Thelma

Quei segreti di famiglia che fanno orrore

Thelma è figlia di due cristiani fondamentalisti (padre medico, madre sulla sedia a rotelle), che l'hanno educata in maniera molto repressiva, e per la prima volta si trova da sola a studiare fuori casa. Disadattata, senza amici, conosce Anja, una ragazza bruna dall'aria esotica dalla quale si sente attratta, e alle cui avance comunque si sforza di resistere. Ma c'è ben altro, nel passato e nel presente di Thelma. Dapprima avvertiamo solo un'atmosfera un po' cupa e un po' strana, sottolineata da musiche minacciose, con i luoghi e gli oggetti che ogni tanto sembrano custodire qualche minacciosa energia. Poi anche dietro la sua famiglia, apparentemente solo ansiosa ma comunque affettuosa, si intravede qualcosa che non quadra. Nei suoi ultimi lavori, Oslo, 31 August (liberamente tratto da Fuoco fatuo di Pierre Drieu La Rochelle) e Segreti di famiglia, visti rispettivamente al Certain Regard e al concorso a Cannes, Trier mostrava una cupa misantropia stemperata a volte da un filo di melodramma. In fondo, Thelma è il tentativo di aggiornare gli schemi del film da festival di ambientazione familiare e borghese con una nuova chiave stilistica. È infatti una specie di horror sofisticato, che aggira lo schema del classico film di "segreti di famiglia" (appunto) voltandolo in chiave di teen horror, con qualcosa che di volta in volta può ricordare alla lontana Carrie di De Palma, Repulsion di Polanski e soprattutto il bellissimo Lasciami entrare di Tomas Alfredson, horror svedese di una decina d'anni fa tratto dal romanzo di John Ajvide Lindqvist. Ma come spesso capita, l'atmosfera allusiva piuttosto avvincente dell'inizio, con temi e false piste appena accennati (l'entrata nell'età adulta, l'ombra del mistero e della possessione, la perversa alleanza tra oscurantismo religioso e scienza medica) non regge fino alla fine e il film perde colpi. Thelma scopre le carte poco a poco, ma in maniera meccanica: tra visioni dai simbolismi facili e flashback di traumi infantili, scivola in qualche scena infelice e si fa prevedibile. E proprio quando chiarisce i propri scopi di horror raggelato e femminista, diventa più ideologico, quasi didascalico. Peccato, perché il progetto era interessante ed è notevole la mano del regista nel farci entrare poco a poco nel mondo della protagonista, accompagnandola in maniera morbida e inquietante tra spazi urbani e naturali. Bene assortita la coppia di protagoniste: la bionda e spaurita Eili Harboe (Thelma) e soprattutto Kaya Wilkins (Anja), che è anche modella e musicista.
Da La Repubblica, 21 giugno 2018


di Emiliano Morreale, 21 giugno 2018