scavadentro65
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venerdì 21 aprile 2017
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c'è da spostare una macchina...è un vin diesel!
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Quando si sceglie una pellicola facente parte di una saga simile non si deve pretendere l'etica ma l'estetica e la grandiosità degli effetti speciali. La spettacolarità delle vicende automobilistiche cerca linfa in virtuosismi esagerati, dedicati ad un pubblico tendenzialmente giovane ed abituato a navigare su internet alla ricerca di video di inseguimenti la cui autenticità passa in secondo piano rispetto alla macroscopia della realtà dei folli. Occorre quindi essere consapevoli di una tautologia rituale che vede il gruppo sempre più folto della familia dividersi la scena tra nemici ed amici che cambiano ruolo a seconda delle situazioni create dalla sceneggiatura ormai da serie televisiva e non da singolo lungometraggio.
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Quando si sceglie una pellicola facente parte di una saga simile non si deve pretendere l'etica ma l'estetica e la grandiosità degli effetti speciali. La spettacolarità delle vicende automobilistiche cerca linfa in virtuosismi esagerati, dedicati ad un pubblico tendenzialmente giovane ed abituato a navigare su internet alla ricerca di video di inseguimenti la cui autenticità passa in secondo piano rispetto alla macroscopia della realtà dei folli. Occorre quindi essere consapevoli di una tautologia rituale che vede il gruppo sempre più folto della familia dividersi la scena tra nemici ed amici che cambiano ruolo a seconda delle situazioni create dalla sceneggiatura ormai da serie televisiva e non da singolo lungometraggio. Ricorda le serie animate giapponesi infinite e sfornanti personaggi che si affrontano e nell'atto successivo si alleano contro un nuovo nemico sempre più forte. Fast & Furious è divenuto marchio di prodotto/i da vendere in mercati mondiali, prescindente dagli interpreti e dalla dipartita dei protagonisti, addirittura traslata dalla realtà alla scena (il povero Walker). E' come entrare in un parco divertimenti a tema e ritrovare i vari personaggi che ti guidano in attrazioni sempre rinnovate e cariche di colori e luci. In quest'ottica ogni capitolo prevede l'arrivo o il ritorno di interpreti di fama che si adeguano al ritmo e al contesto, con risultati più o meno omogenei ed efficaci: al di la del capostipite Vin Diesel sempre uguale a se stesso, emerge la sensualità latina della Rodriguez e la sempre ruvida recitazione del rude Statham: fuori sicronia la Theron assolutamente improbabile nelle vesti di hacker. In definitvia quindi si paga il biglietto, si sale sulle montagne russe e per un paio d'ore si stacca parzialmente il cervello godendo con i sensi basilari senza andare troppo per il sottile. Di questo passo il ciclo con un tale successo economico promette almeno una dozzina di sequel. Film da due stelle e mezzo.
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lucacapaccioli
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domenica 23 aprile 2017
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l'apoteosi dell'eccesso!
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Ci risiamo. Dopo soli due anni dal settimo capitolo di una delle saghe più fracassone e longeve della storia del cinema, la Universal sforna l'ennesimo film con protagonisti Vin Diesel e co., stavolta con F. Gary Grey in cabina di regia, anche se oramai è innegabile che, nonostante i numeri agli incassi, vi sia stato un notevole appiattimento a livello tecnico negli ultimi anni che ha reso la saga ormai scontata e banale. Dopo gli eventi di Fast & Furious 7, che si è concluso con il commovente finale dedicato al compianto Paul Walker, Dominc Toretto sembra aver finalmente trovato pace e, al fianco della sua storica ragazza, Leticia Ortiz (Michelle Rodriguez), trascorre la luna di miele a Cuba.
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Ci risiamo. Dopo soli due anni dal settimo capitolo di una delle saghe più fracassone e longeve della storia del cinema, la Universal sforna l'ennesimo film con protagonisti Vin Diesel e co., stavolta con F. Gary Grey in cabina di regia, anche se oramai è innegabile che, nonostante i numeri agli incassi, vi sia stato un notevole appiattimento a livello tecnico negli ultimi anni che ha reso la saga ormai scontata e banale. Dopo gli eventi di Fast & Furious 7, che si è concluso con il commovente finale dedicato al compianto Paul Walker, Dominc Toretto sembra aver finalmente trovato pace e, al fianco della sua storica ragazza, Leticia Ortiz (Michelle Rodriguez), trascorre la luna di miele a Cuba. Sfortunatamente, i problemi non tardano ad arrivare: una misteriosa donna di nome Cipher (Charlize Theron) minaccia Dom tenendo in ostaggio la sua vecchia fiamma, nonché socio dell'agente Luke Hobbes (Dwayne "The Rock" Johnson), Elena Neves (Elsa Pataky), da cui ha avuto anche un figlio, anch'egli nelle grinfie della villain, che costringerà il protagonista a lavorare per lei tradendo, di conseguenza, la sua famiglia. Se i capitoli precedenti avevano come punti di forza il rapporto tra Vin Diesel e Paul Walker e, fino al quinto, le corse clandestine in auto, con l'ultimo film si è voluta alzare la posta in gioco, con tanto di azione ancora più travolgente ed espedienti sempre meno innovativi, avvicinando in maniera esponenziale il franchise ad un genere adatto ad un pubblico mediamente giovane o a chi è interessato a produzioni senza alcun tipo di pretese. Vin Diesel, più inespressivo del solito e da sempre l'attore principale, dimostra di non avere più molto da dare, come il resto del cast, fatta eccezione per due delle aggiunte più recenti della saga, Dwayne Johnson e Jason Statham (nel ruolo di Deckard Shaw, questa volta dalla parte dei 'buoni'), un duo la cui chimica, tra battute divertenti e scazzotate varie, è una delle poche cose che funzionano, oltre che Kurt Russel, il simpatico signor 'Nessuno', capo delle forze speciali che faranno nuovamente da supporto per la missione dei protagonisti. Sprecata Charlize Theron, in un ruolo non molto credibile, ed assai poco sfruttato il ruolo di Helen Mirren, che interpreta la madre dei fratelli Shaw (tra cui il redivivo Owen, visto per la prima volta nel sesto capitolo). La colonna sonora, che da sempre è uno dei punti a favore della saga, trova espressione anche in questo film, mentre le sequenze in movimento si rivelano, se possibile, ancora più devastanti ed eccessive - prima su tutte la sequenza, nel terzo atto, del sottomarino nei ghiacciai - che ricordano sempre di più la serie di film de I Mercenari, nonostante in quest'ultima vi sia un filino maggiore di 'realismo' (le virgolette sono d'obbligo). Sembra che non vi siano limiti a questa saga, specialmente ora che sono in produzione almeno altri due capitoli, più potenziali spin-off, tra cui uno già annunciato dedicato al duo Johnson-Statham, a scopo esclusivamente commerciale, con produzioni scarse nei contenuti e trame sempre più piatte.
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annalisarco
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martedì 18 aprile 2017
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we miss you paul
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La prima cosa che viene da chiedersi guardando questo film è : come si fa a dirigere una cosa del genere? Auto in fiamme, corse, inseguimenti, tamponamenti, carri armati, macchine-zombie, sottomarini, bombe, elicotteri, missili nucleari, motori, esplosioni; set imponenti tra Cuba, Russia, Islanda, Stati Uniti; un covo di grandi nomi come Dwayne Johnson, Jason Stathem, Charlize Theron che hanno raggiunto, da più o meno tempo, il padrone di casa Vin Diesel.
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La prima cosa che viene da chiedersi guardando questo film è : come si fa a dirigere una cosa del genere? Auto in fiamme, corse, inseguimenti, tamponamenti, carri armati, macchine-zombie, sottomarini, bombe, elicotteri, missili nucleari, motori, esplosioni; set imponenti tra Cuba, Russia, Islanda, Stati Uniti; un covo di grandi nomi come Dwayne Johnson, Jason Stathem, Charlize Theron che hanno raggiunto, da più o meno tempo, il padrone di casa Vin Diesel. Un regista, Gary Gray, che si conferma uno dei pochi – se non l’unico – in grado di gestire set di queste dimensioni: bloccare Manhattan in questo modo non è neanche immaginabile per noi gente comune, così come mantenere alta la tensione per 160 minuti o trovare il modo per stupire sempre di più lo spettatore dopo 15 anni. Soltanto per una scena sono state distrutte 40 automobili, lanciate nelle strade di New York da un grattacielo. Non osiamo pensare ai numeri di tutto il film, ma possiamo immaginare. Tutto molto grande, ma anche tutto molto lontano dai primi film della saga. Nel 2001, guardavamo dei semplici ragazzi organizzare le loro corse clandestine con le automobili. Ci hanno abituato ad amare la sottile linea tra giustizia e criminalità presente in tutti i personaggi in una misura pericolosamente bilanciata. Ci hanno fatto entrare nel loro mondo fatto di sfide, motori, azioni non troppo pulite, ma sempre facendoci tifare per loro. Ma soprattutto ci hanno lasciato le porte aperte per comprendere il motivo di tutto questo: il valore della famiglia. Quel gruppo di persone a cui sei legato per sangue o non e per le quali faresti ogni cosa, intorno a cui gira ogni decisione e pensiero. La famiglia che Dominic Toretto ha protetto e allargato in questi 15 anni, con cui ha lottato, sofferto, ma soprattutto vissuto. La fedeltà incondizionata, la protezione reciproca, la lealtà, l’unione. Sono valori che la saga di Fast and Furious ha il merito di avere affrontato con successo, facendoci penetrare nel cuore e nella mente il significato di “famiglia”. Non si è mai trattato solo di corse ed inseguimenti senza respiro, o di stupire lo spettatore, o di missioni impossibili. È sempre stata la famiglia al centro di ogni cosa e il legame instaurato tra i protaginisti che ci ha tenuti per anni incollati a questa serie di film. The Fate of the Furious sa stupire, sa lasciare il pubblico a bocca aperta, ma non sa creare quella magia presente nei film precedenti. La famiglia viene spezzata, la trama è snodata per dividere un gruppo che, anche in evidenti azioni di slealtà, rimane unito grazie ad una potente fede l’uno nell’altro. Eppure, questo ultimo capitolo manca di qualcosa di fondamentale: Paul Walker. Credo che tutti sapessero che sarebbe stata una grande lacuna del film, sia il cast che gli spettatori, ma nessuno immaginava fino a questo punto. Bryan, il poliziotto che grazie al suo coraggio e alla sua lealtà è riuscito a creare un legame di fratellanza con Toretto, era il pilastro del film. Il loro rapporto, il loro inizio conflittuale, la loro crescita: questo era l’ingrediente magico. Nessun rapporto odio/amore tra The Rock e Jason Stathem potrà mai sostituirlo, nessuna battuta della squadra, nessuna macchina fiammeggiante o motore ultra potente. Il merito del cast tecnico e artistico nel continuare una saga del genere e trovare il modo per non lasciarla cadere nel banale è evidente. Ma quello che si è perso va oltre le competenze artistiche e le migliori idee di sceneggiatura. Probabilmente la saga continuerà, gli incassi saranno sempre meritatamente stellari, le idee sempre migliori. L’importante, per non perdere il motivo principale per cui tutto ebbe inizio, è – come è stato fatto per The Fate of the Furious – non dimenticare mai a chi sarà sempre dedicato.
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alberto
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domenica 23 aprile 2017
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semplice intrattenimento
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Tra i litigi di Jason Statham e The Rock, gli isterismi della "Furiosa" Charlize Theron e le auto-zombi che si sfracellano e cadono a mò di pioggia dai palazzi, l'ottavo capitolo di questa longeva saga partita nel 2001 si fa apprezzare, e nonostante la durata che oltrepassa il confine delle due ore, non annoia e offre un divertimento e un intrattenimento non originale ma comunque studiato per meravigliare lo spettatore, attraverso esagerazioni ai limiti della fisica che fanno l'occhiolino più agli 007 che al vero spirito "clandestino" della serie. Una (quasi) normale, classica gara tra bolidi la vediamo solo all'inizio, durante la luna di miele a Cuba del protagonista Dominic Toretto e della sua metà Letty (Michelle Rodriguez).
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Tra i litigi di Jason Statham e The Rock, gli isterismi della "Furiosa" Charlize Theron e le auto-zombi che si sfracellano e cadono a mò di pioggia dai palazzi, l'ottavo capitolo di questa longeva saga partita nel 2001 si fa apprezzare, e nonostante la durata che oltrepassa il confine delle due ore, non annoia e offre un divertimento e un intrattenimento non originale ma comunque studiato per meravigliare lo spettatore, attraverso esagerazioni ai limiti della fisica che fanno l'occhiolino più agli 007 che al vero spirito "clandestino" della serie. Una (quasi) normale, classica gara tra bolidi la vediamo solo all'inizio, durante la luna di miele a Cuba del protagonista Dominic Toretto e della sua metà Letty (Michelle Rodriguez). Dopo questa ben fatta sequenza introduttiva, con una vittoria "alla rovescia", il fuorilegge incontrerà Cipher, una terrorista hi-tech più potente di Anonymous, che sfrutterà i suoi sentimenti per i suoi scopi apocalittici. L'esasperazione, si sa, non è sempre un aspetto positivo, ma, come ha scritto il curatore di Dylan Dog, Roberto Recchioni, la saga ha il pregio di non essere un'operazione a tavolino, un progetto già disegnato, ma un brand che si è evoluto sia dalla parte della trama e dei personaggi, da semplici fuorilegge a super-umani, sia da quella dello spirito,ma soprattutto del rapporto che ha instaurato coi propri fan. Chiamatelo film ignorante o tamarro, ma riesce comunque a raggiungere il proprio obiettivo fracassone e senza grandi messaggi o contenuti di spessore, se non l'ironia e lo spettacolo, girato anche a New York e nel Circolo Polare Artico, dove avviene la scena delle vetture rincorse tra i ghiacci da un sottomarino russo, già (s)cult. E poi non ci sono solo esplosioni, inseguimenti e mazzate: il "mercenario"Statham e il ggg Dwayne Johnson, oltre a regalare buone scene action corpo a corpo, offrono momenti davvero spassosi, insultandosi a vicenda per gli avvenimenti passati. Nel complesso un altro costosissimo blockbuster, tra Lamborghini e Ferrari, che garantisce lo spettacolo e che ha già un record d'esordio al botteghino, tale da superare quello de "Il Risveglio della forza". Previsti per ora altri due capitoli.
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gustibus
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sabato 15 aprile 2017
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la" famiglia"ma in tono minore
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Tre stelle per amore del cinema!...film molto fracassone..molto esagerato..poco incisivo nella storia.Nonostante cio'dovrebbe avere un buon successo anche da noi..certo Fast 4-5-6 sono insuperabili!..il 7 che ha superato il miliardo di dollari e' dovuto a fattori che conosciamo..qui ha ragione my movies..nella negativa recensione..ma visto il momento di crisi del ci ema da noi...siamo benevoli..vedetelo e col 9 andra'meglio.La miglior performance?..il bimbo piccolo!
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elpiezo
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sabato 22 aprile 2017
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confusione ed intrattenimento!!!
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La lealtà verso la famiglia al centro di questo controverso ottavo capitolo della saga più furiosa al mondo. Infarcito dal medesimo cast trasudante muscoli e sex appeal, prende vita la consueta folle corsa contro il tempo per la salvezza dell'umanità intera da una letale organizzazione criminale. Dal caliente asfalto cubano al gelo delle lande sovietiche, ben poco rimane di quel fascino stradaiolo dei primi capitoli, lontani parenti degli ultimi episodi evoluti da tempo in costosi blockbuster dal successo garantito.
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andreagiostra
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martedì 25 aprile 2017
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spettacolare déjà vu!
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Uno straordinario e ammiccante déjà vu, una ritmata successione filmica di azioni cut and paste! In una frase, il “Fast & Furious 8” di F. Gary Gray, è questo! La sceneggiatura di Chris Morgan costruisce qualcosa di apparentemente nuovo, ma la materia prima è già stata digerita molte volte dagli amanti dell’action-movie. La trama del film si sviluppa a partire dalla felice e spensierata luna di miele all’Havana della coppia Dom (Dominic Toretto alias Vim Diesel) e Letty (Letty 'Ortiz' Toretto alias Michelle Rodriguez), interrotta dalla spietata e terribile Cipher (Charlize Theron), che riesce col ricatto a costringere Toretto a lavorare per la sua agenzia terroristica, contro i suoi stessi “fratelli d’armi” della formidabile e segreta cellula antiterroristica del governo statunitense.
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Uno straordinario e ammiccante déjà vu, una ritmata successione filmica di azioni cut and paste! In una frase, il “Fast & Furious 8” di F. Gary Gray, è questo! La sceneggiatura di Chris Morgan costruisce qualcosa di apparentemente nuovo, ma la materia prima è già stata digerita molte volte dagli amanti dell’action-movie. La trama del film si sviluppa a partire dalla felice e spensierata luna di miele all’Havana della coppia Dom (Dominic Toretto alias Vim Diesel) e Letty (Letty 'Ortiz' Toretto alias Michelle Rodriguez), interrotta dalla spietata e terribile Cipher (Charlize Theron), che riesce col ricatto a costringere Toretto a lavorare per la sua agenzia terroristica, contro i suoi stessi “fratelli d’armi” della formidabile e segreta cellula antiterroristica del governo statunitense. La produzione di un eccellente “business-product-movie”, vede coinvolte diverse nazioni, al contempo magnifici set delle bellissime ambientazioni del film: USA, Giappone, Francia, Canada, Samoa. Il risultato ai botteghini di tutto il mondo è straordinario. Potrei fermarmi qui perché sufficiente per inquadrare il film, ma qualcosa da scrivere sui contenuti, oltre all’azione esasperata e ripetitiva del sequel “Fast & Furious” e alla magnifica spettacolarizzazione delle sequenze d’azione della versione “8”, è sicuramente rintracciabile ad un osservatore che vuole vedere al di là.
Il capitolo otto della serie vede due elementi nuovi: la famiglia e i figli; il tentativo di andare alla ricerca di una narrazione che si inquadri all’interno del genere spy-story e terrorism-movie. Questo tentativo, per certi versi, è lodevole e commovente, ma appare forzato e de-contestuale perché non ha radici logiche e narrative nel sequel-story di “Fast & Furious”. Resta il fatto che il regista e lo sceneggiatore cercano di cavalcare i temi che hanno presa nell’interesse internazionale di questo particolare momento storico: la famiglia e i pericoli terroristici internazionali!
Bisognerebbe chiedersi, a questo punto: come mai in queste settimane è il film più visto al mondo? La risposta ovviamente non ce l’ho! Quello che potrei scrivere però, è che certamente il motivo è racchiuso in quella sorta di attrazione compulsiva-ossessiva che hanno tutti gli amanti del genere action-movie, che in un certo qual modo è la stessa che mi ha portato negli anni a rivedere per una quindicina di volte “Il Gladiatore” (2000) di Ridley Scott e “Apocalypto” (2006) di Mel Gibson! Generi diversi dal “Fast & Furious” del quale stiamo scrivendo, ma tutti accumunati da un interesse adrenalinico diffuso che sarà sempre il più visto nella storia, anche futura, della settima arte.
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