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Joseph Fiennes: «Basta poco per distorcere i valori della religione»

L'attore è il Comandante Fred Waterford in The Handmaid's Tale, serie rivelazione del 2017, vincitrice di 8 Emmy Awards. In streaming su TIMVISION dal 26 settembre.
di Lorenza Negri

The Handmaid's Tale

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Joseph Fiennes (Joseph Alberic Fiennes) (53 anni) 27 maggio 1970, Salisbury (Gran Bretagna) - Gemelli. Interpreta Il comandante Fred Waterford nel film di Reed Morano, Mike Barker, Daina Reid, Kari Skogland, Kate Dennis, Floria Sigismondi, Jeremy Podeswa, Dearbhla Walsh, Colin Watkinson The Handmaid's Tale.
martedì 19 settembre 2017 - Incontri

In The Handmaid's Tale, Joseph Fiennes ha nascosto il suo impeccabile accento da "inglese della regina" per interpretare il Comandante Waterford, eminenza politica di una società - Gilead - che ha sostituto il governo statunitense con una teocrazia. La serie disponibile dal 26 settembre su TIMVISION, fresca vincitrice di otto Emmy Awards (i premi della televisione americani) tra cui Miglior Serie Drammatica, Sceneggiatura, Regia e Attrici Protagoniste e non, lo annovera nel cast con la scomoda parte di un uomo debole, ipocrita e mellifluo, imbarazzato e schiacciato dalle stesse leggi che ha imposto per salvaguardare il presunto benessere del proprio Paese.

Fiennes, il cui nome completo è un suggestivo Joseph Alberic Twisleton-Wykeham-Fiennes, è imparentato con l'esploratore Ranulph Fiennes e con la famiglia reale britannica, suo fratello è l'attore Ralph e i suoi parenti tutti artisti, fotografi, pittori, scrittori, registi o attori come lui.
Lorenza Negri

La sua è una famiglia illuminata, e forse per questa distanza rassicurante con la parte involuta dell'umanità che ha amato interpretare un uomo come Fred Waterford.


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Joseph Fiennes in una scena di The Handmaid's Tale.
Joseph Fiennes in una scena di The Handmaid's Tale.
Joseph Fiennes in una scena di The Handmaid's Tale.
L'INTERVISTA

Mr. Fiennes, come è approdato al ruolo?
Ho ricevuto dal mio agente la proposta, poi una telefonata dei produttori che mi hanno lasciato leggere le sceneggiature dei primi episodi già adattati dal romanzo originale [Il racconto dell'ancella di Margaret Atwood]. Li ho richiamati, mi sono detto affascinato, e mi sono preso il tempo per leggere il romanzo, trovando che il mio personaggio fosse quantomeno enigmatico e controverso. Questo mi è piaciuto, e ho accettato.

Cosa cerca in un personaggio?
Mi piace percorrere con il mio personaggio sentieri accidentati, deve rendermi il lavoro difficile. Soprattutto, ho bisogno di stare dalla sua parte, trovando qualcosa da amare in lui anche se è tutt'altro che amabile, tutt'altro che gradevole. Personaggi come il Comandante, complessi, oscuri, deboli e pieni di difetti sono i più interessanti e rendono la sfida professionale ancora più grande.

Ci parli del suo rapporto col Comandante.
Ho trovato per molti versi l'analisi del mondo corrosivo e corrotto che incarna la parte più affascinante dell'interpretarlo. Così come il fatto che tramite lui venga analizzato il potere e come questo abbia stravolto la società. Tuttavia, l'aspetto più interessante è la sua relazione con Difred, la sua ancella. La donna che l'aveva preceduta si è suicidata e questo lo ha sconvolto. Vedendolo interagire con Difred si intuisce che voglia affrancarsi dalla colpa e perdonare se stesso cercando di essere il più umano possibile con lei, ma allo stesso tempo la manipola: ho trovato questa contraddizione davvero affascinante.

Il Comandante è un personaggio totalmente negativo?
Non direi, ho il mio punto di vista particolare: Fred crede di correggere la decadenza della società, temo non si renda conto che quello che supporta è niente di più che un regime totalitario, una teocrazia dominata dagli uomini. È già successo in passato e succede ancora oggi in svariati angoli del mondo che la religione venga utilizzata e distorta per tenere le persone sotto controllo.

Lei è cattolico, ha vissuta l'esperienza più sul personale?
Non saprei dire se fossi più sconvolto degli altri sul set, ma so che siamo tutti condizionati dalla fede a cui abbiamo aderito. La maggior parte della religioni promuove amore e luce e pace, la maggior parte sono positive ma poi dipende da come viene usato il linguaggio, come viene distorto per piegare la religione al volere di pochi. The Handmaid's Tale è un racconto ammonitore, ci avverte di quello che può succedere se permettiamo che il significato delle parole venga distorto.

Come è stata l'esperienza sul set di The Handmaid's Tale?
Ci sono tantissime persone piene di talento nel mio settore e mi sembra di essere riuscito a lavorare con tutte quelle migliori in questo progetto. Quando ho scoperto che Lizzie [Elisabeth, ndr] Moss era coinvolta ho capito che avrei potuto assistere a vero talento, mi sono reso conto che questa compagnia di professionisti era davvero speciale e preziosa ed ero stato molto fortunato a poter lavorare con loro.

Ha un personaggio o un film della sua carriera a cui è più affezionato?
Non mi capita praticamente mai di riguardarmi: sono spesso troppo imbarazzato da quello che ho fatto e per lo più, appena finisco, cerco di nascondermi al mondo!


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