Distorted

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L'incubo di una Smart Home. Valutazione 3 stelle su cinque

di Ashtray_Bliss


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lunedì 9 luglio 2018

Secondo film in fila che vedo e recensisco di R. W. King dopo il mal riuscito e semi fallimentare b-movie The Humanity Bureau. In questo caso abbiamo a che fare di nuovo con un b-movie ma di fattura decisamente superiore, dove il materiale e le idee a disposizione e le intenzioni sono più chiare e vengono gestite, e amalgamate, meglio risultando globalmente in un prodotto migliore rispetto alla precedente fatica del regista. Naturalmente anche in questo caso i difetti sono presenti e si individuano sopratutto nella pessima, dozzinale, recitazione di Cusack e in un finale piuttosto raffazzonato e affrettato, specialmente nello svelare chi, e perchè, si cela dietro il diabolico progetto al quale assistiamo per tutta la durata del film. 
Distorted si presenta come un thriller tecnologico, o cyber thriller, intriso di mistero, allusioni, ipotesi e molto complottismo. La poca azione, il ritmo piuttosto pacato dello svolgimento e le poche risposte alle domande che si creano tengono lo spettatore sempre all'erta, disseminando molti indizi ma poche certezze riguardo lo stato delle cose, costruendo così un'atmosfera sempre più sinistra e inquietante dove tutto sembra pronto a esplodere da un momento all'altro.
L'incipit stesso è sufficientemente interessante, attuale e a modo suo ansiogeno; Una giovane coppia decide di trasferirsi in uno stabile di nuova generazione detto The Pinnacle, dove ogni appartamento è dotato delle più avanzate tecnologie in grado di garantire la massima sicurezza e comfort agli inquilini. Una vera smart home degna del nuovo millennio, dove la domotica fa da padrone e dove tutte le paure dei condomini riguardo la loro sicurezza dovrebbero essere destinate a svanire. Ma il condizionale è d'obbligo poichè la struttura, così sicura, moderna e sofisticata incute sin da subito uno strano senso di inquietudine e paradossalmente d'insicurezza. L'atmosfera sinistra e poco rassicurante si intensificherà col passare dei minuti man mano che strani segnali audiovisivi vengono emessi dalle apparecchiature smart della casa confondendo e preoccupando la fragile protagonista, interpretata da Christina Ricci. A questo punto bisogna ammettere che quasi tutti i film dall'influenza e derivazione sci-fi, come il prodotto in oggetto, individuano nel rapido progresso tecnologico, nonchè nella sua espansione nella vita quotidiana ormai fermamente radicata, una tangibile minaccia per l'uomo che può assumere diverse forme e manifestarsi in altrettanto diverse modalità. Un caposaldo della narrattiva scißfi, un tòpos che rivive anche in Distorted. Rievocando così l'atavica contrapposizione dell'uomo versus la macchina, la loro relazione e interdipendenza e di come questa irrinunciabile, e spesso indispensabile, invenzione tecnologica possa essere implementata per servire scopi loschi come controllare e manipolare le menti degli individui; argomento esplorato anche nel film in questione.
La caratteristica più interessante della pellicola riguarda tuttavia l'intreccio inerente la sanità mentale della giovane protagonista, Laureen, donna bipolare in cura dopo una forte depressione scaturita da un tragico evento. Come tutti i soggetti affetti da disturbi mentali, anche Laureen risulta inaffidabile e lei stessa è incapace di fidarsi dei propri sensi. Ciò che vede e che sente sono manifestazioni di una continua lotta tra illusione e realtà, tra paranoia e lucidità, indistinguibili e sovrapposti risultati di autosuggestione e inconsce fobie mai superate o ancora effetti collaterali dei psicofarmaci che la donna assume. Eppure Laureen sembra mettere il suo istinto in prima linea, convincendosi di ciò che solo lei pare essere in grado di percepire. Strani rumori, simili a sibili e sussurri oppure immagini e scritte intermittenti che appaiono sul televisore spingono Laureen, contro le convinzioni del marito e della sua psicologa, a chiedere spiegazioni e aiuto ad un hacker esperto in materia di esperimenti militari volti al lavaggio del cervello e alla manipolazione mentale, mentre assiste ad un strano cambiamento comportamentale dei suoi vicini. Inizia così un'affannosa ricerca della verità attraverso una vertiginosa spirale fatta di insinuazioni, teorie del complotto e tecniche di manipolazione e controllo della mente che passano volentieri per i dispositivi intelligenti di una smart home. Una smart home che da sogno di sicurezza e tranquillità si eleva a incubo che perseguita la donna e inibisce il suo percorso di guarigione.
Complessivamente dunque, Distorted, si presenta come un discreto thriller che riesce a contaminare la pellicola con una buona dose di mistero e flebile suspense, elementi i quali uniti ad una solida regia e ad un'atmosfera intensamente claustrofobica e inquietante, dove tutto è apparentemente sotto controllo, monitorato e sorvegliato, confluiscono in un valido prodotto che con un budget più alto a disposizione e un regista più esperto sarebbe sicuramente diventato un ottimo film.
Inciampa sicuramente nella parte finale, dall'entrata in scena di J. Cusack in poi, che tra l'altro regala una delle più basse e imbarazzanti performance mai viste che sicuramente nessun fan dell'attore si sarebbe mai aspettato. Il finale inoltre, come già segnalato, non risulta all'altezza del racconto precedentemente costruito risultando affrettato, confusionario, piatto. Le premesse e i buoni propositi di certo non mancavano, il materiale offre diversi spunti interessanti per creare una storia avvincente e densa di mistero mentre Christina Ricci regge decorosamente la parte. Interessante la fotografia minimale e algida di questo condominio hi-tech e discrete, per i canoni di un b-movie, le interpretazioni secondarie alla Ricci, eccezion fatta ovviamente per l'imperdonabile faux pas di John Cusack. 
Non si grida di certo al capolavoro, ma Distorted a differenza di The Humanity Bureau porta la missione a termine con maggiore impegno e determinazione risultando più efficace e convincente e dal punto di vista della trama, anche più originale. Voto: 2.5/5.

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