soljaris
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giovedì 30 marzo 2017
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i ragazzi italiani non sono questi!!!
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ULTIMA VERSIONE
Non è un paese per giovani è un film mediocre che racconta in modo superficiale e stereotipato i giovani italiani e il delicato tema della loro fuga all'estero in cerca di un lavoro. I due protagonisti non possiedono nessuna delle qualità che contraddistinguono tanti ragazzi di oggi; non c'è traccia in essi di quel coraggio, vitalità e determinazione che caratterizzano chi decide di emigrare in cerca di un futuro. Sono degli sbandati privi di ideali e di progetti che ad un certo punto della loro vita decidono, con la complicità e i soldi dei loro genitori, di partire per Cuba per realizzare non si sa cosa.
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ULTIMA VERSIONE
Non è un paese per giovani è un film mediocre che racconta in modo superficiale e stereotipato i giovani italiani e il delicato tema della loro fuga all'estero in cerca di un lavoro. I due protagonisti non possiedono nessuna delle qualità che contraddistinguono tanti ragazzi di oggi; non c'è traccia in essi di quel coraggio, vitalità e determinazione che caratterizzano chi decide di emigrare in cerca di un futuro. Sono degli sbandati privi di ideali e di progetti che ad un certo punto della loro vita decidono, con la complicità e i soldi dei loro genitori, di partire per Cuba per realizzare non si sa cosa. La violenza che il regista fa esprimere, in alcune scene, al personaggio di Luciano è stridente, spiazzante , in netto contrasto con la pulizia e umanità espresse dal suo volto e dal suo sguardo. Veronesi ha sposato, in modo acritico, la falsa ideologia secondo la quale l’aggressività è connaturata all’essere umano e può emergere in qualsiasi momento, in ogni individuo. Il film, insomma, non rende giustizia alle tante virtù delle nuove generazioni e veicola l’infelice idea che di esse hanno alcuni politici italiani.
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[+] film rovinato da troppa e inutile violenza.
(di giurg 63)
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scavadentro65
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lunedì 3 aprile 2017
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non è un paese..a prescindere dall'età...
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Mi sono fatto influenzare dalla grande simpatia ed oserei dire empatia che Giovanni Veronesi trasmette via etere e che ha dato spunto per realizzare questa pellicola. Purtroppo però la storia fa fatica a procedere, imperniata sul tema attualissimo e sentito della mancanza di lavoro per i giovani (ma anche per tanti maturi e attempati a prescindere..) ma che si perde in figure un po' stereotipate e in situazioni di già visto. La fuga verso il presunto Paradiso perduto effettivamente ha avuto talmente tante versioni letterarie e filmiche, da rendere ostica la novità. Il rapporto dei due protagonisti camerieri in Italia ardenti di voglia centroamericana con la ragazza profonda e già sgamata funziona poco, pur narrata con una fotografia e location da cinque stelle.
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Mi sono fatto influenzare dalla grande simpatia ed oserei dire empatia che Giovanni Veronesi trasmette via etere e che ha dato spunto per realizzare questa pellicola. Purtroppo però la storia fa fatica a procedere, imperniata sul tema attualissimo e sentito della mancanza di lavoro per i giovani (ma anche per tanti maturi e attempati a prescindere..) ma che si perde in figure un po' stereotipate e in situazioni di già visto. La fuga verso il presunto Paradiso perduto effettivamente ha avuto talmente tante versioni letterarie e filmiche, da rendere ostica la novità. Il rapporto dei due protagonisti camerieri in Italia ardenti di voglia centroamericana con la ragazza profonda e già sgamata funziona poco, pur narrata con una fotografia e location da cinque stelle. Per dirla tutta questo lungometraggio più che dare delle soluzioni pone dei problemi ai quali da risposte parziali, anche se ad onor del vero forse la funzione del cineasta è il racconto e la denuncia più che la risoluzione dei temi trattati. I dialoghi sono sovente scontati, e non ci sono quei sussulti che probabilmente a torto mi aspettavo. Il giudizio è di due stelle e mezza, ma lascia un po' di delusione nello spettatore. Forse il tono leggermente drammatico non è recepito da noi fruitori, abituati ai manuali d'amore e alla commedia amarognola ma prevalentemente rassicurante alla quale ci aveva abituato il comunque ottimo Veronesi.
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soljaris
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martedì 28 marzo 2017
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i ragazzi italiani non sono questi!!!
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Non è un paese per giovani è un film mediocre che racconta in modo superficiale e stereotipato i giovani italiani e il tema della loro fuga all'estero in cerca di un lavoro. I due protagonisti non possiedono nessuna delle qualità che contraddistinguono tanti ragazzi di oggi; non c'è traccia in essi di quel coraggio e determinazione che caratterizzano coloro che decidono di emigrare in cerca di un futuro. Sono degli sbandati privi di ideali e di progetti che ad un certo punto della loro vita decidono, con la complicità e i soldi dei loro genitori, di partire per Cuba per realizzare non si sa cosa. L'aggressività che il regista fa esprimere, in alcune scene, ai personaggi di Sandro e Luciano è stridente, spiazzante , in netto contrasto con la pulizia dei loro volti e sguardi.
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Non è un paese per giovani è un film mediocre che racconta in modo superficiale e stereotipato i giovani italiani e il tema della loro fuga all'estero in cerca di un lavoro. I due protagonisti non possiedono nessuna delle qualità che contraddistinguono tanti ragazzi di oggi; non c'è traccia in essi di quel coraggio e determinazione che caratterizzano coloro che decidono di emigrare in cerca di un futuro. Sono degli sbandati privi di ideali e di progetti che ad un certo punto della loro vita decidono, con la complicità e i soldi dei loro genitori, di partire per Cuba per realizzare non si sa cosa. L'aggressività che il regista fa esprimere, in alcune scene, ai personaggi di Sandro e Luciano è stridente, spiazzante , in netto contrasto con la pulizia dei loro volti e sguardi. Veronesi ha sposato, in modo acritico, la falsa ideologia secondo la quale la violenza è connaturata all'essere umano e può emergere in qualsiasi momento. Il film, insomma, non rende giustizia alle nuove generazioni e sembra condividere appieno l'idea che i ragazzi italiani sono dei bamboccioni.
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flavio1234
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domenica 26 marzo 2017
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non decolla
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Argomento di attualità, tema accattivante, attori in parte: tutto sembrava far presagire un film piacevole e divertente. ma il tutto non funziona. non si sviluppa la chimica giusta e rimane un' opera piuttosto fredda, con una seconda parte sicuramente migliore, ma che non porta mai ad un assoluto coinvolgimento. Peccato! un' occasione sprecata per il cinema italiano.
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marce84
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mercoledì 5 aprile 2017
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nora è il punto di forza del film
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Il film di Veronesi parte dallo spunto delle testimonianze dei ragazzi italiani, che, non vedendo un futuro che li gratifichi nel loro paese, sono felici e realizzati in varie parti del mondo. Questo è solamente il punto di partenza per la storia dei due protagonisti Sandro e Luciano. Al regista interessa in particolare raccontare i due personaggi, alle prese con un futuro incerto, una vita tutta da costruire, in un paese sognato, ma allo stesso tempo che nasconde delle insidie e che li respinge. Il film è amaro e malinconico. Il punto di forza del film è il personaggio di Nora, interpretato superbamente da Sara Serraiocco: grazie a Nora il film è ironico, interessante, dolce, malinconico, strambo e tutta la storia acquista una forza vitale e un’energia diversa.
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Il film di Veronesi parte dallo spunto delle testimonianze dei ragazzi italiani, che, non vedendo un futuro che li gratifichi nel loro paese, sono felici e realizzati in varie parti del mondo. Questo è solamente il punto di partenza per la storia dei due protagonisti Sandro e Luciano. Al regista interessa in particolare raccontare i due personaggi, alle prese con un futuro incerto, una vita tutta da costruire, in un paese sognato, ma allo stesso tempo che nasconde delle insidie e che li respinge. Il film è amaro e malinconico. Il punto di forza del film è il personaggio di Nora, interpretato superbamente da Sara Serraiocco: grazie a Nora il film è ironico, interessante, dolce, malinconico, strambo e tutta la storia acquista una forza vitale e un’energia diversa.
La sceneggiatura ha qualche lungaggine e qualche calo di tensione di tanto in tanto, in particolare nella scena forzatamente ironica del discorso durante il funerale del nonno.
Il regista Veronesi sembra guardare i giovani protagonisti con compassione: come per dire, i giovani di oggi non hanno alcuna prospettiva in Italia e sono così disperati da andare all’estero e rischiare tutto: soldi, futuro, salute, rinunciare ad affetti e non sempre può andar bene, anzi. Il finale che ha un tocco di poesia è un punto di forza del film, che, grazie alle musiche di Giuliano Sangiorgi, emoziona e coinvolge.
Luciano, dall’anima a pezzi e dalle ferite sia dentro sia fuori per le botte subite durante i combattimenti, è metafora della situazione dei giovani in Italia: disperati, disillusi, con tanta rabbia dentro e senza punti di riferimento. A loro l’unica soluzione concessa è quella di scomparire poeticamente, proprio come fa Luciano, con un volo poetico, per riacquistare la propria essenza e quella leggerezza negata da una realtà crudele.
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alberto
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venerdì 21 aprile 2017
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un filmetto carino
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Una delle tracce più frequenti nei temi scolastici, la fuga di cervelli, finalmente è affrontata da un pusto di vista un pò più originale, ma soprattutto realista, dato che i giovani per finire gli studi e inseguire i propri sogni si recano fuori patria accompagnati dalla speranza, che a volte si trasforma in illusione altre nel conseguimento degli obiettivi. Putroppo in terra il paradiso non esiste, il viaggio, l'emancipazione, come può diventare la soluzione a tutti i problemi, potrebbe anche provocarne altri.
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Una delle tracce più frequenti nei temi scolastici, la fuga di cervelli, finalmente è affrontata da un pusto di vista un pò più originale, ma soprattutto realista, dato che i giovani per finire gli studi e inseguire i propri sogni si recano fuori patria accompagnati dalla speranza, che a volte si trasforma in illusione altre nel conseguimento degli obiettivi. Putroppo in terra il paradiso non esiste, il viaggio, l'emancipazione, come può diventare la soluzione a tutti i problemi, potrebbe anche provocarne altri. La storia di questa pellicola infatti è un pò insolita ma per niente inverosimile e, molto saggiamente, nella consapevolezza della sua qualità, il regista Giovanni Veronesi, più attivo come sceneggiatore (ha vinto anche un David di Donatello e ha collaborato alla scrittura de "Il Ciclone"), la introduce con una carrellata di testimonianze (il titolo del film è tratto dalla trasmissione radiofonica) di giovani italiani tutti entusiasti di essere "fuggiti" dall'Italia, lanciando un messaggio monocorde. E tra i disertori figura anche un amico del protagonista, Sandro, un giovane cameriere molto incerto sul suo futuro ma desideroso di diventare uno scrittore, che vive col padre pugliese in costante impegno per arrotondare il misero guadagno del suo lavoro da edicolante. Col tempo nasce un'amicizia con un collega coetaneo, Luciano, che possiede dei contatti in grado di aiutarlo a fare fortuna a L'avana sfuttando la presenza poco diffusa del wi-fi. Dopo la bellissima scena in cui il padre, interpretato da un simpaticissimo Sergio Rubini, concede "un anticipo dell'eredità" con la consapevolezza che la felicità non ha prezzo, i due camerieri partono insieme e vengono accolti a Cuba da una ragazza carismatica quanto stravagante. Un trio davvero curioso e affascinante che non si dimentica, grazie alle ottime e spontanee interpretazioni di Filippo Scicchitano ("Bianca come il latte, rossa come il sangue"; "Allacciate le cinture"), Giovanni Anzaldo e la rivelazione Sara Serraiocco, che trasmette allo spettatore tanto: dal disperato desiderio di essere felice nonostante i tristi avvenimenti passati alla preoccupazione di apparire strana in certe occasioni. Nella seconda parte del film troviamo anche il mitico Nino Frassica, proprietario di una pizzeria, sempre grande mattatore e quasi magnetico nei suoi dialoghi stralunati contro i comunisti che offrono una comicità semplice e contemporaneamente spassosa. Ovviamente la location balneare è affascinante e le musiche dei Negramaro sono consone all'atmosfera che permea la vicenda: un misto di goliardia e malinconia, gioia di vivere e sofferenze del passato che vanno in cerca del loro sfogo. Una parabola molto carina su uno dei più banali ma anche più importanti messaggi di vita: niente è tutto rosa e fiori e per raggiungere i propri scopi non bisogna mai pensare che ci sia una strada più semplice, dando per scontato il successo. Anche se le statistiche parlano chiaro, la sceneggiatura di Ilaria Macchia, pur peccando di un finale un pò sbrigativo e filosofeggiante, è in grado di insegnarci che c'è chi ce la fa e chi no e che l'Italia non è l'unico paese che ha dei problemi.
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ennior
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giovedì 5 dicembre 2019
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cuba sfasciata dai giovani
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Cuba è un paese serio con una storia pesante e sofferta . E' anche un Paese "napoletano " ove i problemi (grossi ) vengono coperti dal sorriso cui si ricorre per dignità appresa . Il film ne da una caricatura fra l'altro densa di falsità ( non si vende ne si consuma droga, quanto meno pesante; chi ha provato a farlo è stato fucilato (Ochoa) ; in casi di scommesse clandestine basate sul pugilato disumano arriverebbe la Polizia dopo due minuti).Al contrrio aCuba si puo' vedere dell ottimo pugilato meritevole della definizione di "noble art" -Anche la prostituzione che pure c'è è osteggiata e non certo tollerata o favorita come avviene in Thailandia .
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Cuba è un paese serio con una storia pesante e sofferta . E' anche un Paese "napoletano " ove i problemi (grossi ) vengono coperti dal sorriso cui si ricorre per dignità appresa . Il film ne da una caricatura fra l'altro densa di falsità ( non si vende ne si consuma droga, quanto meno pesante; chi ha provato a farlo è stato fucilato (Ochoa) ; in casi di scommesse clandestine basate sul pugilato disumano arriverebbe la Polizia dopo due minuti).Al contrrio aCuba si puo' vedere dell ottimo pugilato meritevole della definizione di "noble art" -Anche la prostituzione che pure c'è è osteggiata e non certo tollerata o favorita come avviene in Thailandia . Quel che il film paventa invece è l'immagine di un Paese "vergine" terreno di conquista di giovani portatori di un turismo immaturo che con il loro comportamento facilone ed incolto contribuiranno a farla diventare un postribolo come già lo era prima della rivoluzione (era il bordello degli americani dove andavano a divertirsi alle spalle dei piu' poveri e emarginati) ...insomma la Storia si ripete e dagli errori del passato i giovani non voglione sapere nulla e cosumare con i paraocchi della stupidità , Diventerà un altro pezzo di mondo governato dalla moda imposta da ignoranti ed affaristi che " sotto il cappello, niente" ..................buona notte
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flyanto
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lunedì 27 marzo 2017
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un futuro possible in terre lontane
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Il titolo dell'ultimo film di Giovanni Veronesi, "Non è un Paese per Giovani", esplicitamente denuncia la difficile situazione dal punto di vista professionale che si trova in Italia in questi ultimi tempi: e, cioè, la mancanza di lavoro o la difficoltà a trovarne uno stabile e consono al proprio iter scolastico.
La storia prende inizio dal desiderio di affermazione e di trovare una giusta collocazione, professionalmente parlando, di due giovani di estrazione sociale completamente differente i quali, però, lavorano entrambi come camerieri presso un ristorante.
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Il titolo dell'ultimo film di Giovanni Veronesi, "Non è un Paese per Giovani", esplicitamente denuncia la difficile situazione dal punto di vista professionale che si trova in Italia in questi ultimi tempi: e, cioè, la mancanza di lavoro o la difficoltà a trovarne uno stabile e consono al proprio iter scolastico.
La storia prende inizio dal desiderio di affermazione e di trovare una giusta collocazione, professionalmente parlando, di due giovani di estrazione sociale completamente differente i quali, però, lavorano entrambi come camerieri presso un ristorante. Uno, con aspirazioni di diventare uno scrittore, è figlio di un edicolante pugliese che vende anche della frutta clandestinamente, l'altro, invece, con idee meno chiare sul proprio futuro, è figlio di un giornalista. Entrambi decidono, sul'esempio di loro coetanei che hanno trovato la propria strada all'estero, di costruirsene una a Cuba, accarezzando il sogno di aprire in una spiaggia fantastica un chiosco di bibite e vivande varie con in più la connessione Wi-Fi. Qui, nel frattempo, essi faranno la conoscenza di una ragazza molto particolare e con una storia personale drammatica alle spalle e verranno a contatto con una realtà del tutto nuova e molto diversa da quella che si immaginavano. Non a tutti si prospetterà il futuro roseo tanto sperato .....
Giovanni Veronesi, ben consapevole della situazione drammatica purtroppo vigente ora in Italia dal punto di vista occupazionale ed in seguito anche alle numerose interviste da lui fatte nel corso di una propria ricerca ad alcuni ragazzi appena laureati emigrati all'estero, ha proposto una realtà molto sentita e riguardante i giovani contemporanei del nostro Paese, attraverso una storia che si rivela avvincente, in alcune parti addirittura divertente, ma alquanto amara nel suo insieme. I tre giovani protagonisti, infatti, cercano, ognuno come può, di reagire e di lasciarsi alle spalle le proprie situazioni personali non del tutto felici, per non dire addirittura drammatiche. Veronesi non suggerisce (nè lo vuole) una soluzione alla problematica concernete il futuro personale delle nuove generazioni dal momento che il destino riservato ai tre personaggi non si verifica per tutti a lieto fine, ma presenta solo come possa avvenire la dinamica di determinati eventi e quanto il futuro di ogni singolo individuo sia determinato dalle azioni e dalle scelte di ciascuno. Pertanto, pur essendo una pellicola giovanile e, dunque, a tratti spensierata, in realtà essa possiede una malinconia di fondo che la rende credibile e, pertanto, accettabile in quanto vera. Ciò, poi, che contribuisce notevolmente alla sua riuscita viene determinato anche dalla scelta azzeccata dei protagonisti giovani (Filippo Schicchitano, Giovanni Anzaldo e Sara Serraiocco) e dalle riprese cinematografiche in locations del territorio cubano alquanto suggestive e quasi irreali per la loro bellezza inusuale.
Insomma, nel complesso, sicuramente un film consigliabile.
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gifelt
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lunedì 27 marzo 2017
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coinvolgente
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A me il film è piaciuto. Le mie aspettative erano molto alte poichè ho imparato ad apprezzare il regista soprattutto ascoltandolo alla radio e, poichè gli riconosco una sensibilità non comune, immaginavo che avrebbe trattato il tema con tutte le sue doti di delicatezza e lucidità. E così è stato,almeno per me. Ho trovato particolarmente indovinato il personaggio della ragazza e del giovane scrittore, un pò meno quello del lottatore sul quale, a mio pareere, Veronesi ha indugiato un pò troppo in scene di violenza. Nel film ho ritovata tutto il Veronesi, con il suo sguardo lucido che non rinuncia, però, alla poesia.
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