1994

Film 2019 | Drammatico

Regia di Claudio Noce, Giuseppe Gagliardi. Una serie Da vedere 2019 con Stefano Accorsi, Michele Melega, Melissa Anna Bartolini, Carolina Carlsson. Cast completo Genere Drammatico - Italia, 2019, - MYmonetro 3,79 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. STAGIONI: 1 - EPISODI: 8

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Ultimo aggiornamento martedì 25 maggio 2021

Come andranno a finire le storie di Leo Notte, Veronica Castello e sua sorella Giulia?

Consigliato assolutamente sì!
3,79/5
MYMOVIES 4,50
CRITICA
PUBBLICO 3,08
CONSIGLIATO SÌ
Una stagione sorprendente e innovativa che conclude al meglio la trilogia sulla mancata rivoluzione italiana.
Recensione di Andrea Fornasiero
lunedì 28 ottobre 2019
Recensione di Andrea Fornasiero
lunedì 28 ottobre 2019

Berlusconi è "sceso in campo" e corre per il Governo, mentre il redivivo Leonardo Notte che lo sprona e lo consiglia con la consueta astuzia. Ma Notte ha anche i suoi problemi da affrontare, primo fra tutti capire chi gli ha sparato e mettersi al sicuro da questa minaccia. Veronica Castello sposa il nuovo clima politico e cerca di scrollarsi di dosso la sua immagine di bella ballerina nei nuovi panni di parlamentare, ma il maschilismo regna anche tra le aule e i corridoi del potere. Pietro Bosco crede veramente che la Lega al governo possa cambiare il Paese, la politica è però l'arte dei compromessi e il prezzo dell'alleanza con Silvio Berlusconi farà naufragare il suo giustizialismo. Così come la guerra del Cavaliere contro la procura di Milano arriverà a consumare le offensive di Di Pietro e del suo nuovo braccio destro Dario Scaglia.

Si conclude la trilogia sulla mancata rivoluzione italiana nata da un'idea di Stefano Accorsi e dietro i sogni di trasformazione del Paese si assiste piuttosto alla nascita del populismo, fenomeno a cui è infatti dedicato l'epilogo.

Non raccontiamo di più perché sarebbe davvero un peccato: 1994 è infatti sorprendente, capace di rinnovare radicalmente il format delle due stagioni precedenti. Si abbandona la serialità più tradizionalmente lineare, che segue in parallelo le trame di diversi personaggi, e ci si concentra invece su fatti specifici e personaggi, veri e fittizi senza più soluzione di continuità. In questo modo il tempo si fa fluido, salta in avanti o si riavvolge, andando direttamente al dunque, seguendo archi compatti e momenti di forte tensione. Una strategia che ripaga della pazienza per le due precedenti annate non proprio stellari, colpite da una diminuzione dei protagonisti per cause esterne alla serie: prima con Tea Falco divenuta un caso virale per via della sua curiosa pronuncia, e già ben poco presente in 1993, quindi con Domenico Diele condannato per omicidio stradale.

Al posto di cercare di sostituire i loro personaggi con nuove figure, se ne fanno crescere di già presenti come Dario Scaglia e soprattutto si punta si trasforma l'essenzialità in virtù: i protagonisti sono i tre personaggi di fantasia e fra loro si forma un complesso triangolo, mentre Berlusconi e Di Pietro continuano la loro sfida a distanza. Dal confronto con Occhetto in Tv al mandato di comparizione al convegno internazionale sulla giustizia di Napoli a Silvio Berlusconi, si passa per l'incontro tra Bossi e il Cavaliere, nella sua villa in Sardegna, e il tentativo trasversale di realizzare una nuova legge contro lo stupro, da parte di politiche di opposti schieramenti.

La Storia e le storie si intrecciano, ma gli autori Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo hanno ormai fiducia nei propri personaggi e li rendono figure rilevanti tanto quanto quelle storiche, anzi ancora di più, visto che gli ultimi due episodi sono tutti per loro.

Allo stesso tempo anche verso le figure reali non c'è più alcun timore: se nella prima stagione Berlusconi era una presenza fantasmatica e nella seconda aveva poche scene, qui appare invece spesso e volentieri, con il volto irriconoscibile di un impressionante Paolo Pierobon. Il Cavaliere è così addentro al racconto romanzato da avere scambi con Leonardo Notte anche sulla propria vita privata, per arrivare a una ambigua uscita di scena. D'Alema, interpretato da Vinicio Marchioni, ha pochissime ma ficcanti scene, anche se a battute nessuno ne ha di migliori di Gianfelice Imparato, nei panni di un democristiano fittizio ma estremamente credibile, che ama chiosare gli eventi con finezza intellettuale e cinica da navigato doroteo.

Tutto il contrario di Accorsi che invece spara frasi a effetto quanto più plateali possibili, in linea con il passato da pubblicitario di Notte, tanto da arrivare a dire più o meno: «Non credo che tu voglia sperimentare la fine del mondo per una cosa piccola e meschina come la verità». Ciò nonostante anche il suo personaggio avrà momenti di umanità, in cui Accorsi dà una delle sue prove migliori, così come conferma di crescere di anno in anno anche Miriam Leone nei panni di Veronica Castello. Il più bravo tra i tre però si conferma Guido Caprino, che non a caso attraversa il percorso emotivo più intenso ed estremo, oltre che la trasformazione fisica più impressionante per entrare nel personaggio (quest'anno racconta di aver preso 16 kg. di massa contro gli addirittura 20 delle precedenti stagioni).

Diretta a quattro mani da Giuseppe Gagliardi e Claudio Noce, che firmano quattro episodi a testa, la stagione approfitta della compattezza narrativa delle puntate per attraversare diversi registri stilistici, dal thriller paranoico in spazi chiusi al "delitto sotto il sole" in Sardegna, passando per la vivacità cromatica e musicale dell'episodio al femminile e per il cinema civile delle indagini in procura. La musica è quella del periodo, ma scelta con estrema cura, con brani di Portishead, Blur, Soundgarden e Karmacoma dei Massive Attack, appropriatamente insieme agli Almamegretta per l'episodio partenopeo, mentre il finale è tutto per gli Afterhours. Brani complessi e articolati come sono la Storia e i personaggi, veri e fittizi, di questa riuscita rivoluzione seriale.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 15 dicembre 2019
Onufrio

Ottima stagione conclusiva della trilogia italiana degli anni 90 ideata da Stefano Accorsi. Curioso il quinto episodio, raccontato in stile "Viale del Tramonto", altrettanto interessante è l'ultimo episodio, interamente ambientato nel novembre del 2011, il giorno in cui Berlusconi diede le dimissioni, ponendo così di fatto la fine al "sogno degli italiani".

FOCUS
FOCUS
mercoledì 25 settembre 2019
Paola Casella

"Volevamo raccontare una rivoluzione mancata: e dopo la Rivoluzione e il Terrore, ecco la Restaurazione". Il produttore Lorenzo Mieli riassume così la trilogia di Sky iniziata con 1992, passata per 1993 e giunta trionfalmente al 1994. Tre anni per raccontare un momento clou della Storia d'Italia: grandi inchieste, alleanze strategiche, ribaltoni e un cambiamento mai realmente avvenuto. Se qualcuno ci vede un prototipo della contemporaneità è perché la Storia tende a ripetersi, e mostrarne i meccanismi, come ha fatto la trilogia nata da un'idea di Stefano Accorsi - come i titoli di testa sottolineano all'inizio di ogni episodio - "aiuta a individuarne i segni sul presente, nel nostro modo di vivere", afferma Mieli.

Dal 4 ottobre la saga si avvierà verso la sua conclusione finale, promettendo di tirare le fila se non sulla storia d'Italia, almeno sulle vicende dei suoi tre protagonisti: Leonardo Notte, dark fin dal nome, manovratore nell'ombra arrivato a conquistare una poltrona parlamentare; Veronica Castello, anima inquieta dal passato equivoco, apice del triangolo formato da Leonardo e da Pietro Bosco, sottosegretario agli Interni ma sempre "sfigato che gioca sempre in serie B".

I tre interpreti sono sempre gli stessi: Stefano Accorsi, Miriam Leone, e uno strepitoso Guido Caprino, fra i migliori attori italiani nella sua fascia anagrafica. Accanto a loro c'è il morphing infallibile di Paolo Pierobon in Silvio Berlusconi, solo uno dei tanti personaggi reali della vicenda "liberamente rielaborata e romanzata" dalla trilogia della rivoluzione mancata, che in questa tranche finale cambia struttura narrativa, passando da una sceneggiatura corale a un protagonista o un momento storico a puntata.

1994 passa dal famoso dibattito fra Achille Occhetto e Silvio Berlusconi condotto da Enrico Mentana all'incontro fra Bossi e Mister B in Costa Smeralda in cui si suggellerà l'unione Lega-Forza Italia, fino all'avviso di garanzia al Presidente del Consiglio e alla caduta del governo. Accanto a Silvio Notte tiene un piede dentro e uno fuori dalle patrie galere, e "vuole decidere i ministri" più che fare il ministro lui stesso, come un Jep Gambardella con sede operativa a Montecitorio. Il mastino Bosco cerca di ricordare al Senatùr il suo celodurismo e il patto con i cittadini (almeno quelli padani). In mezzo a loro Veronica: no, non quella che liquiderà il premier con una lettera a Repubblica, ma quella che si destreggia fra un uomo che l'accetta per come è e un altro che la spinge a diventare migliore, e che si impegnerà in politica per difendere i diritti delle donne, "perché ha conosciuto la violenza di genere e la discriminazione in quanto donna", ricorda Miriam Leone.

La regia questa volta è a due mani: Giuseppe Gagliardi, che ha impostato lo stile di tutta la serie incorporando anche la lezione sorrentiniana, e Claudio Noce. E se Gagliardi ha acquisito abbastanza confidenza per permettersi un inizio di episodio (il quinto) alla Viale del tramonto, Noce appare meno disinvolto, più preoccupato di raccontare le ombre all'interno dei palazzi che la seduzione di tutti nei confronti di tutti.

NEWS
SERIE TV
lunedì 28 ottobre 2019
Andrea Fornasiero

I nuovi episodi ripagano gli spettatori della pazienza per le due precedenti annate, non proprio scoppiettanti. Ora su Sky. Vai all'articolo »

TRAILER
martedì 11 giugno 2019
 

Il terzo capitolo della produzione originale Sky realizzata da Wildside. Sempre protagonista Leonardo Notte che interagisce con i personaggi della politica italiana di quegli anni, sullo sfondo della conclusione di Tangentopoli e Mani Pulite e della nascita [...]

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