Bauhaus Spirit - 100 anni di Bauhaus

Film 2018 | Documentario, +13 95 min.

Regia di Niels Bolbrinker, Thomas Tielsch. Un film con Torsten Blume, Rosan Bosch, Alfredo Brillembourg, Hubert Klumpner, Stephen Kovats. Cast completo Titolo originale: Bauhaus Spirit: 100 Years of Bauhaus. Genere Documentario, - Germania, 2018, durata 95 minuti. Uscita cinema martedì 9 aprile 2019 distribuito da Twelve Entertainment. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 2,50 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 2 aprile 2019

Il metodo di ricerca di Walter Gropius che ha tentato di unire più discipline per un unico straordinario risultato. In Italia al Box Office Bauhaus Spirit - 100 anni di Bauhaus ha incassato nelle prime 8 settimane di programmazione 7,4 mila euro e 5,7 mila euro nel primo weekend.

Consigliato nì!
2,50/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA
PUBBLICO 2,99
CONSIGLIATO NÌ
Un racconto per appassionati che, tra passato e presente, spiega il Bauhaus e il suo nuovo modo di vivere il mondo.
Recensione di Rossella Farinotti
lunedì 1 aprile 2019
Recensione di Rossella Farinotti
lunedì 1 aprile 2019

Quando si cita il termine “Bauhaus” oggi significa rimandare immediatamente a uno stile e a un determinato modo di vivere. A inizio del XX secolo il Bauhaus nasceva come scuola e luogo sperimentale dove intellettuali, architetti, designer, artisti e creativi del periodo si erano riuniti per dare inizio a nuove regole di vita, più libere e a misura d’uomo. Il documentario firmato dai registi tedeschi Bolbrinker e Tielsch è un racconto per appassionati che procede in parallelo tra passato e presente, partendo dalla fondazione dell’innovativa scuola, la Staatlitches Bauhaus, ideata da Walter Gropius a Weimar nel 1919, spaziando per realtà simili, ma esteticamente molto diverse per impatto e regime urbano, come il compendio della “Cité Radieuse” di Marsiglia firmata da Le Corbusier, fino ad arrivare in Colombia, al barrio Picacho di Medellín, per ritornare poi ancora a Gropius e ai suoi collaboratori, anche quelli che oggi proseguono le teorie del maestro, come Steven Kobatz, teorico del Bauhaus dal 1989.

Gesti, balletti, racconti teorici o personali sui cambiamenti di un territorio si fondono nel film in maniera frammentaria, mescolandosi con narrazioni di nuove tecnologie e progetti utopici.

“Come si costruisce un nuovo mondo?”. Questo è l’interrogativo da cui partono gruppi e architetti di stampo situazionista che sviluppano progetti per cambiare il modo di vivere in meglio. Utopie e rivelazioni che, partendo dai concetti di abitazione, di vivibilità urbana e di un’ideale d’uguaglianza sociale (ed economica), creano progetti in parti del mondo diverse – dal nord Europa, dove anche le scuole incrementano da subito una libertà nell’uso degli spazi, attraverso l’abolizione, ad esempio, di muri e classi chiuse, fino al Sud America – per migliorarne i contesti umani.

È da qui che il duo svizzero di architetti, gli Urban Think Tank, trae spunto per la propria ricerca finalizzata a costruire una palestra verticale nelle favelas colombiane, ottimizzando spazi e materiali di recupero per creare un luogo di incontro per chi non ce l’ha. I risultati? A volte ci sono: calo della criminalità, aggregazione comunitaria. Altre volte per la maggior parte sfociano in grandi flop abbandonati, come accade con lo spaventoso – per grandezza e fattezze – nucleo di edifici abitativi della banlieue parigina de “La Grande Borne”, oggi abbandonata ai suoi abitanti.

Così la scuola del Bauhaus, tanto amata dai pensatori e intellettuali del tempo che si muovevano tra i bei murali e costumi di Oskar Schlemmer, i balletti di Stravinsky e le lezioni di Kandinski, Klee e, successivamente, Albers, dopo essersi trasferita, a causa della guerra, a Dessau, poi Berlino fino a strabordare negli Stati Uniti grazie a Mies Van Der Rohe, viene additata come “fricchettona” e troppo innovativa per i tempi. Ma quell’energia, quei talenti e quel pensiero utopistico del cambiare le cose sopravvivono ancora oggi in diverse discipline. Questo insegna la scuola del Bauhaus, frequentata da studiosi e addetti ai lavori perché: “se vuoi realizzare una visione, hai bisogno di visionari”. E grazie a questi visionari si può costruire un nuovo presente.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 2 aprile 2019
Roberto Manassero
Film TV

Cos'è stata la Staatlitches Bauhaus, la scuola di architettura, arte e design fondata a Weimar nel 1919 da Walter Gropius? Un campus per utopisti, inventori e sognatori, come dice la voce narrante di questo doc realizzato per il centenario dalla creazione. Un laboratorio in cui l'artigianato incontrava l'arte e la tecnologia, e in cui si testava la funzionalità di luce, colore e movimento.

NEWS
TRAILER
venerdì 29 marzo 2019
 

Un documentario che omaggia la visione utopica e radicale di Walter Gropius, che ha cercato di unire scultura, pittura, design e architettura in un'unica disciplina costruttiva nella sua famosa scuola, il Bauhaus.

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