L'Insulto

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Un film di Ziad Doueiri. Con Adel Karam, Rita Hayek, Kamel El Basha, Christine Choueiri.
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Titolo originale L'insulte. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 113 min. - Libano 2017. - Lucky Red uscita mercoledì 6 dicembre 2017. MYMONETRO L'Insulto * * * 1/2 - valutazione media: 3,67 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
zarar venerdì 29 dicembre 2017
parole come pietre Valutazione 3 stelle su cinque
82%
No
18%

Libano, oggi. Cristiani maroniti, musulmani, profughi palestinesi convivono in un clima di tensione estrema in un contesto politico precario e agitato. Alle spalle una lunga storia di conflitti sanguinosi, a partire dalla guerra civile che dal 1975 al ’78 e poi dal 1982 al 1990  devastò il paese, coinvolto direttamente nel conflitto tra i palestinesi dell’OLP e lo Stato di Israele. Dai pesanti strascichi di questa guerra nacque poi l’occupazione siriana alla fine degli anni ottanta, il conflitto tra sunniti e sciiti e ancora la guerra del 2006 con Israele…  Un paese senza pace da quarant’anni. Il film mette di fronte Tony, un meccanico cristiano maronita e Yasser, un ingegnere palestinese, quest’ultimo costretto come profugo a guadagnarsi da vivere come semplice capocantiere. [+]

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michelecamero mercoledì 13 dicembre 2017
film bellissimo. da oscar Valutazione 4 stelle su cinque
73%
No
27%

  Film libanese bellissimo che ritengo andrà ad Oscar per il miglior film straniero, che pone all’attenzione la doppia tragedia dei palestinesi profughi in terra straniera ove non sono voluti e di quei popoli che, ospitandoli contro voglia, hanno visto mutare in peggio le proprie condizioni di vita, avendo importato insieme ai profughi, la guerra e le sue drammatiche vicende. La storia ci racconta come certe fratture dell’animo umano sono difficili a rimarginarsi, alimentandosi di continuo con il rancore, l’insofferenza verso il nemico o comunque considerato tale, fino al punto, dinanzi alla incapacità di una presa di coscienza collettiva che consenta finalmente di fare i conti con la storia, di cercare attraverso un pretesto futile e banale, una vendetta personale, individuale ad una tragedia collettiva e familiare mai rimossa. [+]

[+] concordo in tutto (di flaw54)
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mauro2067 lunedì 18 dicembre 2017
guardare oltre Valutazione 4 stelle su cinque
86%
No
14%

La storia di una banale lite che inizia da un tubo, passa attraverso qualche parola di troppo, sfocia in un'aggressione fisica e finisce, inevitabilmente, in tribunale. Ne succedono a milioni ogni giorno in ogni angolo del mondo, sfamano gli avvocati. Ma nel film i due contendenti sono uno palestinese rifugiato e l'altro libanese cattolico e siamo a Beirut. E così la lite viene cavalcata dai media, dalla gente che vive in città, dagli stessi avvocati che vorrebbero trasformare i due protagonisti nell'emblema dei rispettivi popoli.
Solo i due uomini non vogliono questo, non ci si riconoscono ed anzi, durante il processo, si scoprono più simili di quanto credessero arrivando anche a rispettarsi. [+]

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blufont giovedì 28 dicembre 2017
così diversi... così uguali.
100%
No
0%

Due uomini, due religioni, due culture, due generazioni, due caratteri, che si tollerano finché un banale episodio non accende la miccia dell'odio. Odio che, si capirà, non ha nulla di personale e trascende perfino l'orgoglio, ma affonda le radici in un passato di soprusi e dolore, di esilio e di violenze in cui è difficile capire chi sia la vittima e chi il carnefice. Nell'opporsi, in modo involontariamente sempre più mediatico e pubblico, in un processo che esce dal tribunale per coinvolgere gruppi di estremisti per le strade e perfino il presidente, i due contendenti si scoprono in fondo aver vissuto esperienze simili, avere le stesse reazioni, la stessa emotività, le stesse ferite, la stessa umanità. [+]

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peergynt giovedì 31 agosto 2017
l'inarrestabile progressione dell'odio Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

Un film, ben scritto e ben girato, che ci mostra quanto sia potente l'odio che divide quasi sempre gli esseri umani, soprattutto quando alle loro spalle ci sono sofferenza e umiliazioni. A Beirut un capomastro palestinese si vede piovere acqua in testa da una grondaia che scarica direttamente in strada. La grondaia appartiene ad un libanese cristiano che non ne vuole sapere di aggiustare il tubo, pur sapendo che non è a norma. Fra i due si parte con un insulto, si prosegue con un alterco e si finisce in tribunale. In una progressione ottimamente resa dalla convincente sceneggiatura e dal ritmo del film, teso come una corda di violino, l'odio si fa sempre più inarrestabile fino a coinvolgere anche gli avvocati e il pubblico che assiste al processo. [+]

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luciano mercoledì 20 settembre 2017
un antico dolore Valutazione 4 stelle su cinque
71%
No
29%

Coraggioso film dove si fronteggiano due anime, due fedi, due facce diverse della stessa pietà. Un cristiano libanese ed un profugo palestinese partono per una guerra personalissima disseppellendo antichi rancori. Ma lentamente perdono il controllo della situazione e la storia mette in puazza la loro intimità senza preoccuparsi delle conseguenze, confondendo ciò che è privato con una morale politica e quindi pubblica allargata. Le due anime, scartavetrate dalla sofferenza e rese cieche dal dolore, si muovono come automi.La parola sconsiderata e violenta arma la mano e insieme corrono più veloci della buona volontà: non reagire alla provocazione che infanga, ferisce e sfrega ciò che hanno di più caro, il senso di appartenenza alla coscienza di un popolo. [+]

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maurizio.meres sabato 9 dicembre 2017
una storia senza fine Valutazione 5 stelle su cinque
80%
No
20%

Sublime film,attraverso una normalissima discussione tra due persone per motivi futili ,come capita in tutte le città del mondo,diventa un conflitto esistenziale dettato da un odio generazionale,dove la dignità umana viene offesa da entrambi le parti,in una conflittualità che non conosce fine,siamo in Libano e più precisamente a Beirut.
Nel film vengono citate e contrapposte tutte e tre le religioni monoteiste,una guerra eterna dove l'occidentalismo si pone come primo spettatore,lasciando solo quella parte di medio oriente diventato ormai povero e senza una precisa identità,manovrando politicamente attraverso un conflitto religioso solo ciò che gli interessi possono produrre. [+]

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eccome! giovedì 7 dicembre 2017
realistico: conflittualità, così potente in noi Valutazione 5 stelle su cinque
58%
No
42%

Realistica la testardaggine delle opposte parti in conflitto.
Realistico e molto progressivo il crescendo delle tensioni.
Realistico lo spiazzamento e la distanza tra il sentire delle persone e i meccanismi, completamente diversi, della giustizia legale.
Realistici i dubbi e i ripensamenti delle persone strada facendo.
Realistico il pretesto del litigio.
Realistici i momenti di contatto e dialogo tra i litiganti.
Realistici i dialoghi, i comportamenti dei personaggi.
Più che buona la recitazione.
Toccante in più momenti.
Lo consiglio a tutti, provando ad immaginarsi realmente nei panni di uno dei due e cercando di capire, perché quello è reso davvero bene, quanto "automatico e autonomo", rispetto alla volontà delle parti, diventi il procedimento legale, che sfugge completamente al loro controllo, come tutto il resto. [+]

[+] realistico? (di michelino)
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tonimais martedì 9 gennaio 2018
diciotto confessioni...per nulla Valutazione 4 stelle su cinque
75%
No
25%

Si è più volte detto che un 'arma è di per sè neutra , è l'uso che se ne fa a renderla uno strumento d'offesa o di difesa. Sta di fatto che se ne circolassero  meno non avremmo così tanti ammazzati o feriti da arma da fuoco. La religione nasce per sua natura per tentare d'offrire un senso ai problemi dell'esistenza e un sostegno psicologico in momenti gravi e delicati della vita  ma è sempre  in nome di Dio si commettono le più assurde atrocità: in Libano albergano diciotto confessioni dagli islamici sunniti o sciiti ai cristiani maroniti ai drusi etc etc. E' l'unico paese ,non interamente islamico, dove le campane delle chiese cristiane si confondono con i versi del muezzin. [+]

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vanessa zarastro martedì 24 luglio 2018
eterno conflitto Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

Beirut è una città colta e cosmopolita che mi ha sempre affascinato. Negli anni ho avuto modo di conoscere, in diverse parti del mondo, vari libanesi che più volte danneggiati e bombardati, hanno sempre avuto la forza di reagire, di ricominciare da capo con forza e determinazione. Dicevano che il Libano era considerato un po’ come la “Svizzera del Medio Oriente”. ”L’insulto“ mostra la città di Beirut che sta tentando di rinascere dopo anni e anni di complicate guerre civili (1975/90) che hanno lasciato 150.000 morti e la distruzione della capitale, teatro dei vari conflitti. Ciononostante nelle periferie multietniche non si vive bene, ancora oggi le fazioni religiose e politiche sembrano vivere sui carboni ardenti. [+]

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