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maurizio.meres
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giovedì 5 aprile 2018
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buona sceneggiatura ma con un andamento lento
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Un film con una sceneggiatura semplice ma di una realtà che si vive tutti i giorni,è solo chi veramente chi vive questa esperienza può capire il pericolo di una delinquenza ramificata che può fare ciò che vuole,in una realtà che il bravissimo regista Francesco Prisco con una spiccata dote umoristica stile dark ci fa vivere nel film.
L'accúppatura una parola che nel Napoletano mette paura è che sicuramente tantissima gente non conosceva,i custodi della malavita,obbligati naturalmente,e controllati dalla delinquenza nel rispettare ciò che gli si dice.
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Un film con una sceneggiatura semplice ma di una realtà che si vive tutti i giorni,è solo chi veramente chi vive questa esperienza può capire il pericolo di una delinquenza ramificata che può fare ciò che vuole,in una realtà che il bravissimo regista Francesco Prisco con una spiccata dote umoristica stile dark ci fa vivere nel film.
L'accúppatura una parola che nel Napoletano mette paura è che sicuramente tantissima gente non conosceva,i custodi della malavita,obbligati naturalmente,e controllati dalla delinquenza nel rispettare ciò che gli si dice.
Due bravissimi attori,sia Papaleo che la Morante,riescono nel tenere su il film in quanto spesso si perde in pause,lunghe e noiose,la drammaticità degli eventi è sempre colorata da un gradevole senso di comicità.
Sicuramente il film poteva e doveva essere più convincente,dopo i precedenti più che positivi del regista,comunque si può vedere,un osservazione:in sala all'anteprima c'era gente che rideva come in un film comico e questo seppur commedia in alcune sequenze c'era poco da ridere.
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flyanto
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mercoledì 11 aprile 2018
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una coppia criminale per forza
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"Bob & Marys" è una commedia un poco 'noir' in cui i due omonimi protagonisti, interpretati rispettivamente da Rocco Papaleo e Laura Morante, si vedono, loro malgrado, coinvolti in un losco affare da parte della Camorra napoletana. Avendo cambiato casa ed essendo andati ad abitare in un quartiere alal periferia della città, proprio vicino a quello degradato in cui risiedono molti esponenti della Camorra locale, presto essi diventano il bersaglio da parte di alcuni di essi.
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"Bob & Marys" è una commedia un poco 'noir' in cui i due omonimi protagonisti, interpretati rispettivamente da Rocco Papaleo e Laura Morante, si vedono, loro malgrado, coinvolti in un losco affare da parte della Camorra napoletana. Avendo cambiato casa ed essendo andati ad abitare in un quartiere alal periferia della città, proprio vicino a quello degradato in cui risiedono molti esponenti della Camorra locale, presto essi diventano il bersaglio da parte di alcuni di essi. La loro abitazione, infatti, viene da questi criminali organizzati assunta come deposito di merce rubata (non si sa cosa esattamente) per un determinato e non ben specificato periodo di tempo. Questa operazione, che in gergo malavitoso è denominata "coppatura", richiede l'obbligo da parte degli inquilini di avere cura della suddetta merce e, cioè, di far sì che essa non venga rubata, o spostata o rovinata, ecc... e rendere di conseguenza se stessi complici del sopra citato malaffare. Svariati avvenimenti si susseguiranno per la coppia 'prescelta' che ciò nonostante si adopererà in tutti i modi per non soccombere completamente alla volontà ed alla complicità coatta con la Camorra, ed alla fine finalmente riscattarsi dal tutto.
Una commedia senza alcun dubbio assai leggera ma piuttosto divertente e garbata nella rappresentazione e nella vicenda in sè. Purtroppo, la tecnica della 'coppatura' esiste veramente e sicuramente per i prescelti malcapitati diventa un serio problema difficilmente risolvibile, ma in "Bob & Marys" tutto si aggiusta (non senza qualche difficoltà) e la suddetta pellicola serve più a far divertire che a far troppo riflettere. Rocco Papaleo e Laura Morante lavorano bene ed in sintonia tra loro e la Morante è colei che senza alcun dubbio nobilita l'intero film e contesto. Insomma, due forzati criminali simpatici ed, a volte, anche un poco pasticcioni ma con un innato senso di onestà e giustizia che alla fine finamente riescea trionfare.
Adatto come scaccia pensieri.
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alejazz
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martedì 8 gennaio 2019
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papaleo e morante: coppia (sul set) riuscita
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Altro film ambientato a Napoli. Questa volta in una Napoli poco conosciuta e malfamata, abitata la malfattori che utilizzano le persone del posto come “magazzinieri” del traffico illecito. E’ quello che capita anche a Roberto e Marisa (in arte Bob & Marys) che sebbene giovano di una lussuosa villa devono fare i conti con la malavita.
Riusciranno i due coniugi a sopravvivere (o meglio a convivere) con questa nuova realtà per loro?….
Pellicola leggera e scorrevole.
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Altro film ambientato a Napoli. Questa volta in una Napoli poco conosciuta e malfamata, abitata la malfattori che utilizzano le persone del posto come “magazzinieri” del traffico illecito. E’ quello che capita anche a Roberto e Marisa (in arte Bob & Marys) che sebbene giovano di una lussuosa villa devono fare i conti con la malavita.
Riusciranno i due coniugi a sopravvivere (o meglio a convivere) con questa nuova realtà per loro?….
Pellicola leggera e scorrevole. Non regala fortissime emozioni ma la semplicità di Papaleo e la complicità di una sensuale Laura Morante riescono a sedurre lo spettatore e a regalargli 100’ di puro svago.
Buona anche la presenza di altri attori come la giovane Simona Tabasco (già nota nella serie “I bastardi di Pizzofalcone”) e il giovane Andrea Di Maria (ultimamente più presente).
Non dimentichiamo però anche le spalle di volti già noti come quelli di Massimiliano Gallo, Gianni Ferreri e Giovanni Esposito. Personaggi che sembrano comparse ma che invece sono strategiche alla narrazione del film.
Cosa mi è piaciuto:
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interpretazione dei personaggi
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ambientazione a Napoli ma con poco napoletano
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finale a sorpresa non scontato
Cosa non mi è piaciuto:
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immagine degradata di Napoli e malfamata
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a mio avviso Andrea Di Maria fa sempre lo stesso ruolo: il fidanzato sempliciotto che recita poco ma potrebbe dare di più
Consigliata la visione a tutti
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rob8
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sabato 4 agosto 2018
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cosa manca a questo film?
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Cosa manca a questo film? Certamente non l’originalità dell’idea di partenza, né certa sottile vena surreale che caratterizza soprattutto il personaggio interpretato dalla brava Laura Morante. Non mancano nemmeno spunti divertenti e qualche efficace caratterizzazione come quella dell’ex-criminale in terapia riabilitativa.
Ciononostante lo stile ed il ritmo narrativo risultano altalenanti tra commedia e noir e la stessa ambientazione napoletana, evanescente per la prevalenza di sequenze in interno, risulta poco convincente a partire dai protagonisti, dichiaratamente d’altre contrade: tanto che la scelta sembra più che altro dettata dalla necessità di dare sfondo al sostrato camorristico della storia.
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Cosa manca a questo film? Certamente non l’originalità dell’idea di partenza, né certa sottile vena surreale che caratterizza soprattutto il personaggio interpretato dalla brava Laura Morante. Non mancano nemmeno spunti divertenti e qualche efficace caratterizzazione come quella dell’ex-criminale in terapia riabilitativa.
Ciononostante lo stile ed il ritmo narrativo risultano altalenanti tra commedia e noir e la stessa ambientazione napoletana, evanescente per la prevalenza di sequenze in interno, risulta poco convincente a partire dai protagonisti, dichiaratamente d’altre contrade: tanto che la scelta sembra più che altro dettata dalla necessità di dare sfondo al sostrato camorristico della storia.
Forse una regia più esperta ed una sceneggiatura più asciutta avrebbero potuto nobilitare una prova che nel complesso risulta poco coinvolgente.
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carlosantoni
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sabato 7 aprile 2018
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come m'invento un filmetto
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Si vola bassi, senza infamia e senza lode, con malinconia, a cominciare dal titolo inutilmente demenziale. È un film comico che fa ridere poco, ne parlano come di una tipica commedia all’italiana, ma non è vero: ne mancano ingredienti essenziali, come l’ironia cattiva, a volte sarcasmo, o il minimo accenno drammatico, che nella commedia all’italiana vera e propria fa spesso da contraltare alla risata liberatoria. Qui si vuol far ridere per forza, ma per forza non si ride. L’idea di fondo poteva essere interessante, ma le trovate collaterali spesso fanno pena. Qualche esempio: in quella famiglia, dove una figlia incinta a breve deve sposarsi, con immaginabili problemi economico, e dove entra in casa un solo stipendio che è lecito immaginarsi assai modesto (la mamma non lavora, fa opera di volontariato), i due tardoni vanno a comprarsi una villa da ricconi, che al netto dell’anticipo verrà pagata con un mutuo da 750 euro il mese: perché doversi immaginare un tale sproposito? La scena non poteva ruotare intorno (e all’interno) di un assai più modesto appartamento, magari di un terratetto da ristrutturare? Secondo esempio: la moglie rimane flesciata dal pugno che il marito assesta al loro futuro genero: che marito macho che mi ritrovo! E si arrapa come la protagonista di “Un pesce di nome Wanda” quando sente l’avvocato parlare in russo, perdendo il senso della ragione e inducendo il marito a una focosa sveltina in macchina a bordo strada… col genero imbavagliato e chiuso nel bagagliaio! Un po’ troppo per due ultracinquantenni, no? No, non è troppo affatto: sono così drammaticamente preoccupati per il ritrovarsi la megavilla occupata da una banda di camorristi, che l’hanno trasformata in deposito di droga, che… di mettono a ballare il rock and roll a volume altissimo: non come due ragazzi, come due scemi.
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Si vola bassi, senza infamia e senza lode, con malinconia, a cominciare dal titolo inutilmente demenziale. È un film comico che fa ridere poco, ne parlano come di una tipica commedia all’italiana, ma non è vero: ne mancano ingredienti essenziali, come l’ironia cattiva, a volte sarcasmo, o il minimo accenno drammatico, che nella commedia all’italiana vera e propria fa spesso da contraltare alla risata liberatoria. Qui si vuol far ridere per forza, ma per forza non si ride. L’idea di fondo poteva essere interessante, ma le trovate collaterali spesso fanno pena. Qualche esempio: in quella famiglia, dove una figlia incinta a breve deve sposarsi, con immaginabili problemi economico, e dove entra in casa un solo stipendio che è lecito immaginarsi assai modesto (la mamma non lavora, fa opera di volontariato), i due tardoni vanno a comprarsi una villa da ricconi, che al netto dell’anticipo verrà pagata con un mutuo da 750 euro il mese: perché doversi immaginare un tale sproposito? La scena non poteva ruotare intorno (e all’interno) di un assai più modesto appartamento, magari di un terratetto da ristrutturare? Secondo esempio: la moglie rimane flesciata dal pugno che il marito assesta al loro futuro genero: che marito macho che mi ritrovo! E si arrapa come la protagonista di “Un pesce di nome Wanda” quando sente l’avvocato parlare in russo, perdendo il senso della ragione e inducendo il marito a una focosa sveltina in macchina a bordo strada… col genero imbavagliato e chiuso nel bagagliaio! Un po’ troppo per due ultracinquantenni, no? No, non è troppo affatto: sono così drammaticamente preoccupati per il ritrovarsi la megavilla occupata da una banda di camorristi, che l’hanno trasformata in deposito di droga, che… di mettono a ballare il rock and roll a volume altissimo: non come due ragazzi, come due scemi. Ecco cosa, per me, rovina una sceneggiatura: il pretendere di piacere pur non essendo minimamente credibili nella storia che si racconta.Poi va da sé che ci sono anche momenti piacevoli, e soprattutto per merito di Rocco Papaleo, che, lui sì, appare credibile nel ruolo che ricopre. Molto meno la Morante, quasi sempre atteggiata, piena di smorfie, di sorrisetti innaturali.
Se avete tempo andatelo a vedere, se fa bel tempo andate a fare una scarpinata.
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