eugen
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giovedì 22 febbraio 2024
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vero, falso o ?
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Dal romanzo "Spinning Man"Simon Kaijser , con lo screenplay di Matthew Aldrich (2018)avrebbe potuo trarre un film migliore, probabilmnete, ma non conoscendo il rommanzo di partenza, e¿impossibile"vaticinare".... Certo, il risultato del fim e'complessivamente delugente, dato che viene semopre in mente, vedendo il film, l'effetto de'ha vu, insomma di qualcosa di scontato, di prevedibile, di"gia'visto", Ingeneroso? Forse, ma in complesso sara'anche la ripartizionne dei ruoli a non indurre ad altra "soluzione", ma il goco tra l'investigatore iperzelante(?) e il prof.di filosofia tutto casa, filosofia e famiglia.
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Dal romanzo "Spinning Man"Simon Kaijser , con lo screenplay di Matthew Aldrich (2018)avrebbe potuo trarre un film migliore, probabilmnete, ma non conoscendo il rommanzo di partenza, e¿impossibile"vaticinare".... Certo, il risultato del fim e'complessivamente delugente, dato che viene semopre in mente, vedendo il film, l'effetto de'ha vu, insomma di qualcosa di scontato, di prevedibile, di"gia'visto", Ingeneroso? Forse, ma in complesso sara'anche la ripartizionne dei ruoli a non indurre ad altra "soluzione", ma il goco tra l'investigatore iperzelante(?) e il prof.di filosofia tutto casa, filosofia e famiglia...()???)lascia quantomeno perplessi.... IL fatto ¿che , enll'ambito del thriller, sono ormai poche le "soluzioni"convincenti e si rischia di pescare sempre nel fondo del barile o qualcosa di simile.... Eugen
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dadanilo
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martedì 1 marzo 2022
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inconcludente
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Mi spiace per il suo dettagliato e partecipato commento, ma l'unico aggettivo che riesco a trovare per questo film è inconcludente sotto ogni aspetto: dialoghi inconcludenti (scontati a dir poco), scene inconcludenti (pessima fotografia), finale fantasioso e bizzarro. Il mio criterio di thriller psicologico è definito sì dai film di Hitchcock di cui questo film tenta maldestramente di aderire, ma per rimanere attuali bisogna rimanere ai livelli de Il caso Thomas Crawford e allora possiamo riparlarne, ma questo è ben lontano dallo stile elevato del film di Gregory Hoblit. Non sono un critico cinematografico e me ne guardo bene, ma esprimo esclusivamente la mia opinione. Grazie per l'attenzione.
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carloalberto
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mercoledì 27 ottobre 2021
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il regista nella nebbia
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Sarebbe potuto essere un buon thriller con due ottimi attori, Pierce Brosnan e Guy Pearce, rispettivamente nella parte del gatto poliziotto e del topo presunto colpevole, impegnati in un drammatico duello psicologico che ricalca l’incontro-scontro tra Servillo e Reno nel film di Donato Carrisi, La ragazza nella nebbia, dalla trama simile ma enormemente più complessa, se non fosse stato per l’aspirazione del regista, Simon Kaijser, a farne un film colto, con citazioni inopportune e semplificazioni fuori contesto di grandi pensatori, ad esempio di Wittgenstein, in versione bignami per il grande pubblico, in realtà autore di testi la cui comprensione non è garantita nemmeno da una laurea in filosofia.
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Sarebbe potuto essere un buon thriller con due ottimi attori, Pierce Brosnan e Guy Pearce, rispettivamente nella parte del gatto poliziotto e del topo presunto colpevole, impegnati in un drammatico duello psicologico che ricalca l’incontro-scontro tra Servillo e Reno nel film di Donato Carrisi, La ragazza nella nebbia, dalla trama simile ma enormemente più complessa, se non fosse stato per l’aspirazione del regista, Simon Kaijser, a farne un film colto, con citazioni inopportune e semplificazioni fuori contesto di grandi pensatori, ad esempio di Wittgenstein, in versione bignami per il grande pubblico, in realtà autore di testi la cui comprensione non è garantita nemmeno da una laurea in filosofia.
Forse nel romanzo di George Harrar, Spinning man, a cui il thriller si ispira, le considerazioni filosofiche sono meglio esposte ed hanno un significato preciso ed inerente alla trama e al rapporto tra i due protagonisti, ma nella sceneggiatura purtroppo rimangono al livello di battute superficiali nei dialoghi.
Nel finale, inoltre, il plot si complica, in un modo palesemente artificioso, proponendo pirandellianamente una doppia versione dei fatti che non convince nessuno, nemmeno Pierce Brosnan che indaga sulla misteriosa scomparsa della ragazza.
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felicity
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martedì 18 agosto 2020
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attori giusti in un film tutto sbagliato
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Spinning Man - Doppia colpa: il professore universitario Evan Birch è diventato molto popolare grazie al suo fascino e alla sua reputazione, ma quando una studentessa, Hannah, scompare misteriosamente, la moglie di Evan inizia a mettere in dubbio l'alibi del marito. Il detective Malloy ha più di un motivo per non credere alla versione dell'uomo ed Evan si ritrova di fronte a molti ostacoli.
E qui iniziano subito i problemi del film: senza alcun crimine, nessuna prova e nessuna valida ragione per la scomparsa della ragazza, il poliziotto fa comunque di Evan il principale sospettato.
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Spinning Man - Doppia colpa: il professore universitario Evan Birch è diventato molto popolare grazie al suo fascino e alla sua reputazione, ma quando una studentessa, Hannah, scompare misteriosamente, la moglie di Evan inizia a mettere in dubbio l'alibi del marito. Il detective Malloy ha più di un motivo per non credere alla versione dell'uomo ed Evan si ritrova di fronte a molti ostacoli.
E qui iniziano subito i problemi del film: senza alcun crimine, nessuna prova e nessuna valida ragione per la scomparsa della ragazza, il poliziotto fa comunque di Evan il principale sospettato.
Incapace di difendersi adeguatamente, anche nei confronti della moglie confusa, le ombre del dubbio creano così tanti problemi per Evan che le cose non saranno più le stesse e la goffa sceneggiatura si accumula sui colpi di scena, più ingiusti dell'ingiustizia stessa per un uomo innocente.
È colpevole o solo una vittima del destino? Non faremo spoiler qui, ma diremo solo che il film è privo di suspense e addirittura di scopo.
Spinning Man non gira, non si muove nemmeno.
Chiaramente il film tenta di essere più serio del livello standard del genere, ma manca della coerenza sia per far risuonare pienamente i suoi temi intellettuali che per il suo mistero davvero poco intrigante.
Verso la fine del film, Evan entra persino nell'ufficio di Malloy a tarda notte per confessare, ma questa non è la soluzione e porta solo a ulteriori artificiose macchinazioni della trama che si rivelano del tutto insoddisfacenti.
Davvero non si riesce a dare un senso a tutta questa operazione.
È un peccato, perché la premessa del film sicuramente prometteva di essere intrigante.
La sceneggiatura funziona meglio non nei suoi aspetti melodrammatici o da soap opera, ma piuttosto negli incontri silenziosi tra poliziotto e sospettato in cui l'acuta intelligenza di entrambi gli uomini è ampiamente mostrata.
Pearce offre una performance di ammirevole intensità, mentre Brosnan interpreta il ruolo in modo intelligente, facendoci percepire i veri sentimenti di Malloy. Il bel lavoro dei due attori mantiene il nostro interesse fino alla fine che è più di quanto si possa dire della trama contorta.
Un caso classico di attori giusti in un film tutto sbagliato.
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felicity
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martedì 11 agosto 2020
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attori giusti in un film tutto sbagliato
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Il professore universitario Evan Birch è diventato molto popolare grazie al suo fascino e alla sua reputazione. Quando una studentessa, Hannah, scompare misteriosamente, la moglie di Evan inizia a mettere in dubbio l'alibi del marito. Il detective Malloy ha più di un motivo per non credere alla versione dell'uomo ed Evan si ritrova di fronte a molti ostacoli.
E qui iniziano i problemi del film: senza alcun crimine, nessuna prova e nessuna valida ragione per la scomparsa della ragazza, il poliziotto fa comunque di Evan il principale sospettato.
Incapace di difendersi adeguatamente, anche nei confronti della moglie confusa, le ombre del dubbio creano così tanti problemi per Evan che le cose non saranno più le stesse e la goffa sceneggiatura si accumula sui colpi di scena, più ingiusti dell'ingiustizia stessa per un uomo innocente.
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Il professore universitario Evan Birch è diventato molto popolare grazie al suo fascino e alla sua reputazione. Quando una studentessa, Hannah, scompare misteriosamente, la moglie di Evan inizia a mettere in dubbio l'alibi del marito. Il detective Malloy ha più di un motivo per non credere alla versione dell'uomo ed Evan si ritrova di fronte a molti ostacoli.
E qui iniziano i problemi del film: senza alcun crimine, nessuna prova e nessuna valida ragione per la scomparsa della ragazza, il poliziotto fa comunque di Evan il principale sospettato.
Incapace di difendersi adeguatamente, anche nei confronti della moglie confusa, le ombre del dubbio creano così tanti problemi per Evan che le cose non saranno più le stesse e la goffa sceneggiatura si accumula sui colpi di scena, più ingiusti dell'ingiustizia stessa per un uomo innocente.
È colpevole o solo una vittima del destino? Non faremo spoiler qui, ma diremo solo che il film è privo di suspense e addirittura di scopo.
Spinning Man non gira, non si muove nemmeno.
Chiaramente il film tenta di essere più serio del livello standard del genere, ma manca della coerenza sia per far risuonare pienamente i suoi temi intellettuali che per il suo mistero davvero poco intrigante.
Verso la fine del film, Evan entra persino nell'ufficio di Malloy a tarda notte per confessare, ma questa non è la soluzione e porta solo a ulteriori artificiose macchinazioni della trama che si rivelano del tutto insoddisfacenti.
Davvero non si riesce a dare un senso a tutta questa operazione.
È un peccato, perché la premessa del film sicuramente prometteva di essere intrigante.
La sceneggiatura funziona meglio non nei suoi aspetti melodrammatici o da soap opera, ma piuttosto negli incontri silenziosi tra poliziotto e sospettato in cui l'acuta intelligenza di entrambi gli uomini è ampiamente mostrata.
Pearce offre una performance di ammirevole intensità, mentre Brosnan interpreta il ruolo in modo intelligente, facendoci percepire i veri sentimenti di Malloy. Il bel lavoro dei due attori mantiene il nostro interesse fino alla fine che è più di quanto si possa dire della trama contorta.
Un caso classico di attori giusti in un film tutto sbagliato.
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elgatoloco
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mercoledì 16 ottobre 2019
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colpe vere/presunte
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In realtà"Spinning Man"(Simon Kaijser, da un romanzo di George Harrar, 2018)è un thiller ma anche una riflessione filosofica su ciò che si possa/debba intendere per"vero"oggettivamente e su invece come il"vero"venga soggettivamente inteso.Un equivoco continuo, dove non è tanto il fatto che sia un prof.di filosofia ad essere il protagonista(certo questo elemento"aggrava"la questione, se possibile)ma proprio lo svolgersi-dispiegarsi(nel senso di"aprirsi"e dunque di rivelarsi a chi è spettatore)mostra come-senza voler rinviare a"Rashomon", Shakespeare, Calderon de la Barca, Pirandello e a molti altri esempi letterari, teatrali e filmici- oltre ad elemnti oggettvi vi siano anche pulsioni, tensioni e ricordi che costituiscono elementi ostativi alla conoscenza e alla definizione di "verità"anche semplicmenete(? in realtà è questo di cui si tratta nel film, di una sudentessa morta, non si sa inizilamente se per uccisione o per un incidente)giudiziaria/ poliziesca, dove il detective è qui interpretato magistralmente da Pierce Brosnan, ormai non più identificabile in alcun modo con il personaggio di James Bond che per vari anni"gli è rimasto addosso".
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In realtà"Spinning Man"(Simon Kaijser, da un romanzo di George Harrar, 2018)è un thiller ma anche una riflessione filosofica su ciò che si possa/debba intendere per"vero"oggettivamente e su invece come il"vero"venga soggettivamente inteso.Un equivoco continuo, dove non è tanto il fatto che sia un prof.di filosofia ad essere il protagonista(certo questo elemento"aggrava"la questione, se possibile)ma proprio lo svolgersi-dispiegarsi(nel senso di"aprirsi"e dunque di rivelarsi a chi è spettatore)mostra come-senza voler rinviare a"Rashomon", Shakespeare, Calderon de la Barca, Pirandello e a molti altri esempi letterari, teatrali e filmici- oltre ad elemnti oggettvi vi siano anche pulsioni, tensioni e ricordi che costituiscono elementi ostativi alla conoscenza e alla definizione di "verità"anche semplicmenete(? in realtà è questo di cui si tratta nel film, di una sudentessa morta, non si sa inizilamente se per uccisione o per un incidente)giudiziaria/ poliziesca, dove il detective è qui interpretato magistralmente da Pierce Brosnan, ormai non più identificabile in alcun modo con il personaggio di James Bond che per vari anni"gli è rimasto addosso". Qui, Guy Pearce(il professore)ne è il "contraltare", volendo, ma non meno efficaci sono le presenze di Odeya Rush, Minnie Driver, ma anche di tutte le altre presenze che agisccono nel film, che ha trattati veramente "caleidoscopici", per dire come nel nostro tempo, oltre a quanto è già comunque sempre insito nel rapporto tra conoscenza e verità, macchina da presa e riproducibilità tecnica aumentino tale problema, rendendola più difficile. Per rimanere un precedente senz'altro noto a moltissime persone, basti rimandare a"Blow-up"di Michelangelo Antonioni, film che ha ormai più di mezzo secolo, ma rimane in qualche modo(anzi forse tout court)esemplare di ciò. Il cinema e la"fiction", anche più di documentazione e di quel genere"flou"che è la docufiction sono capaci di rendere ancora più problematicamente efficace il problema e non sapremo se sia così "facile"affermare con Wittgenstein/ampiamente citato nel film)che"l'enigma non esiste". El Gato
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r.a.f.
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martedì 8 ottobre 2019
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quando il senso di colpa gioca brutti scherzi
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Thriller di gran classe, sofisticato e teso, dove anche i colpi di scena sono diluiti e metabolizzati con lentezza, senza forzature e senza la ricerca di un effetto sorpresa a tutti i costi.
Un affascinante professore di filosofia, che non sembra insensibile al fascino delle giovani studentesse, si trova al centro dell’indagine sulla scomparsa di una ragazza del luogo; marcato sempre più stretto dall’investigatore, convinto che lui sappia qualcosa, sembra doversi difendere anche dai sospetti della giovane moglie, forse a causa di un segreto che appartiene al loro passato, di cui entrambi sembrano non voler parlare. La vicenda si dipana come in un gioco di specchi, attraverso frammenti di ricordi e flashbacks, sempre in bilico tra ciò è successo realmente e ciò che avrebbe potuto succedere, tra la realtà sognata e quella effettivamente vissuta.
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Thriller di gran classe, sofisticato e teso, dove anche i colpi di scena sono diluiti e metabolizzati con lentezza, senza forzature e senza la ricerca di un effetto sorpresa a tutti i costi.
Un affascinante professore di filosofia, che non sembra insensibile al fascino delle giovani studentesse, si trova al centro dell’indagine sulla scomparsa di una ragazza del luogo; marcato sempre più stretto dall’investigatore, convinto che lui sappia qualcosa, sembra doversi difendere anche dai sospetti della giovane moglie, forse a causa di un segreto che appartiene al loro passato, di cui entrambi sembrano non voler parlare. La vicenda si dipana come in un gioco di specchi, attraverso frammenti di ricordi e flashbacks, sempre in bilico tra ciò è successo realmente e ciò che avrebbe potuto succedere, tra la realtà sognata e quella effettivamente vissuta. Con prove indiziarie che sembrano incontrovertibili.
Quando però compare un cadavere, non c’è più spazio per la filosofia, non è più tempo di chiedersi se esiste la verità assoluta o se è solo quello che noi percepiamo come verità.
Guy Pearce sembra quasi fare il verso al se stesso di Memento, aggirandosi confuso tra sogno e realtà, con qualche problema di memoria e forse anche di coscienza, mentre Pierce Brosnan interpreta con flemma tutta anglosassone un poliziotto scaltro e intelligente, sornione come il gatto che si prepara a catturare il topo, ma anche umano, perché lui pure ha un passato da dimenticare e sa cosa significhi il senso di colpa. Entrambi molto efficaci nei loro ruoli, e ben supportati da una sceneggiatura molto curata, con dialoghi impregnati di filosofia, che però non si distaccano mai dalla realtà. Minnie Driver interpreta con convinzione il personaggio più razionale e concreto della storia, la giovane moglie in cerca della verità, che sembra aver bisogno di risposte ancor più del poliziotto.
A poco più di 10 minuti dalla fine del film si susseguono tutta una serie di colpi scena, l’uno dopo l’altro, che ribaltano più volte le apparenze e risolvono il mistero, rivelando cosa sia veramente successo. O forse no.
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