "specchietto per le allodole" e attrarre spettatori.
In una parola: inguardabile.
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tritatutto
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sabato 17 aprile 2021
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per me un film senza senso...
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Premesso che forse avrebbe avuto più senso come serie che come film e premesso che se devo valutarlo come tale non posso andare a leggere i tre libri che sono stati scritti prima di questo... Detto ciò, non posso non condividere le critiche ad esso fatte.
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Premesso che forse avrebbe avuto più senso come serie che come film e premesso che se devo valutarlo come tale non posso andare a leggere i tre libri che sono stati scritti prima di questo... Detto ciò, non posso non condividere le critiche ad esso fatte.
In 42 anni e più di 5.000 film visti non ho mai assistito ad un tale caos.
Ribadisco che non sto valutando il libro, lo scrittore o il regista, sto semplicemente evidenziando che nel cinema il film deve avere sempre una logica di narrazione senza sottintese mai esplicitate.
Per me un film senza senso...
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tritatutto
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venerdì 16 aprile 2021
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un film senza senso...
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Premesso che forse avrebbe avuto più senso come serie che come film e premesso che se devo valutarlo come tale non posso andare a leggere i tre libri che sono stati scritti prima di questo... Detto ciò, non posso non condividere le critiche ad esso fatte. In 42 anni e più di 5.000 film visti non ho mai assistito ad un tale caos. Ribadisco che non sto valutando il libro, lo scrittore o il regista, sto semplicemente evidenziando che nel cinema il film deve avere sempre una logica di narrazione senza sottintese mai esplicitate. Per me un film senza senso.
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i love cinema
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martedì 29 dicembre 2020
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condivido
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Condivido la confusione di genere e che molto è scopiazzato da vari classici. Per quanto riguarda la mancanza di un preciso "quando" palesemente manifestato con una "confusione tecnologica", pensavo potesse essere una scelta stilistica. Ma in realtà non ha aggiunto niente, anzi ha contribuito a rendere tutto un minestrone.
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mrpaul
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domenica 6 dicembre 2020
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sta in piedi anche se in bilico
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Quando ho visto la prima scena ho pensato che fosse a dir poco una baggianata, forse lo è ma diversamente da altri film italiani e non che hanno la pretesa di apparire dei gialli o dei capolavori del mistero senza riuscire ad attrarmi più di 5 minuti in attesa di una svolta qualitativa che non arriva mai e che mi vede costretto ad alzarmi e passare la serata in modo diverso, questo mi ha fermato lì, non mi ha annoiato, e l'ho seguito un modo curioso fino alla fine. Credo che per questo genere di film sia già un grande traguardo solo questo. Ora, non si tratta di un capolavoro certo ma ho trovato l'esperimento piuttosto riuscito. Per tutta la visione mi è apparso una sorta di tributo a vari registi (italiani e non) del passato: l'uso di ambientazioni buie e macabre, stanze con luce scarsa e colori vintage, un tempo non tempo che sembra paradossalmente andare dall'inizio degli anni 70 ad oggi senza una logica, io lo trovo estroverso e interessante, un po' allucinante, lo apprezzo anche se è del tutto soggettivo.
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Quando ho visto la prima scena ho pensato che fosse a dir poco una baggianata, forse lo è ma diversamente da altri film italiani e non che hanno la pretesa di apparire dei gialli o dei capolavori del mistero senza riuscire ad attrarmi più di 5 minuti in attesa di una svolta qualitativa che non arriva mai e che mi vede costretto ad alzarmi e passare la serata in modo diverso, questo mi ha fermato lì, non mi ha annoiato, e l'ho seguito un modo curioso fino alla fine. Credo che per questo genere di film sia già un grande traguardo solo questo. Ora, non si tratta di un capolavoro certo ma ho trovato l'esperimento piuttosto riuscito. Per tutta la visione mi è apparso una sorta di tributo a vari registi (italiani e non) del passato: l'uso di ambientazioni buie e macabre, stanze con luce scarsa e colori vintage, un tempo non tempo che sembra paradossalmente andare dall'inizio degli anni 70 ad oggi senza una logica, io lo trovo estroverso e interessante, un po' allucinante, lo apprezzo anche se è del tutto soggettivo. Gli attori nella recitazione del copione sono sempre in bilico tra lo stare su e l'essere poco credibili ma alla fine si salvano, la trama è molto contorta e il giallo che ne viene fuori è molto elaborato... esce dagli schemi del cinema classico italiano/europeo ma senza disdegnarlo. Nasce troppo pretenzioso probabilmente visto il cast ma va sicuramente premiato per il tentativo e io personalmente ne consiglio la visione
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elgatoloco
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martedì 1 dicembre 2020
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meglio che"la ragazza nella nebbia"
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In"L'uomo del labritinto"(DOnato Carrisi, anche autore della sceneggiatura dal suo ormonimo romanzo, 2019) lo scrittore passato anche alla regia dosa più attentatamente il rapporrto parola-immagine, anche see rimane, in qualche modo, una"sovrabbondanza"delle parole, del racconto verbale rispetto a quello per immagini, che è invece più propiro del cinema, il che non toglie(o"taglia")la parola, ovviamnete. La storia della ragazza rapita e della sua"detenzione"durata quindici anni è da rivedere alla luce del finale(sul quale, ovviamente, non si piò entrare)rilevando solo come tale narrazione sia comunque finalizzata alla scoperta della"verità", dove come al solito sono impegnati sia un detecive privato(ancora una volta Toni Servillo)e uno psicologo-profiler(Dustin Hoffman), dove però è da dire che il detective è alla viglia della sua morte per infezione cardiaca, morte peraltro preannuciatagli dai medici.
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In"L'uomo del labritinto"(DOnato Carrisi, anche autore della sceneggiatura dal suo ormonimo romanzo, 2019) lo scrittore passato anche alla regia dosa più attentatamente il rapporrto parola-immagine, anche see rimane, in qualche modo, una"sovrabbondanza"delle parole, del racconto verbale rispetto a quello per immagini, che è invece più propiro del cinema, il che non toglie(o"taglia")la parola, ovviamnete. La storia della ragazza rapita e della sua"detenzione"durata quindici anni è da rivedere alla luce del finale(sul quale, ovviamente, non si piò entrare)rilevando solo come tale narrazione sia comunque finalizzata alla scoperta della"verità", dove come al solito sono impegnati sia un detecive privato(ancora una volta Toni Servillo)e uno psicologo-profiler(Dustin Hoffman), dove però è da dire che il detective è alla viglia della sua morte per infezione cardiaca, morte peraltro preannuciatagli dai medici. Effetti speciali più"forti"che nel primo film(c'è il labirionto, ma anche altro, naturalmente), musiche di Vito Lo Re che sono più"tagliate"sulle singole sequenze e sui gruppi di esse, con echi non prettamente"gobliniani"ma in parte più fortemente richiamanti le musiche scritt per i film di Dario Argento e/o di Brian De Palma e un montaggio che, anche se in parte ancora"bloccato"riesce a caratterizzare i passaggi in maniera più fluida rispetto al primo film, dove ci si domanda(da non lettori dei romanzi di Carrisi, devo precisare per correttezsa)se la scelta sia di Massimo QUaglia, il responsabile del montaggio o dello stesso scrittore8il che appare decisamente più verosimile, ma forse è solo una supposizione). INutile qui insistere ancora sulla questione del rapporto tra lo scrittore passato alla regia, senza lasciare ovviamete la scrittura, "quaestio aeterna" (si fa per dire, cderto, da quando esiste il cinema)ma esso pesa naturalmente trovandosi di fronte ad opere che sono non solo di matrice letteraria(vale per buona parte dei trhiller, dei film fantastici horror etc., per non dire dei film in gneere)per di più opera di uno scrittore che si avvicina al cinema da autore da qualche anno. Quanto all'i9nteprretazione, Toni Servillo è più"libero"rispeotto alla prova precednete, il ghigno di Dustin Hoffman è olttremodo espressivo(il grnade attoree USA conferma di esseree uno dei grandissimi di ogni tempo); la prova di Valentina Bellé nella parte della"reclusa"è certamente convincente e altrettanto vale per altri ruoli. El Gato
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franco
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venerdì 14 agosto 2020
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l''uomo del labirinto
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Incuriosito dal titolo, acquisto il DVD.
In primis, tecnicamente, l'audio non è conforme alla totale comprensibilità. Come spesso oggi avviene, le parole non vengono ben articolate nella pronuncia, specialmente nel sussurrato. Probabilmente, ma è una mia illazione, la presa diretta abbisogna di attori che ARTICOLINO bene le parole, insomma, manca forse un uno studio della dizione che tolga la fatica d'ascolto. Ma oggi funziona così.
Il resto, scorre modestamente, con un Servillo, peraltro bravo, che ripete se stesso, vedi "La Ragazza del Lago" , "Le conseguenze dell'amore", "La grande bellezza"...ecc.; sembra che, trovata una modalità espressiva valida, questa venga applicata in ogni contesto, indipendentemente dalle situazioni.
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Incuriosito dal titolo, acquisto il DVD.
In primis, tecnicamente, l'audio non è conforme alla totale comprensibilità. Come spesso oggi avviene, le parole non vengono ben articolate nella pronuncia, specialmente nel sussurrato. Probabilmente, ma è una mia illazione, la presa diretta abbisogna di attori che ARTICOLINO bene le parole, insomma, manca forse un uno studio della dizione che tolga la fatica d'ascolto. Ma oggi funziona così.
Il resto, scorre modestamente, con un Servillo, peraltro bravo, che ripete se stesso, vedi "La Ragazza del Lago" , "Le conseguenze dell'amore", "La grande bellezza"...ecc.; sembra che, trovata una modalità espressiva valida, questa venga applicata in ogni contesto, indipendentemente dalle situazioni. Uno stanco ed annoiato Dusty Hoffman lo accompagna. Sembra un incontro di carriere, il primo, in crescita, l'altro in discesa.
Ma i fotogrammi scorrono e, il tutto si affloscia, lentamente, (durata 125 minuti) ed il finale, ancor più. (il solito primo piano con sorriso..........basta!)
Buono il Gestalt ed i flashback, forse eccessivi.
Amicissimo
franco santi
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cifer73
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mercoledì 5 agosto 2020
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differenza tra scrittore e regista
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Ho visto il film per curiosità, dopo avere visto il lavoro precedente (La ragazza nella nebbia). Premetto che leggo sempre con piacere i libri di Carrisi e mi piacciono molto, ma i suoi lavori cinematografici non mi piacciono molto. Non riesce a trasmettere in video quel phatos che invece trasmette nei libri. In effetti entrambi i film li ho trovati confusionari, con troppe idee che, conseguentemente, non possono essere tutte sviluppate... come invece fa benissimo nei libri.
Se mi posso permettere, consiglierei a Carrisi di far sviluppare i suoi libri a registi già pratici... e continuare a scrivere libri... che gli viene benissimo.
Ho dato cmq un voto discreto per l'interpretazione degli attori, soprattutto Servillo, che cmq resta il miglior attore italiano attualmente in circolazione, il quale si vede che non è a suo agio ma ce la mette tutta per rialzare le sorti del film.
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Ho visto il film per curiosità, dopo avere visto il lavoro precedente (La ragazza nella nebbia). Premetto che leggo sempre con piacere i libri di Carrisi e mi piacciono molto, ma i suoi lavori cinematografici non mi piacciono molto. Non riesce a trasmettere in video quel phatos che invece trasmette nei libri. In effetti entrambi i film li ho trovati confusionari, con troppe idee che, conseguentemente, non possono essere tutte sviluppate... come invece fa benissimo nei libri.
Se mi posso permettere, consiglierei a Carrisi di far sviluppare i suoi libri a registi già pratici... e continuare a scrivere libri... che gli viene benissimo.
Ho dato cmq un voto discreto per l'interpretazione degli attori, soprattutto Servillo, che cmq resta il miglior attore italiano attualmente in circolazione, il quale si vede che non è a suo agio ma ce la mette tutta per rialzare le sorti del film.
Hoffman non mi è mai piaciuto particolarmente (per me è sempre stato molto al di sotto di altri suoi colleghi coetanei come De Niro o Pacino) ed anche in questa performance non mi ha fatto cambiare idea.
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felicity
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lunedì 22 giugno 2020
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quando manca un grande regista...
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Il film ha una estetica che miscela più generi: dal noir, alla detective story, passando naturalmente per alcuni topoi del genere orrorifico, che trova la sua massima espressione nel gioco sapiente dei toni utilizzati, delle luci e della loro alternanza.
Tutto questo però sarebbe stato più facilmente digeribile se regia e sceneggiatura fossero state all'altezza delle ambizioni di Donato Carrisi, ma purtroppo non è così.
Alla base c'è un gioco nell’insano rapporto tra rapitore e vittima che viene rievocato dai flashback: il superamento di una prova per poter rimanere aggrappati alla vita. Così come il Genko di Servillo sembra inizialmente barcamenarsi in un ambiente e in una vicenda più grandi di lui, a volte sembrando più un Deckard malridotto a caccia di replicanti, salvo poi trovare la pista giusta.
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Il film ha una estetica che miscela più generi: dal noir, alla detective story, passando naturalmente per alcuni topoi del genere orrorifico, che trova la sua massima espressione nel gioco sapiente dei toni utilizzati, delle luci e della loro alternanza.
Tutto questo però sarebbe stato più facilmente digeribile se regia e sceneggiatura fossero state all'altezza delle ambizioni di Donato Carrisi, ma purtroppo non è così.
Alla base c'è un gioco nell’insano rapporto tra rapitore e vittima che viene rievocato dai flashback: il superamento di una prova per poter rimanere aggrappati alla vita. Così come il Genko di Servillo sembra inizialmente barcamenarsi in un ambiente e in una vicenda più grandi di lui, a volte sembrando più un Deckard malridotto a caccia di replicanti, salvo poi trovare la pista giusta. Il male che circonda la figura di quest’uomo con la faccia da coniglio non sembra mai troppo terreno e il fumetto per bambini che ne rappresenta le origini ha sicuramente il suo sorprendente effetto perturbante.
A livello di script è evidente il lavoro di rimaneggiamento per fare sì che lo spirito e la storia del romanzo, nella sua interezza, siano presenti anche nel film, ma forse Carrisi era talmente preoccupato che tutto funzionasse, che tutto fosse chiaro e che ogni colpo di scena sortisse il suo effetto, da perdersi per strada gli aspetti più importanti: una migliore caratterizzazione dei suoi personaggi e un maggiore approfondimento del tema più importante della sua opera, quello degli abusi e delle conseguenze sulla psiche dei più giovani.
A livello di regia troppa sicurezza, troppa disinvoltura, troppa tranquillità nell'affrontare un genere come il thriller che, nonostante le apparenze, non è affatto facile da gestire con maestria: il problema è che non bastano dei semplici colpi di scena a fare un grande thriller, serve prima di tutto un grande regista.
In sintesi, la forma de L’uomo del labirinto non lascia sicuramente indifferenti, ma la sostanza è alle volte molto rivedibile.
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