roberteroica
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lunedì 3 settembre 2018
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acusada
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#Venezia75 - ACUSADA - Concorso - Un crimine terribile, una ragazza che dovra' affrontare un processo per omicidio, un filmato porno diffuso in rete. E una famiglia che tenta di superare l'orrore in cui si trova coinvolta. Lo spagnolo Gonzalo Tobal costruisce il racconto di una crisi fregandosene dell'inchiestra giudiziaria e concentrandosi nell'analisi psicologica del gruppo sociale primario. E sulla possibilita' di rendere visibile l'animo tormentato di una ragazza di 21 anni alle prese con un problema apparenetemente insuperabile. Coinvolgente e rigoroso, latita l'originalita'. Ma e' un buon prodotto, magari non proprio da premio. Voto: 6,5
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peergynt
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giovedì 6 settembre 2018
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convenzionale dramma televisivo
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Inspiegabilmente in concorso all'ultima mostra del cinema di Venezia, questo film (che mescola il genere giallo col dramma processuale) è un convenzionalissimo teen-movie sull'omicidio di una ragazza durante una festa. C'è una principale sospettata, ma prove certe non ce ne sono. Al processo indiziario la ragazza viene preparata dal suio avvocato, la famiglia fa quadrato attorno a lei per proteggerla, l'opinione pubblica si divide fra innocentisti e colpevolisti, i media fanno la solita figura da sciacalli cercando lo scoop. Film senza originalità, con uno sviluppo prevedibile, che si può vedere in un pomeriggio di pioggia alla tivù ma che non è in grado di affrontare in modo convincente nessuna delle problematiche che avrebbe potuto coraggiosamente affrontare, quali ad esempio il conflitto fra verità e menzogna nella mente dei protagonisti, il ruolo dei media nel manipolare i dati processuali per creare l'opinione pubblica, il conflitto di una coppia di genitori fra conoscere la verità e difendere la famiglia.
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Inspiegabilmente in concorso all'ultima mostra del cinema di Venezia, questo film (che mescola il genere giallo col dramma processuale) è un convenzionalissimo teen-movie sull'omicidio di una ragazza durante una festa. C'è una principale sospettata, ma prove certe non ce ne sono. Al processo indiziario la ragazza viene preparata dal suio avvocato, la famiglia fa quadrato attorno a lei per proteggerla, l'opinione pubblica si divide fra innocentisti e colpevolisti, i media fanno la solita figura da sciacalli cercando lo scoop. Film senza originalità, con uno sviluppo prevedibile, che si può vedere in un pomeriggio di pioggia alla tivù ma che non è in grado di affrontare in modo convincente nessuna delle problematiche che avrebbe potuto coraggiosamente affrontare, quali ad esempio il conflitto fra verità e menzogna nella mente dei protagonisti, il ruolo dei media nel manipolare i dati processuali per creare l'opinione pubblica, il conflitto di una coppia di genitori fra conoscere la verità e difendere la famiglia. E la storia del puma che qualcuno ha detto aggirarsi nel quartiere ma che nessuno ha mai visto sembra un pallido tentativo di dare alla vicenda quello spessore metaforico che le manca del tutto.
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