Con quella faccia un pò così, quell'espressione un pò così..... Chi meglio di Harry Dean Stanton poteva calzare i panni di Lucky, che poi sono i suoi stessi panni, un novantenne , in una cittadina sperduta nel deserto texano, ogni mattina si alza, compie il solito rituale, una capatina al diner per il solito caffè, un salto al drugstore per prendere il latte e le immancabili sigarette, la sera il solito bloodymary al bar e due chiacchere in compagnia, sempre le stesse. A spezzare questa routine, un banale malore, una mattina , Lucky si rende improvvisamente conto che tutti i suoi gesti , le sue abitudini, un giorno cesseranno di essere e che paura che fa quel mare scuro che comincia ad agitarsi dentro di lui e che si muove anche di notte.Ateo convinto , Lucky è convinto che quando si spegnerà la luce sarà buio totale e il nulla.Uomo schivo e di poche parole , brusco nei modi e schietto nel parlare, un pò randagio, ciononostante gode della simpatia degli abitanti del paese ,viene anche invitato al compleanno di un bambino messicano, la cameriera del diner va a trovarlo a casa per informarsi del suo stato di salute e lui si dimostra riconoscente e lascia trasparire tutta la sua fragilità e insicurezza. Comincia a prendere coscienza della realtà, si mette in ascolto delle persone come con l’amico Howard, inconsolabile perché la sua tartaruga centenearia, pardon, testuggine, dopo tanti anni in sua compagnia è andata via lasciandolo solo, comprende che ognuno di noi guarda le stesse cose ma ognuno la vede in modo diverso, ma che tutti siamo accomunati da una stessa sorte, il sipario calerà per tutti, alla fine. Le cose a questo punto assumono significati più profondi, mettersi in relazione con il quotidiano ha un peso diverso, specifico, un valore aggiunto, meglio guardare con occhi nuovi ciò che ci è sempre sembrato banale e apprezzarlo e capire che forse non era poi così banale. Comprendere che le cose che si amano, proprio perché si amano, a un certo punto bisogna lasciarle andare. E avere il coraggio e la sfrontatezza di sorridere. Un piccolo grande film, un grande attore che si offre alla macchina da presa in tutto il disfacimento dell’età ma anche con una limpidezza di sguardo e di espressione che lo hanno caratterizzato come attore e che fino in fondo attraversa con un incedere lento e solenne l’intero film.
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