Troppa grazia |
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Un film di Gianni Zanasi.
Con Alba Rohrwacher, Elio Germano, Giuseppe Battiston, Hadas Yaron.
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Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 110 min.
- Italia, Spagna, Grecia 2018.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 22 novembre 2018.
MYMONETRO
Troppa grazia
valutazione media:
3,06
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'irriducibile geometra
di Fabio Ferzetti L'Espresso
Nei film di Gianni Zanasi succedono sempre un sacco di cose ma nulla accade davvero se non nella testa dei personaggi. Che sono fragili, disorientati, tormentati, tenaci, sognatori di fuori ma concreti di dentro. Gente che vorremmo conoscere insomma, e di cui c'è un gran bisogno, anche perché non guardano mai solo a se stessi ma al mondo. In "Non pensarci" e "La felicità è un sistema complesso" toccava a Mastandrea ispezionare lo scarto tra ideali e realtà (due delle sue migliori prove in assoluto, non a caso), ma il femminile cominciava a farsi sentire. Così al centro di "Troppa grazia" troviamo un'impagabile Alba Rohrwacher, mamma single, geometra inflessibile, gran faccia di bronzo. Una che per far bene il suo lavoro (e farlo far bene agli altri, impresa disperata) è disposta a tutto. Anche a parlare con la Madonna: come succede, letteralmente, quando la divaricazione fra ciò che è e ciò che vorrebbe si fa troppo drammatica. Anche se la Madonna (meravigliosa Hadas Yaron) ovviamente appare solo a lei, non ai tanti corrotti e rassegnati che si preparano a devastare una vallata incantevole con ruspe e bulldozer. Mentre lei deve anche vedersela con una figlia adolescente scontrosa, un ex forse non così ex (Elio Germano), un padre ex jazzista che ha sostituito l'eroina con Facebook ma dev'essere stato un buon padre (Teco Celio). Magari l'insieme, così seducente e bislacco, avrebbe guadagnato a restare più vago, sospeso, mentre Zanasi (con Michele Pellegrini, Giacomo Ciarrapico e Federica Pontremoli alla sceneggiatura) mette molti puntini sulle i. Magari l'idea della lotta con questa Madonna-Super Io, soave e manesca, è così forte e divertente da far ombra alle altre sottotrame. Ma basterebbe la scelta di fare di una timida geometra un'irriducibile pasionaria a dire la genialità di questa fiaba gentile e personalissima. Così felicemente fuori del tempo nei modi, e così dolorosamente contemporanea nella sostanza.
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