Anno | 2017 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 63 minuti |
Regia di | Riccardo Palladino |
Attori | Franca Maurizzi . |
MYmonetro | 3,11 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento lunedì 14 agosto 2017
Una riflessione intorno al fenomeno dell'accoppiamento delle formiche alate sul Sagrato dell'altresì detta "Santa Maria Formicarum".
CONSIGLIATO SÌ
|
Ogni anno, l'8 settembre, sciami di formiche alate volano verso un monte in Emilia-Romagna per accoppiarsi e poi esalare l'ultimo respiro. L'evento miracoloso è stato illustrato in quadri e ricordato in vari saggi: sul monte è stata eretta una statua della Madonna, con un'iscrizione in latino che celebra l'inusuale ricorrenza.
Sin dalle prime inquadrature, tra soggettive immaginarie di formiche volanti, che osservano il mondo in bianco e nero, e riprese in 16mm del paesaggio che circonda il monte, Riccardo Palladino ci trasporta in una dimensione remota.
Un universo bucolico in cui il tempo sembra essersi fermato, in cui i genitori raccontano ai figli di miracoli che non possono essere spiegati, in cui le campane si suonano seguendo danze antiche, in cui una comunità si raccoglie attorno a un monte sacro, perpetrando nei secoli una tradizione. Le immagini agresti si fondono alla lettura di passi da Johann Jacob Volkmann, testimone nel 1770 del fatto misterioso, o di Maurice Maeterlinck e Aldo Braibanti, che arricchiscono lo studio delle formiche di richiami metafisici. L'elegia della formica operaia, simbolo di solidarietà, spirito di sacrificio e consapevolezza del proprio ruolo nell'universo, riecheggia anche nelle parole di un sacerdote durante la sua omelia sul Monte.
L'operazione di Palladino è indubbiamente suggestiva e affascinante, quanto gravata da una carenza di innovazione rispetto a modelli ingombranti. Se le immagini rimandano al mondo di Franco Piavoli, la recitazione dei testi, che avviene rigorosamente nella lingua di origine - sia essa il tedesco, il francese o l'italiano - e con cadenza priva di inflessioni da lettura espressiva, richiama immediatamente il cinema di Danièle Huillet e Jean-Marie Straub, che su questa particolare forma stilistica hanno costruito una lunga carriera, celebrata dai cinefili più rigorosi. Palladino aggiunge troppo poco a un discorso già abbondantemente sviscerato: qualche vezzo estetico, come le spuntinature e l'insistenza sulla grana della pellicola, e una visione oltremodo folcloristica della religiosità e della fede, osservate nelle loro vesti di curiosi riti ancestrali. Infine, annunciate dai droni ambient di Dave Seidel, ecco arrivare lo sciame di insetti a lungo atteso, a coronamento di un percorso che a quel punto ha già smesso di stupire.