I Segreti di Wind River |
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Un film di Taylor Sheridan.
Con Jeremy Renner, Elizabeth Olsen, Jon Bernthal, Kelsey Asbille.
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Titolo originale Wind River.
Thriller,
Ratings: Kids+13,
durata 111 min.
- USA 2017.
- Eagle Pictures
uscita giovedì 5 aprile 2018.
MYMONETRO
I Segreti di Wind River
valutazione media:
3,34
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Due omicidi e tanta neve nella riserva indiana
di Emiliano Morreale La Repubblica
Presentato al Certain Regard di Cannes l'anno scorso, dove aveva vinto il premio per la miglior regia, il film scritto e diretto da Taylor Sheridan aveva colpito molti per l'ambientazione e perché, si sa, ai festival dominati dai film d'autore quando arriva una commedia, un noir o un film di fantascienza sono tutti bendisposti. La novità di I segreti di Wind River sta soprattutto nella location, una riserva indiana del Wyoming. Da un lato, lo sfondo è quello della desolazione di una comunità spaesata e in perenne crisi; dall'altro è la dimensione visiva a funzionare, con le nevi che sommano alla ricerca della verità la lotta contro una natura ostile. Cory Lambert (Jeremy Renner), che si guadagna da vivere cacciando predatori, ha un figlio e una ex moglie nativa. I due, scopriremo, si sono separati dopo la morte misteriosa della figlia maggiore. Adesso, un nuovo omicidio ha luogo, con modalità feroci, e l'FBI manda un'agente sprovveduta ma volenterosa, Jane Banner (Elizabeth Olsen). Tra giovani sbandati, famiglie sfasciate, Lambert "adotta" la giovane poliziotta e la aiuta. L'indagine quasi non ha luogo, e la trama poliziesca è lineare. Il tutto è però come rallentato, reso faticoso (non nella trama, ma nell'incedere dei personaggi) dalle condizioni ambientali che fanno esplodere i conflitti, e dal peso dei traumi dei personaggi, da un senso di lotta e di sconfitta diffuse. Ex attore tv, poi sceneggiatore di Sicario e Hell or high water, con questo film Sheridan continua idealmente il proprio affresco noir di un'America di frontiera. Ma, qui in particolare, mostra una certa sudditanza di immaginario nei confronti del modello delle serie tv, oggi riferimento estetico nell'ambito del cinema di genere (il noir soprattutto), che hanno spesso imposto una sorta di costruzione ben congegnata ma meccanica delle trame, e un disinteresse per l'aspetto della regia. Il risultato è di un buon prodotto di genere, che ha il suo momento migliore in uno scioglimento in cui attinge una dimensione tragica. Curiosità: il film è stato co-prodotto da una società della tribù tunica-biloxi, proprietaria di casinò in Louisiana. L'altro produttore era la Weinstein Company, ma Sheridan ha rilevato le loro quote, i cui profitti sono state versati a un'associazione che si occupa di abusi nei confronti delle donne native.
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