Voto: 6,5
Mettiamola così, la sceneggiatura di Wonder Woman è, nella migliore delle definizioni, basica: una bambina, Diana, principessa del popolo delle Amazzoni, cresce in un isola nascosta agli occhi dell’Uomo. Un bel giorno, un umano di nome Steve Trevor (Chris Pine) trova per caso l’isola portando con sé lo spettro della guerra. Siamo nel 1918. Diana (ora cresciuta e interpretata da Gal Gadot) è convinta che dietro a questo conflitto ci sia lo zampino di Ares, arcinemico delle Amazzoni, e parte insieme a Steve per proteggere il mondo e porre fine a questa minaccia.
Potete quindi immaginare che in una trama simile i dialoghi non siano perle di saggezza. Non siamo al “Sono troppo vestita” di Cinquanta sfumature di nero, ma poco ci manca. Manco a dirlo, i produttori hanno volutamente confezionato un film per tutti; prova ne sia che mio figlio di otto anni, che di solito non riesce a stare zitto per un minuto intero, non abbia fatto una sola domanda.
Più difficile è capire è il motivo di affiancare al personaggio di Wonder Woman, come compagni di viaggio, il composito gruppo che abbiamo intravisto nella vecchia foto scovata da Bruce Wayne in Batman v Superman. Il quintetto, Diana compresa, sembra essere uscito da un manga di terza serie, dove i personaggi sono caratterizzati più dall’aspetto schizofrenico che da un ruolo funzionale alla storia. Si potrà obiettare che questi siano gregari e servano come belletto alla coppia Diana/Steve, ma allora perché anche personaggi seri e non gregari, gli antagonisti intendo, quelli il cui ruolo è essere cattivi e che dovremmo temere, sono altrettanto sfocati, privi di spessore, ed esistono solo in quanto accessori necessari, come la cintura per un pantalone che altrimenti cadrebbe?
Ci sono vari elementi di pregio, tuttavia. Tutto il compartimento tecnico è di ottima fattura. Costumi, scenografia, effetti speciali. I combattimenti sono ben dettagliati e hanno il pregio di non essere macchie sfocate di corpi in movimento, e proprio per questo, voglio perdonare in blocco le ridicole piroette digitali con le quali sono stati coreografati. L’affrescato racconto delle origini delle delle amazzoni è una bella trovata, molto elegante e gradevole. La colonna sonora si è rivelata inaspettatamente ispirata.
I due protagonisti sono bravi, Gal Gadot sicuramente meglio. Chris Pine fa se stesso e non va oltre il personaggio un po’ spaccone che gli abbiamo già visto fare nel panni di Kirk. Se ad un certo punto vi sentirete sulla Enterprise non vi preoccupate: è successo anche a me.
Altro pregio del film è quello di non volerci fare sorbire un altro pippotto come il poco riuscito Batman v Superman (che, detto per inciso, alla terza visione forzata ho rivalutato un pochettino, ma giusto appena appena). Il film sa essere leggero e luminoso anche nell’ambito della Grande Guerra, il mondo è minacciato da un pericolo che una volta tanto riusciamo a comprendere, e lo scontro finale non prevede apocalissi.
Finora, il migliore di casa DC, forse anche perché rinuncia a prendersi troppo sul serio. Facendo benissimo.
[+] lascia un commento a lupo67 »
[ - ] lascia un commento a lupo67 »
|