scavadentro65
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mercoledì 5 aprile 2017
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la verità ti fa male lo so....
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Mai essere prevenuti, ma giudicare con sincerità e sopratutto obiettività. Nonostante le critiche negative ho visto questo lungometraggio tradendo parzialmente questo assunto, in quanto come molti cinquantenni sono ammiratore di Ambra Angiolini, che ho visto progredire come attrice e crescere professionalmente in ogni contesto. Vedere quindi questa ragazza sorridere o andare in crisi, disegnare con i piedi o trasecolare, vederla mamma affannata tra figli e amici e tra suocere e madre, valeva il biglietto. Ciò premesso la domanda è: nel trasporre una vicenda Web e letteraria su grande schermo, si è riusiciti a trasmettere il dolore, lo smarrimento, la frenesia che coglie una donna colpita da una separazione improvvisa? La risposta, pur con un ritmo che presenta alti e bassi, è positiva.
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Mai essere prevenuti, ma giudicare con sincerità e sopratutto obiettività. Nonostante le critiche negative ho visto questo lungometraggio tradendo parzialmente questo assunto, in quanto come molti cinquantenni sono ammiratore di Ambra Angiolini, che ho visto progredire come attrice e crescere professionalmente in ogni contesto. Vedere quindi questa ragazza sorridere o andare in crisi, disegnare con i piedi o trasecolare, vederla mamma affannata tra figli e amici e tra suocere e madre, valeva il biglietto. Ciò premesso la domanda è: nel trasporre una vicenda Web e letteraria su grande schermo, si è riusiciti a trasmettere il dolore, lo smarrimento, la frenesia che coglie una donna colpita da una separazione improvvisa? La risposta, pur con un ritmo che presenta alti e bassi, è positiva. Ci sono momenti di dolore, ma anche di ironia, momenti di sconforto alternati a risate, pause di riflessione e scatti in avanti. Non trovo che il telaio sia simile alla american comedy, poichè i temi vanno anche in profondità e gli interpreti sovente toccano l'anima. Oltre ad Ambra la quale a mio avviso ci mette molto del suo vissuto personale, l'ottimo Pesce in un ruolo non facile , la sempre valida De Sio, i bimbi e comunque l'habitat che nel bene e nel male rispecchia la nostra società nella quale amare ed essere amati pare sia la cosa più difficile da realizzare, stante le pulsioni che si trasformano in fuga non tanto da una donna, ma da un tipo di vita che non ci soddisfa appieno. Ben evidenziato inoltre che uscire da una storia non porta automaticamente la felicità, ma altre questioni per le quali ci sono tante soluzioni diverse che non danno esito. Spesso proprio non si riesce a rinascere da soli, ma con l'aiuto di persone dalle quali niente ci aspettiamo ma magicamente ci dimostrano affetto. Max Croci non sarà Sorrentino nè Virzì, ma la sua regia mi pare discreta e sufficiente a trascinare in porto una vicenda mulitcolore. Chiediamoci quante volte nella vita cadiamo e ci rialziamo, cadiamo e ci rialziamo, cadiamo e ci rialziamo......
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scavadentro65
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mercoledì 5 aprile 2017
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la verità (sull'amore) ti fa male.. lo so...
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Non è mio costume valutare un prodotto cinematografico facendomi influenzare dalle passioni, ma come molti cinquantenni sono legato alla figura di Ambra Angiolini, la quale è cresciuta nel tempo sia come attrice che come donna, mantenendo un profilo sempre alto al di la delle occasioni professionali (la sua spontaneità di mamma che disegna con i piedi e la sua risata valgono da soli la visione). In questo contesto avevo grosse perplessità principalmente sul regista (proveniente dal Web) e sul tema affrontato già svolto sul piano letterario. La domanda è: la pellicola è riuscita a far emergere le problematiche, le contraddizioni, il dolore che si prova affrontando una separazione traumatica che coinvolge non solo una parte ma a pioggia scombussola l'ambiente circostante nelle persone (in primis i figli) e gli habitat? Orbene si deve onestamente e oggettivamente confermare che seppur con carenze tecniche e cadute, le alterne situazioni proposte toccano spesso l'anima, e la tenerezza si alterna all'ironia, l'amaro al dolce e la presa d'atto al volo di fantasia.
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Non è mio costume valutare un prodotto cinematografico facendomi influenzare dalle passioni, ma come molti cinquantenni sono legato alla figura di Ambra Angiolini, la quale è cresciuta nel tempo sia come attrice che come donna, mantenendo un profilo sempre alto al di la delle occasioni professionali (la sua spontaneità di mamma che disegna con i piedi e la sua risata valgono da soli la visione). In questo contesto avevo grosse perplessità principalmente sul regista (proveniente dal Web) e sul tema affrontato già svolto sul piano letterario. La domanda è: la pellicola è riuscita a far emergere le problematiche, le contraddizioni, il dolore che si prova affrontando una separazione traumatica che coinvolge non solo una parte ma a pioggia scombussola l'ambiente circostante nelle persone (in primis i figli) e gli habitat? Orbene si deve onestamente e oggettivamente confermare che seppur con carenze tecniche e cadute, le alterne situazioni proposte toccano spesso l'anima, e la tenerezza si alterna all'ironia, l'amaro al dolce e la presa d'atto al volo di fantasia. Alcune verità che fanno male vengono messe a nudo, alcune scelte consapevoli risultano sbagliate e deleterie, mentre altre istintive si rivelano azzeccate. Gli interpreti al di la di Ambra che a mio avviso ci mette molto del suo vissuto, sono connessi e dentro il ruolo, con menzione per l'ottimo Pesce e la veterana De Sio. Il prodotto non mi pare abbia questo connotato di american-comedy, ma ritrae una società attuale che nel bene e nel male è realistica e che forse presenta più alti che bassi. Max Croci non sarà certo Sorrentino nè Virzì ma tutto sommato il film è godibile e la regia discreta: se il ritmo ogni tanto perde colpi guardiamoci dentro e fuori e riflettiamo su quante volte anche la nostra vita ci fa cadere, rialzare, cadere, rialzare, cadere...........
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flyanto
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mercoledì 5 aprile 2017
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le nevrosi di una donna abbandonata
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Tratto dall'omonimo best seller di Enrica Tesio e dalle svariate discussioni dalla stesa tenute su un blog, "La Verità, vi spiego, sull'Amore" è l'ultima commedia del regista Max Croci.
La storia prende inizio dall'abbandono, dopo sette anni di convivenza, di un marito (Massimo Poggio) dalla propria famiglia e dalla conseguente reazione della moglie (Ambra Angiolini) che, rimasta sola, deve occuparsi dei due figli piccoli in comune e dividersi tra il lavoro ed il mestiere di mamma.
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Tratto dall'omonimo best seller di Enrica Tesio e dalle svariate discussioni dalla stesa tenute su un blog, "La Verità, vi spiego, sull'Amore" è l'ultima commedia del regista Max Croci.
La storia prende inizio dall'abbandono, dopo sette anni di convivenza, di un marito (Massimo Poggio) dalla propria famiglia e dalla conseguente reazione della moglie (Ambra Angiolini) che, rimasta sola, deve occuparsi dei due figli piccoli in comune e dividersi tra il lavoro ed il mestiere di mamma. Nel corso delle varie vicende, ella entra in contatto con svariati personaggi quali, l'amica eternamente single (Carolina Crescentini) e cambiante continuamente compagni sentimentali, due nonne alquanto "particolari" (Giuliana De Sio e Pia Engleberth), un baby sitter piuttosto strambo ed anche un giovanissimo spasimante, ecc.... Col passare del tempo, la giovane e stressata donna riuscirà piano piano ad accettare la realtà e ad iniziare una nuova esistenza.
Una commedia che avrebbe avuto tutti i requisiti al fine di divenire un'opera di successo essendo costituita da un cast di buoni e popolari attori comici italiani e di una trama accattivante e riguardante, purtroppo, molte realtà contemporanee, ma che invece delude enormemente. Infatti, la pellicola risulta quanto mai "forzata" sia per ciò che concerne la sceneggiatura e, di conseguenza, i dialoghi che sono intrisi di battute ironiche create a tutti costi "ad effetto", sia per ciò che concerne l'andamento della narrazione stessa, troppo concitato e confuso. Inoltre, gli stessi attori non hanno saputo dare il meglio di sè nelle proprie performances, come invece in altri precedenti loro lavori, proponendosi per lo più come delle macchiette, cosicchè il risultato è quello di una pellicola tesa all'esasperazione, accattivante a tutti i costi ed realizzata in un amaniera semplicistica e superficiale.
Peccato, un'occasione davvero sprecata.
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