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Evviva la cultura! Valutazione 3 stelle su cinque

di vanessa zarastro


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domenica 28 aprile 2019

Chi l’ha detto che con la cultura non si mangia? Valerio Fioretti (interpretato molto bene da Stefano Accorsi), Professore di Lettere che da lezioni private al giovane calciatore, ci mangerà anche bene con i 4.000 euro al mese più 30.000 a titolo di studio conseguito. Magari bastassero alcune lezioni private di letteratura, filosofia e storia, per cambiare i giovani calciatori viziati e dal carattere impossibile, basti pensare ad alcuni esempi del calcio nostrano come il barese Antonio Cassano o Mario Balotelli, nato a Palermo ma cresciuto a Brescia, che sembra abbia anche preso la maturità a 18 anni.
Nel film “Campione”siamo a Trigoria e Christian Ferro (interpretato dal bravissimo Andrea Carpenzano) è un giovane calciatore ventenne di grande talento, che gioca nella AS Roma ricoprendo il ruolo di trequartista (4312), ma pare sappia giocare anche in altre posizioni d’attacco (un po’ come Totti). Christian è un ragazzino maleducato e viziatissimo; alla sua età vive in una villa con piscina, guida una Lamborghini (ma nel suo garage ce ne sono anche altre due), tratta male tutti, rubacchia e fa a botte. Un vero incubo per la squadra!
Alla dirigenza, per fargli mettere la “testa a posto”, viene in mente di farlo studiare privatamente in modo che, da un lato gli siano date un po’ di nozioni e, dall’altra che impari un po’ di disciplina. Tra i vari insegnanti intervistati, viene scelto Valerio Fioretti, che se anche ha un’aria dimessa e non sa chi sia Christian, non si lascia intimidire.
Così, lentamente e a fatica, nasce un buon rapporto fra i due. Valerio si inventa per lui un metodo di insegnamento ad hoc avendo osservato gli schemi di strategia di gioco che Christian traccia alla lavagna. Christian, a sua volte, comincia ad apprezzare una persona così diversa da lui e da tutta la gente che conosce e frequenta. Essendo la villa troppo piena di distrazioni, e di procuratori, direttori sportivi, allenatori e altro, i due vanno a studiare insieme nella casa di Valerio, un classico appartamento con il corridoio che distribuisce le varie stanze, con le librerie strapiene di libri, con le sedie di Breuer e l’attaccapanni Thonet: tutti oggetti sconosciuti a Christian che vive in una contemporanea e asettica casa intelligente. Man mano i due si scambieranno anche alcune confidenze personali: la mamma di Christian, è morta sei anni prima di cancro, mentre il padre li aveva abbandonati entrambi, salvo a farsi vivo quando il figlio è diventato un famoso calciatore. Al suo lato, Valerio ha una moglie da cui è separato, perché avevano un bambino piccolo che è morto di meningite e lui si sente responsabile della sua morte, non avendolo portato d’urgenza in ospedale.
Christian rincontra Alessia (interpretata da Ludovica Martino), una ragazza della stessa borgata del Trullo, dove è nato e cresciuto. Lei come lavoro gestisce le macchinette delle bevande, ma sta studiando medicina all’Università. Si erano conosciuti da bambini e le mamme erano amiche.
Così Christian poco a poco, si libera di una serie di ragazzotti fannulloni, e sicuramente interessati, che bivaccavano a casa sua, inclusa un’improbabile fidanzatina che pensa solo ai like dei social network. Si mette a studiare seriamente per raggiungere l’obiettivo dell’esame di maturità, e inizia ad uscire con Alessia. Sembrerebbe proprio cambiato, mae alla prima difficoltà ripiomba nel solito casino litigando anche con Valerio. La società lo vende al Chelsea e Christian si accinge a partire per Londra, a malincuore, non senza tentare l’esame di maturità.
Andrea Carpenzano è bravissimo, si è ormai specializzato in personaggi coattoni che però si rivelano con un cuore d’oro e che vengono “domati “ a contatto con la cultura come Alessandro, il personaggio del film “Tutto quello che vuoi” di Francesco Bruni del 2017. I due attori duettano benissimo insieme e sono proprio loro che rendono piacevole questo feel good movie. Così scrive Federico Gironi in comingsoon.it: «Allora sì, il calcio, la ricostruzione del dietro le quinte e delle dinamiche di quello che più che uno sport è un business, e la vita solitaria e sotto i riflettori del Campione, che non può nemmeno prendere una cosa in pace al bar, o mangiare un panino da uno zozzone per strada senza essere inseguito dai fan. Tutto questo sì, ma prima di tutto un ragazzo, i suoi sentimenti, la sua testa. Che impara a usare come si deve dentro e fuori dal campo».
 

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