achab50
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sabato 18 settembre 2021
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buon film con qualche smagliatura
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Uno scrittore dilettante, che lava i cadaveri nella morgue di qualche ospedale, approfittando delle confessioni di un mafioso chiacchierone (il miglior fornitore di cadaveri della morgue, si precisa) scrive un libro che piace ad un produttore che evidentemente passa da un insuccesso all'altro, che supera grazie alla straordinaria ricchezza della moglie, la quale è al corrente dei tradimenti e fino ad un certo punto li tollera.
Il mondo del cinema è descritto con una ferocia assoluta.
Ennesimo film che parla di cinema e del suo mondo iperbolico e sordido allo stesso tempo; ambientazione genialmente inventata da Fellini in 8 1/2, qui siamo in un altro livello, più fumettistico e, visti i precedenti, più pericoloso.
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Uno scrittore dilettante, che lava i cadaveri nella morgue di qualche ospedale, approfittando delle confessioni di un mafioso chiacchierone (il miglior fornitore di cadaveri della morgue, si precisa) scrive un libro che piace ad un produttore che evidentemente passa da un insuccesso all'altro, che supera grazie alla straordinaria ricchezza della moglie, la quale è al corrente dei tradimenti e fino ad un certo punto li tollera.
Il mondo del cinema è descritto con una ferocia assoluta.
Ennesimo film che parla di cinema e del suo mondo iperbolico e sordido allo stesso tempo; ambientazione genialmente inventata da Fellini in 8 1/2, qui siamo in un altro livello, più fumettistico e, visti i precedenti, più pericoloso. A tenere in piedi tutto un Barbareschi in piena forma, ed a volte un po' sopra le righe, ma anche questo è accettabile visto il linguaggio utilizzato. La Billè, di solito molto carina, qui è esteticamente sotto tono anche perchè nei tre quarti delle inquadrature piange, inoltre, come purtroppo altre giovani attrice, non parla ma bofonchia, al punto che risulta difficile comprendere quale sia l'oggetto del ricatto verso il produttore. Buona anche la prova dello scrittore esordiente.
Un discorso a parte merita la regìa che imprime nella prima parte un ritmo scoppiettante e vivacissimo, poi ha piccoli momenti di stanchezza ed alla fine cala decisamente di qualità, anche a causa della sceneggiatura.
Comunque è un buon film che in certa misura riscatta le mediocri prove del cinema italiano di questi ultimi decenni.
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dandy
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giovedì 18 febbraio 2021
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la grande mielezza.
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Il co-regista di "Mine"(che co-sceneggia con Fausto Brizzi),esordisce in proprio adattando il romanzo "Dormiremo da vecchi" di Pino Corrias.Se all'inizio sembra la solita commedia grottesca che vuole sbertucciare(e sbeffeggiare) i modelli oltreoceano il discorso sul cinismo imperante nel mondo del cinema nostrano trova una sorprendente potenza e sgradevolezza nella svolta drammatica della seconda parte(senza però rinunciare ai toni beffardi e sopra le righe).Se certi sprazzi pulp e citazionismi sono superflui(il bagno nel miele della Gerini in nudo integrale,il combattimento con katana alla "Kill Bill",Jacaranda come un sosia di Lara Croft,la scena di sesso ripresa da "Fight Club" e la sorpresina nei titoli di coda che guarda al finale di "Il silenzio degli innocenti")c'è un'innegabile competenza tecnica e nell'amalgamare i cambi di tono.
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Il co-regista di "Mine"(che co-sceneggia con Fausto Brizzi),esordisce in proprio adattando il romanzo "Dormiremo da vecchi" di Pino Corrias.Se all'inizio sembra la solita commedia grottesca che vuole sbertucciare(e sbeffeggiare) i modelli oltreoceano il discorso sul cinismo imperante nel mondo del cinema nostrano trova una sorprendente potenza e sgradevolezza nella svolta drammatica della seconda parte(senza però rinunciare ai toni beffardi e sopra le righe).Se certi sprazzi pulp e citazionismi sono superflui(il bagno nel miele della Gerini in nudo integrale,il combattimento con katana alla "Kill Bill",Jacaranda come un sosia di Lara Croft,la scena di sesso ripresa da "Fight Club" e la sorpresina nei titoli di coda che guarda al finale di "Il silenzio degli innocenti")c'è un'innegabile competenza tecnica e nell'amalgamare i cambi di tono.E la storia è scritta in maniera esemplare,a partire dal colpo di scena sulla vera natura del protagonista e il finale con trionfo dei più biechi e della commercialità più nefasta.Insomma le frecciate vanno a segno,e il cast è ottimo.Barbareschi(che produce)è al top e Richelmy gli tiene testa.Bravissima anche la Gerini,sebbene più in disparte.La Bellè di viso ricorda molto Eva Green.La canzone "Roma brucia" è di Antonello Venditti.Una tantum,un prodotto nostrano fuori dagli schemi spavaldo ma non presuntuoso,meritevole e vitale.Naturalmente rifiutato dal pubblico atrofizzato alla paccottaglia stantia e sempre più incapace di squotere quel paio di neuroni marci che si ritrova... Il titolo allude alla marca di miele prodotta da Helga.
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marione
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giovedì 28 novembre 2019
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ben fatto, coraggioso e piacevole
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Un film ben fatto, che coinvolge lo spettatore per una regia e una sceneggiatura divertente e moderna, la brillante fotografia e l'ottima perfomance di tutti gli attori concorrono a dare una esperienza piacevole e accattivante. Il film descrive anche per metafora tutto il mondo che gira intorno alla costruzione di una produzione cinematografica con una buona dose di sarcastica ironia che spinge alla riflessione e alla consapevolezza anche chi non è addetto ai lavori. Ottimamente concepito il finale, che lascia piacevolmente sorpresi.
Un lavoro pregevole, originale e coraggioso, che spicca nell'attuale panorama cinematografico italiano.
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victor
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lunedì 18 novembre 2019
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indecoroso ed inspiegabile! un film inguardabile
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Film sgangherato volto ad una dissennata apologia del crimine con un gratuito ed indebito delitto, quello dell'attrice protagonista! Fosse almeno vietato ai minori! Soltanto una mente perversa potrebbe guardarlo!
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frascop
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giovedì 19 settembre 2019
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interessante ma barbareschi sembra abatantuono
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Un film che consiglio di vedere perchè è una prova-commedia interessante. Un film sul cinema e su un giovane che vuol scrivere film, invece di fare il beccamorto. L'intreccio è tratto dal libro del giallista Pino Corrias, il soggetto è stato scritto con Fausto Brizzi, anche regista di seconda unità, il film è stato prodotto da Luca Barbareschi, che interpreta il ruolo principale, quello di un produttore-mattatore del 3^ secolo. A tutto questo aggiungete la voglia di Resinaro di far vedere che sa girare alla maniera di Tarantino o Luc Besson, alternando stili da action movie a quelli di commedia sentimentale. Il risultato è un film che può interessare quelli come me che prima del contenuto guardano la forma, ma che sta tutto dentro la prova di Barbareschi.
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Un film che consiglio di vedere perchè è una prova-commedia interessante. Un film sul cinema e su un giovane che vuol scrivere film, invece di fare il beccamorto. L'intreccio è tratto dal libro del giallista Pino Corrias, il soggetto è stato scritto con Fausto Brizzi, anche regista di seconda unità, il film è stato prodotto da Luca Barbareschi, che interpreta il ruolo principale, quello di un produttore-mattatore del 3^ secolo. A tutto questo aggiungete la voglia di Resinaro di far vedere che sa girare alla maniera di Tarantino o Luc Besson, alternando stili da action movie a quelli di commedia sentimentale. Il risultato è un film che può interessare quelli come me che prima del contenuto guardano la forma, ma che sta tutto dentro la prova di Barbareschi. Egli è piaciuto a tutti, io aggiungo solo che recita come Abatantuono. Lo ricorda nell'aspetto, nella voce, nelle movenze. Ora, Abatantuono nel bene e nel male, cose memorabili non ne fa.
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lizzy
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domenica 21 luglio 2019
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aroma di roma...
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D'accordo, non siamo davanti ad un capolavoro.
Va bene, molte cose sono viste e riviste.
Certo, Barbareschi resta quel che è, antipatico ed accentratore.
Ma nel film tutto pare funzionare.
Sicuramente sui titoli di coda la sensazione che manchi qualcosa per farne un gran filmone resta.
Non siamo davanti un secondo "La Grande Bellezza", anche se il ballo della festa iniziale scimmiotta l'apertura del più celebre collega, ma la Roma decadente, sbruffona, intrufolona ed intrallazzona è li.
Quel che mi ha colpito sono gli effetti speciali: bellissima e riuscitissima la parte finale con incendio e annessi e connessi.
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D'accordo, non siamo davanti ad un capolavoro.
Va bene, molte cose sono viste e riviste.
Certo, Barbareschi resta quel che è, antipatico ed accentratore.
Ma nel film tutto pare funzionare.
Sicuramente sui titoli di coda la sensazione che manchi qualcosa per farne un gran filmone resta.
Non siamo davanti un secondo "La Grande Bellezza", anche se il ballo della festa iniziale scimmiotta l'apertura del più celebre collega, ma la Roma decadente, sbruffona, intrufolona ed intrallazzona è li.
Quel che mi ha colpito sono gli effetti speciali: bellissima e riuscitissima la parte finale con incendio e annessi e connessi.
Meno bene De Rienzo e comparse varie: va bene il trash caciarone, ma forse qualcosa di meglio ci si poteva inserire.
Insomma: una idea carina, un film che potrebbe andare oltre i nostri confini e una regia abbastanza riuscita.
Peccato solo per la Gerini: manco nuda cosparsa di miele funziona. Attizza forse più (anzi, di sicuro) Iaia Forte che non lei.
E poi la recitazione da soap qua non ci azzeccava nulla.
Io ci avrei visto bene una Elena Sofia Ricci nei panni di Helga. Ma anche una Ambra Angiolini non avrebbe sfigurato.
E uscendo loro due dalla vasca col miele l'effetto sarebbe stato tutto un altro...
Bel film, davvero. Meriterebbe il sequel "bollywoodiano" dopo i flash dei titoli di coda....
P.S. Roma...Roma... ma si vede veramente poco Roma nel film, a dispetto di titolo e critiche. Ce ne sarebbe voluta di più... Praga in questo film è stata veramente inutile....
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jonnylogan
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venerdì 19 luglio 2019
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w la capitale
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Andrea Serrano, inserviente d’obitorio, culla la passione per la scrittura al punto di arrivare a pubblicare un libro, ambientato nel mondo della malavita, che però ha venduto poche centinaia di copie ma diventa, per uno strano scherzo del destino, il soggetto per un film prodotto dal noto impresario: Oscar Martello. Invitato da Oscar, Andrea si precipita immediatamente a Roma per vendere i diritti del suo libro mentre l’imprenditore l’introdurrà nel patinato mondo della capitale.
Riscrivendo il romanzo del giornalista Piero Corrias, “Dormiremo da Vecchi”, Fabio Resinaro riesce a confezionare una pregevole pellicola in perenne bilico tra la commedia e il thriller.
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Andrea Serrano, inserviente d’obitorio, culla la passione per la scrittura al punto di arrivare a pubblicare un libro, ambientato nel mondo della malavita, che però ha venduto poche centinaia di copie ma diventa, per uno strano scherzo del destino, il soggetto per un film prodotto dal noto impresario: Oscar Martello. Invitato da Oscar, Andrea si precipita immediatamente a Roma per vendere i diritti del suo libro mentre l’imprenditore l’introdurrà nel patinato mondo della capitale.
Riscrivendo il romanzo del giornalista Piero Corrias, “Dormiremo da Vecchi”, Fabio Resinaro riesce a confezionare una pregevole pellicola in perenne bilico tra la commedia e il thriller. Fra la vena surreale, grazie alla quale affronta la vita l’imprenditore cinematografico Oscar Martello, Luca Barbareschi in un ruolo che pare creato a pennello per le sue spalle, così come sulle solide spalle di Claudia Gerini s’intravedono le stigmate dell’attrice di razza, perfettamente calata nella parte della moglie di Oscar. Mentre dall’altro lato si staglia la figura di uno scrittore sociopatico al quale capita l’occasione impensabile e irrinunciabile di vendere i diritti del suo ultimo libro d’(in)successo che parrebbe già pronto per divenire un soggetto cinematografico fatto e finito. Lorenzo Richelmy, nel ruolo di Andrea, viene presentato come capita a un personaggio di Fight Club, ove, come nel caso di Norton e Pitt, s’intravede immediatamente quello dal quale desidera fuggire, una vita anonima e di routine e con l’abbagliante successo che lo attende alla fine del suo tunnel personale. Al tempo stesso, una volta sbarcato a Roma e introdotto nella capitale da Oscar, maneggione del mondo degli affari e del cinema in genere, il giovane scrittore pare immediatamente in grado di barcamenarsi fra un party e una ripresa cinematografica. Ed è forse in questo cambio di registro che pecca la pellicola di Resinaro, alla sua prima opera solista in assenza del sodale Guaglione, ovvero la velocità di cambio di carattere da parte del protagonista. Una mancanza alla quale ci si può però tranquillamente adeguare per via di un registro in perenne bilico fra una risata e una riflessione frutto di personaggi che paiono usciti dalle commedie dei ’60, come il camorrista impersonato da Libero De Rienzo o il commissario di polizia portato in scena da Francesco Montanari, e di una trama che s’infittisce sino all’ultima inquadratura virando dallo slapstick al giallo. Film quindi nel complesso pregevole perché da anni non si vedeva una trama in grado di portare il piano narrativo decisamente sopra le righe ma anche capace di fungere da punto di contatto tra due generi così differenti.
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martedì 16 aprile 2019
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ottimo lavoro
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Veramente ben fatto. Intelligente, drammatico, commedia noir.
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franzganz
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lunedì 15 aprile 2019
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film godibile e originale quanto basta
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Se fosse un film americano probabilmente avrei un altra opinione. Trashissimo, esagerato e copione. Ma questo pacchetto è incartato bene e con così tanta italianità da diventare una bomba, nel panorama cinematografico del bel paese. Rispetto ai soliti tentativi di ritrovare il "genere perduto" degli anni '70 e '80 questo film prova a fare un passo in più.
Non solo si invola da quegli stilemi, ma si arricchisce con i frutti che, quegli stessi canoni dettati dai nostri Bava, Di Leo, Lenzi e co. hanno prodotto oltreoceano o in altre realtà filmiche. E' il figlio del nipote del cugino del cinema di genere italiano. Per me un siluro inaspettato.
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Se fosse un film americano probabilmente avrei un altra opinione. Trashissimo, esagerato e copione. Ma questo pacchetto è incartato bene e con così tanta italianità da diventare una bomba, nel panorama cinematografico del bel paese. Rispetto ai soliti tentativi di ritrovare il "genere perduto" degli anni '70 e '80 questo film prova a fare un passo in più.
Non solo si invola da quegli stilemi, ma si arricchisce con i frutti che, quegli stessi canoni dettati dai nostri Bava, Di Leo, Lenzi e co. hanno prodotto oltreoceano o in altre realtà filmiche. E' il figlio del nipote del cugino del cinema di genere italiano. Per me un siluro inaspettato. Capisco che le critiche riguardano gusti diversi e non so cosa la gente si aspettava di vedere; ma a me il film è piaciuto, e anche parecchio: dalla messa in scena, agli attori, alla fotografia assolutamente poco italiana (cit. Stanis La Rochelle) alla sceneggiatura e alla trama, che, seppure non proprio esplosiva, brilla come una supernova nel cadaverico panorama cinematografico italiano. Ovviamente se vi aspettate il cinema d'autore all'italiana rimarrete delusi. Se vi aspettate pieraccionate o vanzinate rimarrete ugualmente delusi. Se vi aspettate un film in stile americano rimarrete delusi. Io mi sono divertito, proprio perché non era nulla di tutto questo; e proprio perché è comunque un film difficilmente classificabile. Comunque un tentativo lodevole di fare qualcosa di diverso, che spero verrà apprezzato e ancor più che darà qualche altro buon frutto.
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franzganz
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lunedì 15 aprile 2019
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una ventata di aria fresca
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Capisco che le critiche sono sempre incriticabili poiché frutto di gusti diversi. E questo è un film talmente esagerato (nel trash, nella comistione di generi, nella recitazione e, in generale, nella messa in scena) che facilmente può scontentare molti. Tuttavia nel panorama italiano un film del genere rappresenta una vera ventata di aria fresca. Film godibile e divertente senza essere melenso o trito e ritrito. Non tenta di riprendere i fasti del film di genere italiano "old school", ma semmai scopiazza più i filmazzi d'oltreoceano. Ma nonostante tutto fa con stile tutto italiano. Un vero B movie di serie A. Chi cerca Pieraccioni o vanzinate rimarrà delusissimo, chi invece cerca qualcosa di diverso come messa in scena e trama (molto poco italiane come direbbe Stanis La Rochelle) potrebbe anche non gradire, ma certamente non potrà rimanere indifferente.
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Capisco che le critiche sono sempre incriticabili poiché frutto di gusti diversi. E questo è un film talmente esagerato (nel trash, nella comistione di generi, nella recitazione e, in generale, nella messa in scena) che facilmente può scontentare molti. Tuttavia nel panorama italiano un film del genere rappresenta una vera ventata di aria fresca. Film godibile e divertente senza essere melenso o trito e ritrito. Non tenta di riprendere i fasti del film di genere italiano "old school", ma semmai scopiazza più i filmazzi d'oltreoceano. Ma nonostante tutto fa con stile tutto italiano. Un vero B movie di serie A. Chi cerca Pieraccioni o vanzinate rimarrà delusissimo, chi invece cerca qualcosa di diverso come messa in scena e trama (molto poco italiane come direbbe Stanis La Rochelle) potrebbe anche non gradire, ma certamente non potrà rimanere indifferente. Comunque un lodevole tentativo di tirar fuori qualcosa di diverso dal solito. A me è piaciuto, e anche parecchio ma, a prescindere da questo, un prodotto da premiare anche solo al fine di incoraggiare autori e registi a seguire piste nuove rispetto alle solite italiettate inguardabili.
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