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Sergio Castellitto: «Il futuro è un diritto dei giovani. Non possiamo negarglielo»

L'attore è un avvocato senza scrupoli ne Il tuttofare, commedia di Valerio Attanasio al cinema dal 19 aprile.
di Paola Casella

Il tuttofare

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Sergio Castellitto (70 anni) 18 agosto 1953, Roma (Italia) - Leone. Interpreta Salvatore Toti Bellastella nel film di Valerio Attanasio Il tuttofare.
lunedì 16 aprile 2018 - Incontri

Sergio Castellitto è Toti Bellastella, principe del Foro con un formidabile pelo sullo stomaco, nella commedia Il tuttofare, con cui lo sceneggiatore Valerio Attanasio esordisce al lungometraggio di finzione. Toti è un personaggio irresistibile nella sua totale mancanza di scrupoli, ma Castellitto ha scelto di non rendercelo simpatico e non invitare gli spettatori all'emulazione.

"Una strepitosa recitazione di Castellitto che giganteggia su tutto il film".
Dalla recensione di MYmovies.it

Insomma, ha scelto di non fare il piacione.
Ho interpretato questo personaggio come un atto d'amore nei confronti di chi mi ha insegnato l'amore per il cinema e con cui ho avuto la fortuna di lavorare: Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Ettore Scola, Mario Monicelli, Marco Ferreri, e così via. È stato come pagare pegno. Il problema era riuscire a non essere imitativi filtrando Toti attraverso il mio gusto personale.

Come ha fatto?
La vera difficoltà è trovare la misura nell'esagerazione. Se questa misura non ci fosse non sarebbero esistiti personaggi paradossali come Brancaleone alle crociate o il Generale Custer di Mastroianni in Non toccare la donna bianca di Marco Ferreri.


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Il photocall del film Il tuttofare.
Il photocall del film Il tuttofare.
Il photocall del film Il tuttofare.

A tratti Toti è anche un personaggio volgare.
Ma lo è nella misura in cui non sbaglia mai i congiuntivi. Non un personaggio della commedia bassa, bensì un borghese che ogni tanto segnala la sua volgarità con delle cadute: ma i congiuntivi, quelli non li sbaglia.

E usa il latino "legalese" come un'arma.
È il potere delle parole. La commedia vera fa questo: ti parla di cose serie e lì per lì non te ne accorgi, perché hai riso alla performance, alla gag, alla battutaccia. Poi torni a casa e ti rendi conto che anche il tuo avvocato o il tuo condomino si comportano così. La commedia funziona solo quando riesce a lasciare questa traccia.

Toti Bellastella incarna quella generazione che ha tolto molto alla generazione dei figli.
È così. Ho girato un docufilm su Aldo Moro che andrà in onda l'8 maggio su Rai1 e mi sono reso conto che il 16 marzo del 1978 - quando io ero un allievo dell'Accademia d'arte drammatica - è morta la mia giovinezza e mi è stata tolta un'idea di futuro. Ecco, noi stiamo ricommettendo, in termini per fortuna meno tragici di quelli, lo stesso terribile errore nei confronti delle giovani generazioni.

Eppure molti suoi coetanei asseriscono di avere a cuore i giovani.
È una fandonia. È biologicamente accertato che il vecchio al massimo ama il nipote piccolo che gli fa compagnia quando va ai giardini. La giovinezza è uno stadio dell'esistenza che ha diritto ad un futuro al quale noi adulti non abbiamo più accesso nella stessa maniera e quindi, come si direbbe a Roma, rosichiamo. Personalmente mi sono salvato da questa invidia grazie al fatto che ho quattro figli che mi ricordano il loro diritto alla giovinezza, e lo rivendicano ogni giorno.


RECENSIONE

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