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Petit Paysan, 3 premi César non si vincono per caso

Hubert Charuel ha trasformato in cinema l'elaborazione di un trauma infantile e costruito un thriller rurale più che credibile. Al cinema.
di Giancarlo Zappoli

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Swann Arlaud - Sagittario. Interpreta Pierre Chavanges nel film di Hubert Charuel Petit Paysan - Un eroe singolare.
venerdì 23 marzo 2018 - Focus

Quanti film noir abbiamo visto in cui a un certo punto ci si trovava a dover occultare un cadavere? Non è difficile ricordare quante e varie fossero le soluzioni al problema. Quando però si deve far sparire una mucca da 700 chili le cose si complicano. Con Petit Paysan (guarda la video recensione) Hubert Charuel dimostra di saper padroneggiare diversi generi (noir compreso) e di avere anche le idee chiare su cosa significhi essere un allevatore. Questa consapevolezza gli ha fruttato tre premi César e non è stato un caso. Perché i suoi genitori sono stati degli allevatori e lui è cresciuto in una fattoria che distava venti chilometri dal paese più vicino. Non solo, a un certo punto ha dovuto fare una pausa negli studi alla Fèmis (prestigiosa scuola di cinema francese) per prendere il posto della madre temporaneamente invalida a causa di un incidente. L'esperienza maturata è stata trasferita nel protagonista del film che si muove come un vero allevatore, a suo agio tra mungiture e stalle.

Quello che però si rivela essere il nucleo centrale della riflessione è un altro. È come se Charuel avesse deciso di trasformare in cinema (quindi avvalendosi della citata competenza in materia di scrittura) l'elaborazione di un trauma infantile.
Giancarlo Zappoli

Tutti ricordano l'epidemia cosiddetta della 'mucca pazza', definizione giornalistica per l'encefalopatia spongiforme bovina che negli anni '90 creò un diffuso allarme sia negli allevatori che nei consumatori. Ebbene l'allora bambino Hubert, mentre con la madre assisteva a un servizio televisivo sull'argomento, la sentì pronunciare la frase: "Se fanno fuori le mie mucche mi suicido". Quella frase, unita a un certo senso di colpa per non aver portato avanti la fattoria e avere scelto il cinema come professione, ha dato origine a questo film che, per completare il quadro, è stato girato proprio nella fattoria, ormai inutilizzata in cui è il regista è cresciuto.

Mentre ci descrive la crisi del protagonista che trasforma il film in un thriller della mente, Charuel ci mostra anche come i controlli si siano fatti, proprio a seguito di quell'epidemia, molto rigorosi ma anche come ci sia la possibilità di aggirarli da parte del singolo che può denunciare la sparizione di un capo per riscuotere l'assicurazione mentre in realtà lo ha macellato di nascosto.


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