Il giovane Karl Marx

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Due giovani improbabili si aggirano per l'Europa Valutazione 2 stelle su cinque

di Zarar


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mercoledì 2 maggio 2018

   Film molto modesto del regista haitiano Raoul Peck, con un tono che richiama gli aspetti più superficiali della letteratura romantica ottocentesca, costruito in studio apparentemente con pochi mezzi (nonostante il  contributo di produttori francesi, tedeschi e belgi…)  e un manierismo da serie televisiva. Manca qualsiasi approfondimento storico, filosofico, psicologico. Il giovane Marx (August Diehl), esule, perseguitato da censura e polizia, con problemi economici, isolato da quelli stessi che avrebbero dovuto essere suoi sodali, con una strenua dedizione alla definizione di una nuova identità politica e di un nuovo modello di società, è qui rappresentato con fanciullesca leggerezza e dotato di un sorrisino fisso tra ironico e ingiustificatamente gaio, con cui sembra far l’occhiolino allo spettatore per segnalare di non prendere sul serio l’intera faccenda. La vicenda di Engels (Stefan Konarske), con la scelta radicale che lo porta a farsi analista appassionato della condizione operaia, ad abbracciare il socialismo, a sostenere Marx e a collaborare con lui sino alla morte, pur nella sua posizione di ricco industriale (conservò la comproprietà dell’azienda paterna sino al 1869) , è trattata con il semplicismo di un libro di lettura per le elementari.  Lo stesso si può dire del rapporto tra Marx e Engels, o del ruolo delle figure femminili, ugualmente stereotipate nei loro opposti caratteri, l’angelica paziente Jenny moglie di Marx, l’irruente operaia irlandese donna di Engels. Film pedagogico? Magari. Si impara ben poco,  al di là di qualche vaga informazione di superficie. Ad  ogni evento o incontro chiave i due protagonisti in tuba sembrano arrivare quasi per caso, passeggiando per l’Europa, mettendosi via via in posa in scenette di genere, come in un quadro vivente ottocentesco. Il precipitare (si fa per dire) verso la composizione del “Manifesto”, che chiude il film,  appare altrettanto casuale che un temporale d’estate. Niente vera passione,  niente senso critico, molti sbadigli.

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