toni mais
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venerdì 20 dicembre 2019
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il sorriso di una donna
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In Bretagna, nel dipartimento del Finisterre ,nella regione della Presqu 'ile di Crozon , si dipana un'amabilissima commedia francese , dove per amabilissima non s'intende leggera . Un critico letterario ( che il regista della trasmissione televisiva presso la quale lavora si ostina a chiamare riduttivamente "presentatore " ) ha l'intuizione che l'opera letteraria , su cui s'impernia la puntata , non sia riconducibile alla paternità di un pizzaiolo di nome Henry Pick . Vi ricordate il ritrovamento diella testina di marmo attribuita a Modigliani ritrovata nei canali livornesi ? Storici dell'arte si bruciarono la reputazione, il lavoro e chissà cos'altro quando tre studenti universitari rivelarono la beffa : l'avevano fatta loro e la replicarono in televisione .
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In Bretagna, nel dipartimento del Finisterre ,nella regione della Presqu 'ile di Crozon , si dipana un'amabilissima commedia francese , dove per amabilissima non s'intende leggera . Un critico letterario ( che il regista della trasmissione televisiva presso la quale lavora si ostina a chiamare riduttivamente "presentatore " ) ha l'intuizione che l'opera letteraria , su cui s'impernia la puntata , non sia riconducibile alla paternità di un pizzaiolo di nome Henry Pick . Vi ricordate il ritrovamento diella testina di marmo attribuita a Modigliani ritrovata nei canali livornesi ? Storici dell'arte si bruciarono la reputazione, il lavoro e chissà cos'altro quando tre studenti universitari rivelarono la beffa : l'avevano fatta loro e la replicarono in televisione . Ecco , ugualmente il critico letterario si gioca tutto : la reputazione, il lavoro e la moglie ( l'ordine non è casuale ) pur di dar corpo ai suoi sospetti, certezze per lui in ragione del proprio profilo professionale . Questo è l'incipit del film il cui finale mi guardo bene dal raccontare : può essere simile a ciò che accadde a Livorno oppure no. Non sarò io a rivelarvelo. Ora le domande che il film pone sono sono solo due : è giusto giocarsi il tutto per tutto solo per dire " avevo ragione io " ed ugualmente , è giusto rinunciare a tutto solo per il sorriso di una donna con la quale non potrà mai esserci nulla , per la differenza d'età , o con la quale già c'è stato tutto per la sintonia che si è creata "nell'espace d'un matin " , a prescindere dall'esito della ricerca? ad entrambe le domande il regista risponde positivamente . Sì alla prima perchè la ragione della propria esistenza poggia sulla credibilità , sì alla seconda perchè la propria esistenza non potrebbe trovare fine migliore se non nel sorriso di una donna . Nella cornice incantata della Bretagna lasciatevi cullare dal cadenzato ritmo delle maree,lasciate che i vostri polmoni si riempiano della brezza tagliente dell'Atlantico, riempite gli occhi della tersa luce del nord e siate certi la risata di una donna non è da meno in questo angolo di paradiso
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ghisi grütter
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lunedì 23 dicembre 2019
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un giallo bretone
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Un film delizioso, garbato e scorrevole, che si vede piacevolmente. È una commedia gialla che fa riflettere sul mondo dell’editoria, sul talento letterario e sul senso del successo. Tratto dal romanzo omonimo di David Foenkinos del 2016, “Il Mistero Henry Pick” ha un bel ritmo, presenta una musica incalzante e fa sorridere tutto il tempo.
Ma vediamo di che si tratta. L’editore Depero (interpretato da Vincent Winterhalter) e sua figlia Daphné (interpretata da Alice Isaaz) sono promotori di sempre nuove iniziative letterarie.
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Un film delizioso, garbato e scorrevole, che si vede piacevolmente. È una commedia gialla che fa riflettere sul mondo dell’editoria, sul talento letterario e sul senso del successo. Tratto dal romanzo omonimo di David Foenkinos del 2016, “Il Mistero Henry Pick” ha un bel ritmo, presenta una musica incalzante e fa sorridere tutto il tempo.
Ma vediamo di che si tratta. L’editore Depero (interpretato da Vincent Winterhalter) e sua figlia Daphné (interpretata da Alice Isaaz) sono promotori di sempre nuove iniziative letterarie. Daphné scopre casualmente che a Crozon, una piccola cittadina di 8.000 abitanti in Bretagna, esiste una Biblioteca che raccoglie tutti manoscritti rifiutati. Si incuriosisce e va a vedere che tipo di materiale vi si possa trovare. La sua attenzione viene colpita in particolare dal manoscritto di un romanzo, custodito in una cartellina rossa, dal titolo Le ultime ore di una storia d’amore. Lo legge tutto di un fiato e decide di pubblicarlo subito. L’autore, tale Henry Pick, è morto da poco più di un anno e aveva una pizzeria nel centro del paese, dove lui faceva le pizze in cucina. Per tutta la sua vita ha tenuto nascosto questa sua passione letteraria - sia la scrittura sia la lettura - perfino alla moglie e alla figlia. Inoltre, il testo è pieno di riferimenti alla storia e alla cultura russa in generale e a Pushkin, in particolare.
Il libro sta ottenendo un incredibile successo, il piccolo comune bretone è diventato meta di pellegrinaggio da parte dei lettori, la pizzeria - ormai trasformata in crêperie dopo la morte del pizzaiolo - ritorna a proporre la pizza nel menu per le insistenti richieste, mentre la moglie e la figlia di Pick rivalutano la figura di quest’uomo schivo.
A questo punto troviamo Jean-Michel Rouche (interpretato dal bravissimo Fabrice Luchini) che è un critico letterario e ha una sua trasmissione televisiva fissa sui nuovi libri in uscita. Noto per i suoi giudizi severi, ha tenuto per anni una rubrica su “Le Figaro”, e tutti temevano i suoi giudizi. Un giorno, nel suo programma televisivo, si trova a intervistare le protagoniste di questo “caso letterario”: l’editor Daphné Depero e Madeleine Pick (Josiane Stoléru), la vedova dello scrittore-rivelazione del best-seller di Henry Pick Le ultime ore di una storia d’amore.
Ma Jean-Michel Rouche è convinto che non sia stato lui a scrivere il romanzo, nonostante nel retrobottega di Henry si sia ritrovata una macchina da scrivere e un libro di Pushkin. La qualità della scrittura, il modo forbito di porre le frasi, la conoscenza letteraria non può essere, a suo avviso, di una persona non preparata culturalmente e ignara di letteratura.
A Jean-Michel nasce una sorta di fissazione e deve assolutamente scoprire chi ha scritto quel libro celandosi dietro il nome del pizzaiolo. Così comincia la sua inchiesta.
Sulla via del dubbio trova l’ostilità da parte di tutti: il gruppo editoriale, la famiglia Pick, viene anche licenziato e perfino la moglie gli è ostile. Ma lungo la strada troverà la contradittoria complicità di Joséphine (Camille Cottin), la figlia di Henry Pick, che alla fino lo aiuterà nelle ricerche, perché vuole davvero conoscere la verità.
I fotogrammi del Ponte de Térénez sull’Aulne scandiscono la storia, che si rimbalza continuamente tra Parigi e Crozon e, alla fine, Jean-Michel riuscirà a portare a termine la sua inchiesta.
Fabrice Luchini si sta sempre più specializzando in parti di uomini un po' burberi come il maturo giudice togato de “La corte” del 2016 - con cui vince la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile -, o l’attore di teatro ritiratosi a vita privata di “Molière in bicicletta” del 2013. Luchini è figlio di immigrati italiani - i suoi genitori erano venditori di legumi originari di Assisi - cresce nel Goutte-d'or, un quartiere povero nell’est di Parigi. Sua madre, a soli tredici anni, gli trova un lavoro come apprendista parrucchiere in un salone chic di rue Matignon, dove lui cambierà il suo nome da Robert a Fabrice. Da allora ne ha fatta di strada!
Reso popolare da Eric Rohmer ha lavorato con molti registi famosi come Jean-Luc Godard, Philippe De Broca, Claude Lelouche, François Ozon.
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alex2044
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mercoledì 1 gennaio 2020
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fabrice luchini il mago della parola
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Un film gradevole , un simil giallo intrigante e curioso , spiritoso il giusto . Il tutto visto nella cornice della sempre splendida Bretagna . La trama è originale e sottende una discreta critica al voler creare sempre il caso per far avere successo a un prodotto da vendere . Senonchè il prodotto in questo caso è nobile come lo sono quasi sempre i libri . Alla fine un colpevole ci sarà . Naturalmente per quel tipo di comportamento non è prevista la ghigliottina e il tutto finirà con un sorriso e financo la nascita di un amore inaspettato . Questo il film , ma il motivo più importante per andare a vederlo è lui , un Lui con la elle maiuscola , un attore strepitoso e formidabile , un mago che accarezza le parole rendendole più esplicite , perfino del loro significato intrinseco .
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Un film gradevole , un simil giallo intrigante e curioso , spiritoso il giusto . Il tutto visto nella cornice della sempre splendida Bretagna . La trama è originale e sottende una discreta critica al voler creare sempre il caso per far avere successo a un prodotto da vendere . Senonchè il prodotto in questo caso è nobile come lo sono quasi sempre i libri . Alla fine un colpevole ci sarà . Naturalmente per quel tipo di comportamento non è prevista la ghigliottina e il tutto finirà con un sorriso e financo la nascita di un amore inaspettato . Questo il film , ma il motivo più importante per andare a vederlo è lui , un Lui con la elle maiuscola , un attore strepitoso e formidabile , un mago che accarezza le parole rendendole più esplicite , perfino del loro significato intrinseco . Un affabulatore , in questo momento il più bravo di Francia , meglio anche del grandioso Depardieu e il tutto senza alcun leziosismo o caduta di stile . E questo lui risponde al nome di Fabrice Luchini che vale il prezzo ed anche di più del biglietto .Aggiungo un piccolo consiglio per chi volesse andare a vedere questo film . Anche se non si conosce la lingua francese è consigliabile vederlo in edizione originale , tanto ci sono i sotto titoli con i quali la comprensione è indubbia , perchè come già detto veder recitare Fabrice Lucchini è bello ma sentirlo è un privilegio che le nostre orecchie, accarezzate da tanta bravura , apprezzeranno senzaltro .
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luciano minerva
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mercoledì 17 gennaio 2024
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chi si nasconde dietro il pizzaiolo-scrittore?
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In un paesino sperduto della Bretagna l’editor di una casa editrice visita la Biblioteca dei libri rifiutati, piena di manoscritti ignorati dagli editori. Legge Le ultime ore di una storia d’amore, che trova eccezionale, l’autore, Henry Pick, è un pizzaiolo morto due anni prima. Ma né la moglie né la figlia sapevano che l’avesse scritto, né che avesse mai letto un libro. Una doppia vita? Il romanzo diventa, anche per questo, un clamoroso successo editoriale. Il caso determina, per un noto critico letterario che non crede a questa storia, il licenziamento e un dramma familiare. Da lì in poi si trasforma in investigatore e impiega tutto il suo tempo e le sue energie alla ricerca del vero autore del romanzo.
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In un paesino sperduto della Bretagna l’editor di una casa editrice visita la Biblioteca dei libri rifiutati, piena di manoscritti ignorati dagli editori. Legge Le ultime ore di una storia d’amore, che trova eccezionale, l’autore, Henry Pick, è un pizzaiolo morto due anni prima. Ma né la moglie né la figlia sapevano che l’avesse scritto, né che avesse mai letto un libro. Una doppia vita? Il romanzo diventa, anche per questo, un clamoroso successo editoriale. Il caso determina, per un noto critico letterario che non crede a questa storia, il licenziamento e un dramma familiare. Da lì in poi si trasforma in investigatore e impiega tutto il suo tempo e le sue energie alla ricerca del vero autore del romanzo. Il film scorre sul percorso di un vero e proprio giallo, con una musica che rafforza la suspense e una serie di colpi di scena con vari possibili “colpevoli”. Ma il delitto che Jean Michel Rouche (interpretato da Fabrice Luchini) vuole portare alla luce non è un omicidio ma quello di falso editoriale e anziché cercare l’assassino il neo-investigatore cerca la figura vivente che è convinto si sia nascosta dietro il nome del pizzaiolo scomparso. Josephine (Camille Cottin), la figlia dell’ipotetico autore, interessata a scoprire la verità sul padre assume il tuolo di Watson al fianco del critico Sherlock Holmes. Al centro della narrazione c’è il potere dei libri (chiunque legga questo romanzo se ne sente coinvolto) e la mancanza di etica del marketing editoriale, pronto a creare “casi” come questo del pizzaiolo-scrittore, capaci di sorprendere il pubblico. Tratto dal romanzo omonimo di David Foenkinos, il film è stato adattato dal regista Remi Bezançon che l’ha trasformato in una commedia densa di ironia e di satira sul mondo editoriale e i suoi valori e disvalori. Godibilissimo.
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francesca meneghetti
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giovedì 2 gennaio 2020
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la razionalità va a districare il caso
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Come è possibile che un pizzaiolo di provincia, onesto lavoratore, ma non intellettuale, di nome Henri Pick, componga un romanzo travolgente e passionale come sanno esserlo i grandi romanzi russi senza aver dato altre prove di scrittura eccelsa, si trattasse pure di una lettera? (la comparazione non è casuale, visto che la trama dell’opera si intreccia con la vita di, Puškin, padre della lingua letteraria russa, che aveva quasi presagito, o anticipato accidentalmente, la morte da duello che gli toccò in sorte). La risposta viene da un motivo profondo, quanto mascherato, del film di Rémi Bezançon: il caso, motore di tante altre commedie (mi viene in mente Woody Allen). La domanda sorge spontanea quando il manoscritto “Le ultime ore di una storia d’amore” viene ritrovato in una piccola biblioteca di Crozon, una splendida località del Finisterre bretone, dove esiste una sala dei manoscritti rifiutati.
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Come è possibile che un pizzaiolo di provincia, onesto lavoratore, ma non intellettuale, di nome Henri Pick, componga un romanzo travolgente e passionale come sanno esserlo i grandi romanzi russi senza aver dato altre prove di scrittura eccelsa, si trattasse pure di una lettera? (la comparazione non è casuale, visto che la trama dell’opera si intreccia con la vita di, Puškin, padre della lingua letteraria russa, che aveva quasi presagito, o anticipato accidentalmente, la morte da duello che gli toccò in sorte). La risposta viene da un motivo profondo, quanto mascherato, del film di Rémi Bezançon: il caso, motore di tante altre commedie (mi viene in mente Woody Allen). La domanda sorge spontanea quando il manoscritto “Le ultime ore di una storia d’amore” viene ritrovato in una piccola biblioteca di Crozon, una splendida località del Finisterre bretone, dove esiste una sala dei manoscritti rifiutati. Per inciso a Vancouver, stato di Washington (USA), esiste una istituzione di questo tipo, che richiama alla memoria le Salon des refusés, istituito da Napoleone III per ospitare le opere respinte dall’esposizione dell’Accademia delle Belle Arti: ed è qui che si annida il primo Impressionismo). L’idea alla base del film è comunque presa da un romanzo, pubblicato da Gallimard, uno dei principali editori francesi, di David Foenkinos. Ma perché un’opera supera il filtro della critica ufficiale e diventa accreditata e un’altra resta rinchiusa in un malinconico cassetto? Si potrebbero additare molte risposte, ma quella più persuasiva, alla fine, è proprio il caso. Per quanto, a prescindere dal caso, è difficile che diventi un best seller un manoscritto intitolato “Le bambole gonfiabili non vanno in menopausa”. E magari invece accade proprio così… Tuttavia il film in questione ha solo secondariamente un taglio filosofico e colto (si ricordi la discussione iniziale su dynaton e adynaton). Quello che prevale è l’aspetto investigativo, a partire dal momento in cui un critico letterario ostinato, interpretato dal grande Fabrice Luchini, si accinge a scoprire chi e che cosa ci sia dietro a Henri Pick, mettendo ko la sua vita privata e professionale, e trovando un’inaspettata alleata, dopo l’iniziale antipatia, nella figlia di Henri Pick, morto da due anni di Alzheimer, interpretata da una splendida e volitiva (come il suo naso) Camille Cottin. Il film si svolge tra Parigi e la Bretagna, attraversando almeno tre volte il ponte di Normandia, “il ponte strallato con la maggiore luce libera nel mondo” (wikipedia), che ricorda quello di Brooklyn. Se Parigi è caratterizzata soprattutto per gli interni, è il Finisterre che prevale con le sue panoramiche sulla costa alta, punteggiata da pini marittimi, le viuzze del paese di Camaret (dominato dalla torre di Vauban), dove si trova la biblioteca, le case tipiche, il porto, il cielo mutevole. Una commedia brillante, frizzante, spumeggiante come sanno esserlo le commedie (e il rugby) francesi. Da non perdere.
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ejvos licciardi
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mercoledì 1 gennaio 2020
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un film senza senso estetico
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Un flm inconsistente, senza un capo ne coda dal punto di vista della scenografia, senza pathos e umorismo.
Una regia veramente scalcagnata, la cui massima espressione è aver noleggiato un drone sopra un ponte e riutilizzato per diverse scene differenti in più punti.
Imbarazzanti le scene in auto, anni sessanta, senza gli appoggiatesta per vedere meglio il paesaggio dietro inesistente e senza far muovere le mani all'attrice alla guida.
Zero scorci grandiosi della Bretagna, Parigi inquadrata una volta sola mostando la Torre Eiffel per unpaio di secondi, una fotografia al limite della riconoscibilità dei primi "sceneggiati" TV degli anni 90.
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Un flm inconsistente, senza un capo ne coda dal punto di vista della scenografia, senza pathos e umorismo.
Una regia veramente scalcagnata, la cui massima espressione è aver noleggiato un drone sopra un ponte e riutilizzato per diverse scene differenti in più punti.
Imbarazzanti le scene in auto, anni sessanta, senza gli appoggiatesta per vedere meglio il paesaggio dietro inesistente e senza far muovere le mani all'attrice alla guida.
Zero scorci grandiosi della Bretagna, Parigi inquadrata una volta sola mostando la Torre Eiffel per unpaio di secondi, una fotografia al limite della riconoscibilità dei primi "sceneggiati" TV degli anni 90.
Non si capisce come l'Europa possa finanziare un film simile e soprattutto Sky Cinema a consigliare questo film, ma si sa, questi contratti si firmano a scatola chiusa, altrimenti dubito che avrebbero avvallato l'idea.
I volti delle persone in sala all'uscita è emblematico: un punto interrogativo grande come una casa, un piattume incredibile.
Non un'incazzatura, qualcosa di imprevisto e imprevedibile.
Siamo ancora alle scene esilaranti creati dagli effetti di una canna? Ma dai, si potefa fare di più e su Netflix ci sono B-movie molto più belli e apprezzabili.
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