Ema |
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Un film di Pablo Larraín.
Con Mariana Di Girolamo, Gael García Bernal, Santiago Cabrera, Paola Giannini.
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Titolo originale Ema.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 102 min.
- Cile 2019.
- Movies Inspired
uscita mercoledì 2 settembre 2020.
MYMONETRO
Ema
valutazione media:
3,59
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'' energia di Ema che tutto trascina e travolgedi Dino70Feedback: 303 | altri commenti e recensioni di Dino70 |
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mercoledì 24 marzo 2021 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il grande regista cileno Pablo Larraìn, dopo le fatiche americane del film Jackie, torna in patria, nella bella e colorata città di Valparaiso, tra la cordigliera e il mare e ci regala qualcosa più di un film, una sorta di esperienza totalizzante dove i sensi vengono coinvolti nell’immagine e nella narrazione cinematografica, riscrivendo codici espressivi e comunicativi in una sorta di originalità unica, che stordisce e ammalia.
Larraìn riparte dal “sociale” e ci racconta le vicende della giovane ballerina Ema (interpretata da Mariana di Girolamo, all’esordio e inarrivabile per bravura!) e del suo coreografo-marito Gastòn (Gael Garcìa Bernal spesso attore feticcio del regista ) in una storia che incomincia con il fallimento di un’adozione: dopo neanche un anno i due hanno restituito il piccolo Polo perché venisse affidato ad una famiglia migliore.
Ema è una forza della natura, incontrollabile, che si esprime attraverso il ballo e le sue coreografie, si lascia guidare dall’istinto per travolgere tutto, persone e personaggi, convenzioni sociali e sessuali comprese, perché deve realizzare il suo testardo obiettivo, riprendersi Polo, il bambino adottato, all’inizio mite e affettuoso, poi difficile e problematico: ha bruciato i capelli della sorella di Ema, deturpandone il volto.
E’ così allora che Larraìn finge di usare il musical, ma in realtà adotta il melodramma, ma il suo modus narrativo è virtuosamente scombussolante per lo spettatore, non parte dall’inizio, ma dal centro della vicenda, per poi far dipanare la storia attraverso i contrasti della coppia, le loro fantasmagoriche inquietudini che ben si sposano con il ballo, le coreografie, e le musiche, originali e stordenti, come la stupenda e originale colonna sonora che accompagna il film.
Ema non è una persona o una ballerina, ma un mondo pulsante, inquieto e problematico, piega tutto e tutti al suo volere, perché è l’istinto di libertà assoluta a guidarla, assecondando più il desiderio che la (sovra-)struttura che dovrebbe contenerlo.
Non è un film per tutti, ma è un film per chi ama il cinema e la sincerità sconvolgente, perché istintuale, dell’artista, un’opera che rinnova il linguaggio narrativo e filmico, che riscrive la socialità e la sessualità proiettandoci nella modernità del 21° secolo abbattendo le nostre ipotetiche false certezze, bandendo conservatorismi e ipocrisie rassicuranti, così tanto antitetiche rispetto all’idea di libertà.
Larraìn ci regala una pietra miliare, raramente mi è capitato di vedere un film così sconvolgente nella sua creativa originalità, da cui è appagante farsi travolgere.
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