Il primo Re |
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Un film di Matteo Rovere.
Con Alessandro Borghi, Alessio Lapice, Fabrizio Rongione, Massimiliano Rossi.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 127 min.
- Italia, Belgio 2019.
- 01 Distribution
uscita giovedì 31 gennaio 2019.
MYMONETRO
Il primo Re
valutazione media:
3,60
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Con Romolo e remo cambia il cinema di genere
di Emiliano Morreale La Repubblica
A suo modo, Il primo re è una delle operazioni più coraggiose e originali del recente cinema italiano. Un film epico, parlato in un protolatino reinventato con l'ausilio di specialisti, sulla fondazione di Roma. La storia del viaggio di un gruppo di guerrieri reietti guidati da Remo (Borghi), che si installano in un villaggio e devono passare dall'etica della guerra alla fondazione di una civiltà, usando anche il potere della religione. Allora emerge la figura di Romolo (Lapice), che il fratello si è caricato sulle spalle lungo tutto il tragitto, e che sembra avere più chiare le logiche e i compromessi necessari per fondare la città. Forse, come ha detto qualcuno, è la storia di come una città fondata da guerrieri fascisti elegge il primo sindaco democristiano. Ma sicuramente il film ha una visione corrusca del potere, che in fondo rispecchia la nostra storia. Vengono in mente le parole di Umberto Saba, negli anni 40: "Vi siete mai chiesti perché l'Italia non ha avuto, in tutta la sua storia - da Roma ad oggi - una sola vera rivoluzione? La risposta è forse la storia d'Italia in poche righe. Gli italiani non sono parricidi sono fratricidi. Romolo e Remo, Ferruccio e Maramaldo, Mussolini e i socialisti, Badoglio e Graziani. Gli italiani sono l'unico popolo, credo, che abbiano, alla base della loro storia, o della loro leggenda, un fratricidio". Il primo re non è però un'operazione meramente autoriale, ma anzitutto un prototipo per rinnovare il nostro cinema di genere. Rovere, che ha prodotto la saga di Smetto quando voglio e diretto Veloce come il vento, è da tempo alla ricerca di nuove vie per un cinema di genere che non sia solo commedia o al massimo noir. Stavolta l'azzardo e l'originalità sono ancora maggiori: nonostante i molti riferimenti possibili (da Conan a Revenant alla Guerra del fuoco) il film riesce a inventare un'imagerie piuttosto autonoma e convincente. È sul piano spettacolare che però funziona meno: il procedere del gruppo attraverso i boschi è lento e faticoso, l'alternarsi di dialoghi e scene d' azione monotono. È come se la scoperta di un nuovo mondo visivo, mai raccontato dal cinema, avesse affascinato il regista fino a prendere spazio, diventando, da sfondo, il film stesso. A questo mondo si crede, grazie a uno sforzo produttivo non piccolo (era molto difficile: e una gran mano la danno gli attori, a cominciare da Borghi), la storia rimane poco importante. Chissà se il film funzionerà anche col pubblico: ma intanto è la conferma che il cinema italiano è molto più vario di come a volte ce lo raccontano.
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