Insidious: L'ultima chiave

Film 2018 | Horror, Thriller, +13 103 min.

Regia di Adam Robitel. Un film con Leigh Whannell, Lin Shaye, Angus Sampson, Kirk Acevedo, Caitlin Gerard. Cast completo Titolo originale: Insidious: The Last Key. Genere Horror, Thriller, - USA, 2018, durata 103 minuti. Uscita cinema giovedì 18 gennaio 2018 distribuito da Warner Bros Italia. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 2,91 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 19 gennaio 2018

Wan assieme al suo collaboratore Leigh Whannell riprende elementi da film vecchi e recenti per rielaborarli in modo unitario. In Italia al Box Office Insidious: L'ultima chiave ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 1,4 milioni di euro e 745 euro nel primo weekend.

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Consigliato sì!
2,91/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 2,67
PUBBLICO 3,07
CONSIGLIATO SÌ
Una storia ben costruita, dall'atmosfera cupa e spettrale.
Recensione di Rudy Salvagnini
giovedì 18 gennaio 2018
Recensione di Rudy Salvagnini
giovedì 18 gennaio 2018

Nuovo Messico, 1953. La piccola Elise Rainier vive con la mamma Audrey, il fratello Christian e il papà Gerald - che lavora in una prigione - in una casa nei pressi del penitenziario. Una sera, dopo che l'esecuzione di un detenuto ha causato un leggero sbalzo di corrente in casa, Elise è stranamente in grado di dire il nome e altri dettagli personali del prigioniero. E quando le chiedono come faccia a saperlo, lei risponde, semplicemente, che è nella sua testa. Ma c'è dell'altro. La mamma è comprensiva, sa che quello che Elise ha è un dono e cerca di spiegarglielo, dicendole anche che alcune persone non capiscono e hanno paura della gente che ha questo dono. Nella notte, Elise e il fratellino sono visitati da un'entità spettrale. Le loro grida richiamano il papà, infuriato e la piccola viene rinchiusa da sola al buio in cantina, dove succede qualcosa di tragico.

Da grande, nel 2010, Elise, come ben sappiamo dopo aver visto gli altri tre film di questa serie, lavora come investigatrice del paranormale assieme ai suoi due soci, Specs e Tucker.

Elise riceve una telefonata da un uomo, Ted Garza, che le chiede aiuto per risolvere dei problemi con quella che pensa essere un'entità paranormale. Elise è dapprima interessata, ma poi rifiuta quando, sgomenta, apprende che Garza abita proprio nella casa dove lei viveva da bambina. Poi ci ripensa e capisce di dover risolvere la cosa e di doverla risolvere da sola, senza i suoi soci, ai quali spiega la situazione. Specs e Tucker, però, si rifiutano di abbandonarla e vanno con lei nel Nuovo Messico. Elise rivede la sua vecchia casa, nella quale, Garza le spiega, c'è parecchia attività paranormale. Sta a Elise confrontarsi con i fantasmi del suo passato. E non sarà per niente facile.
Questo quarto episodio della serie si addentra nella vita del personaggio che si è rivelato il più interessante e cruciale, la sensitiva Elise Rainier, andando a ritroso nella cronologia per evitare di confrontarsi col fatto che è morta nel secondo episodio. Il personaggio di Elise viene quindi ulteriormente approfondito e scandagliato nella sua psicologia e nel suo passato per trarne spunti e motivi utili a darle sempre più spessore umano e motivazioni. Alcune notazioni sono un po' sbrigative, ma nel complesso il contesto, per così dire esistenziale, è apprezzabile: il papà manesco in canottiera del prologo sa molto di anni '50, sin troppo forse, ma è anch'esso comunque un prototipo magari semplicistico, ma funzionale (e comunque prelude a un successivo sviluppo caratteriale).

L'atmosfera cupa e spettrale è quella, collaudata, dei film di questa serie e così la suspense, tenuta abbastanza alta attraverso un uso appropriato, alternato e sapiente di jump scares e sequenze d'attesa. La storia è ben costruita intorno a Elise e al suo passato, evidenziando - come Elise stessa dice a un certo punto - che i mostri non ci sono solo nell'elemento paranormale, ma anche nella realtà terrena. Questo aspetto arricchisce di pathos la vicenda dandole contorni concreti di orrore reale e introducendo un inquietante elemento di incertezza. La fase conclusiva, con i suoi redde rationem, è forse la più scontata, pur mantenendosi abbastanza avvincente e con un buon livello di spettacolarità.
La coppia d'oro composta da James Wan e Leigh Whannell mantiene ancora saldamente la presa sulla serie: Wan produce e Whannell scrive, oltre, come di consueto, a interpretare con gusto uno dei due assistenti di Elise. La regia, però, questa volta viene lasciata ad Adam Robitel, già autore di un horror curioso come The Taking, e capace qui di restare efficacemente fedele ai parametri e allo stile della serie.
Lin Shaye offre un'altra notevole interpretazione, ricca di sfumature e del tutto credibile, rivelandosi ancora una volta pienamente padrona del personaggio. Nel cast di contorno spicca il veterano Bruce Davison che frequenta ogni tanto l'horror dai tempi del memorabile Willard e i topi e anche questa volta se la cava molto bene nel breve, ma significativo, ruolo dell'anziano e risentito fratello di Elise.

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Il quarto capitolo del franchise horror di Insidious.
Overview di Rudy Salvagnini

James Wan si è dedicato con abilità e sapienza a rivisitare i luoghi comuni dell'horror cercando di modernizzarli e di conferire loro un'estetica attuale e ficcante. Il lavoro fatto con Saw - L'enigmista è stato mirabile per l'innovazione apportata a un sottogenere - quello sui killer seriali - a quel punto davvero esausto per il super sfruttamento cui era stato sottoposto. L'ingegnosità delle trame e la spinta verso il limite - e oltre - della crudeltà mostrata ed esibita hanno creato un connubio di enorme successo che ha generato molti imitatori, più di qualche volta con poco merito (ma questa non è una colpa di Wan). Lo stesso approccio, Wan lo ha tentato senza però particolare successo con Dead Silence, rivisitazione del cinema dei pupazzi diabolici, e con il bronsoniano Death Sentence, crudo e piuttosto irrisolto. Ma questi passi falsi sono stati solo parte di un percorso di affinamento che ha poi portato alla creazione di ben due nuove franchise di grande successo, quella di Insidious e quella generata da L'evocazione - The Conjuring (con l'altra serie spin-off, Annabelle). Entrambe, si dedicano, sotto diversi punti di vista, all'esplorazione di temi per così dire istituzionali dell'horror soprannaturale, con case infestate e spiriti maligni in evidenza.

Insidious, creato da Wan assieme al suo abituale collaboratore Leigh Whannell (con cui ha creato anche la serie aperta da Saw - L'enigmista) riprende elementi da film vecchi e recenti per rielaborarli in modo unitario attraverso una gestione efficiente del racconto, tesa a valorizzare gli aspetti cupi e macabri della storia trattandoli con serietà e plausibilità.

La creazione di un tetro immaginario per un aldilà ben poco desiderabile aggiunge inoltre un particolare e affascinante valore visuale alla storia. La bravura di Wan sta soprattutto nel prendere sul serio la materia che tratta e farla fruttare narrativamente in termini di suspense e di tensione, senza particolari approfondimenti psicologici, ma dando umanità e credibilità ai suoi personaggi, cosa non proprio frequente negli horror. Così gli spunti da Paranormal Activity, Poltergeist - Diaboliche presenze e altri ancora si coagulano in modo efficace nell'unitarietà dello stile senza fronzoli, ma elegante e funzionale, di Wan. Questa capacità di dare spessore ai personaggi e ai loro drammi, rendendo così partecipe lo spettatore, si perpetua anche nei seguiti che, diversamente da quanto spesso accade, portano avanti il racconto più che semplicemente ripeterlo, non presentano cadute di valore e formano un corpus unico di buon livello, pur se senza particolari punte di eccellenza. Il vero problema poteva essere rappresentato dal fatto che il personaggio più interessante - l'amabile medium Elise Rainier - muore al termine del primo film, ma non può evidentemente mancare nei seguiti. La cosa si era in parte verificata anche nella saga di Saw dove il killer con la mania delle morti arzigogolate e crudelissime era sempre dato per malato e morente, ma doveva sempre sopravvivere. In quel caso è probabilmente stato l'insperato e duraturo successo della serie a costringere gli autori a miracoli di continuity per garantire in qualche modo la presenza del killer morente (e poi anche morto).

Proprio come Tobin Bell, che con la serie di Saw si è ritagliato in età più che matura un inaspettato ruolo di divo dell'horror, anche Lin Shaye, che nella serie di Insidious interpreta Elise Rainier, ha trovato da anziana una sorprendente popolarità come star dell'horror, producendosi in notevoli interpretazioni nel genere anche al di fuori dei film della serie di Insidious (basta pensare a Ouijia e a Grace - Posseduta, per fare solo un paio di esempi). Il problema della morte di Elise è stato risolto con espedienti ed equilibrismi narrativi. Così, in Oltre i confini del male - Insidious 2, Elise compare in ampi flashback, mentre in Insidious 3 la soluzione è stata quella di giocarsi la carte del prequel, potendo così dispiegare senza remore la presenza dell'amata medium, ruolo nel quale Lin Shaye, film dopo film, risulta sempre più convincente e significativa. Il terzo capitolo ha tra l'altro segnato l'esordio alla regia di Leigh Whannell e il risultato è stato apprezzabile, soprattutto per una prima parte compatta e avvincente. Ora è annunciato Insidious 4 e il fatto che tra gli interpreti figuri ancora una volta Lin Shaye nei panni di Elise Rainier è rassicurante, così come la presenza dei suoi assistenti, uno dei quali interpretato, come sempre, da Leigh Whannell. La regia è affidata ad Adam Robitel, fattosi notare con un horror interessante come The Taking. Ma ancora prima Robitel aveva partecipato come attore (dirigendo anche il Making of) a 2001 Maniacs, remake di un classico dello splatter (2000 Maniacs di Herschell Gordon Lewis), e al suo seguito 2001 Maniacs: Field of Screams. Inoltre, ha partecipato alla sceneggiatura di Paranormal Activity - Dimensione fantasma, uno dei seguiti di un'altra popolare franchise, tra l'altro prodotta da Oren Peli, che è anche produttore degli Insidious. Un curriculum ancora breve, ma che testimonia passione per il genere, cosa che è senz'altro di buon auspicio per un adeguato proseguimento di una serie che si è sin qui rivelata una sicurezza per gli amanti dell'horror.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 22 gennaio 2018
giulio2000

 Wan, nel 2010,mise su un film destinato fin da subito a diventare una delle saghe più rilevanti dell'horror moderno. Otto anni dopo la saga arriva,presumibilmente, a chiudere battenti con questo, per molti aspetti, sorprendente quarto capitolo. Cronologicamente parlando,gli eventi si svolgono antecedenti il primo Insidious,ma dopo quelli di Insidious 3.

Frasi
Ho bisogno di aiuto. Stanno succedendo cose strane in casa mia e mi hanno detto che lei può aiutarmi.
Una frase di (Javier Botet)
dal film Insidious: L'ultima chiave - a cura di MYmovies.it
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RECENSIONI DELLA CRITICA
giovedì 18 gennaio 2018
Maurizio Acerbi
Il Giornale

Riecco Lin Shaye nei panni di Elise Rainier, la parapsicologa capace di interagire con le entità sovrannaturali. In questo caso, le si prospetta un ritorno alle origini, nella casa natale in New Mexico, dove la madre perse la vita e dalla quale lei fuggì appena sedicenne. Una figura malvagia sta, infatti, tormentando il nuovo proprietario. Tutto il campionario che ha fatto il successo della saga viene [...] Vai alla recensione »

giovedì 18 gennaio 2018
Giona A. Nazzaro
Il Manifesto

Quarto capitolo della franchise inaugurata nel 2010 da James Wan, Insidious ritrova un pochino dello smalto perso per strada in questo nuovo capitolo della serie, L'ultima chiave, diretto da Adam Robitel, regista del non banale The Taking of Deborah Logan. Leigh Wannell, il creatore della serie, che nel film interpreta l'imbranato Specs, ormai vero e proprio showrunner, sembra intenzionato a creare [...] Vai alla recensione »

giovedì 18 gennaio 2018
Francesco Alò
Il Messaggero

Ormai la saga horror Insidious è diventata sempre più cinema d'introspezione psicologica e sempre meno spettri vendicativi. In questo quarto capitolo, a tratti bellissimo, continuiamo a esplorare il passato della medium protagonista Elise Rainier (Lin Shaye). Cosa accadde nella sua adolescenza quando iniziò a vedere fantasmi e sua madre morì misteriosamente mentre il papà secondino controllava che [...] Vai alla recensione »

NEWS
BOX OFFICE
lunedì 8 gennaio 2018
Andrea Chirichelli

Negli Usa il weekend lo vince Jumanji: Benvenuti nella giungla (guarda la video recensione) con 36 milioni di dollari ed una perdita di appena il 28% rispetto alla settimana scorsa. In totale il film ottiene 244,3 milioni in 17 giorni, un risultato [...]

POSTER
giovedì 7 dicembre 2017
 

Le menti creative dietro il successo della trilogia di Insidious tornano con Insidious - L'ultima chiave e torna anche torna Lin Shaye nella parte della dottoressa Elise Rainier, la brillante parapsicologa che stavolta deve affrontare la sua ossessione [...]

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