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Cinquanta sfumature di rosso, quando il soft-porn è donna

Ecco come il cinema contemporaneo ha raccontato (e racconta) l'esplorazione sessuale al femminile.
di Claudia Catalli

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Dakota Johnson (34 anni) 4 ottobre 1989, Austin (Texas - USA) - Bilancia. Interpreta Anastasia Steele nel film di James Foley Cinquanta sfumature di rosso.
venerdì 16 febbraio 2018 - Focus

Nell'era del risveglio delle coscienze femminili, mentre da Hollywood all'Italia fervono i movimenti neofemministi e si moltiplicano hashtag e iniziative da #MeToo a #TimesUp, anche il terzo capitolo della saga soft-porn più seguita del momento sembra adattarsi. Premessa doverosa: alla trasposizione cinematografica dei bestseller firmati E. L. James, nati - vale la pena ricordarlo - come fan fiction di Twilight, è sempre mancato un modello femminile di spessore, che non fosse semplice specchio dei desideri maschili.

In questo terzo capitolo una flebile sterzata in senso opposto si inizia a percepire: Anastasia è sì fiera moglie di Mr. Grey, ma anche una donna che intende dire la sua, dentro e fuori la camera da letto.
Claudia Catalli

Insiste per portare a termine riunioni di lavoro - è stata promossa,  da segretaria a direttrice della sua casa editrice (in quanto moglie di Mr. Grey, ma anche per il suo "grande talento"). Sottolinea il proprio potere decisionale ora a voler guidare lei un'automobile a tutta velocità, ora a non voler partire con il marito, ora a scegliere tempi e modi dei loro incontri hot. Finisce per essere lei stessa la salvatrice di una situazione pericolosa (vedrete quale) contro tutti e tutti, e per minacciare il suo uomo di voler chiudere il rapporto. Piccoli segnali di emancipazione, insomma, si notano anche nel personaggio femminile probabilmente meno indipendente e più sottomesso del cinema contemporaneo, ben lontana ad esempio da altri modelli più o meno stereotipati, come la trasgressiva mangia-uomini Samantha nei film di Sex and the City.


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In foto una scena del film Cinquanta sfumature di rosso.
In foto una scena del film Cinquanta sfumature di rosso.
In foto una scena del film Cinquanta sfumature di rosso.

Diverso il personaggio che Lars Von Trier ha scelto raccontare nei due Nymphomaniac: Charlotte Gainsbourg si cala nelle inquietudini di una donna incapace di perdonarsi, libera più che libertina, intenta a cercare nel corpo risposte che la sua anima si rivela incapace di trovare (e di "sentire", come spiega nel film). Libertà e voglia di esplorare guidano maggiormente Adele del pluripremiato La vita di Adele, in cui esplicite scene erotiche lesbo tra Adele Exarchopoulos e Lea Seydoux narrano intrecci che vanno ben oltre i corpi, in una storia di iniziazione ed esplorazione sessuale che ha tuttora molto da insegnare alla saga che di sfumature vanta principalmente il titolo.

Sempre in territorio francese, Juliette Binoche si mette completamente in gioco (e a nudo) in Un beau soleil interiour, anch'essa una ricerca della propria identità che passa attraverso corpi altri in cui smarrirsi e volti di uomini in cui riconoscersi, nella speranza costante di trovare il grande amore. Il trait d'union tra tutte queste esperienze cinematografiche al femminile, sospese tra ricerca di amore ed esplorazione del piacere, resta la lezione di Lucrezio, secondo cui la natura dell'anima non vive se non ha un corpo.


CINQUANTA SFUMATURE DI ROSSO: RECENSIONE

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