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Dunkirk, ecco cosa è successo veramente

Sarebbe bastato un attacco da terra per dare un colpo decisivo agli alleati e forse all'esito finale della guerra. Ma Hitler non prese quella decisione. Perché?
di Pino Farinotti

Dunkirk

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lunedì 4 settembre 2017 - Focus

Si parla tanto di Dunkirk, il film di Christopher Nolan che racconta l'abnorme ritirata degli alleati che, tra il 27 maggio e il 4 giugno del 1940, vennero evacuati da Dunkerque poche ore prima di essere del tutto circondati. 853 imbarcazioni riportarono in Gran Bretagna 344mila uomini, dei quali 111mila francesi. Nolan, da bravo inglese, dunque orgoglioso di quell'impresa, è anche rigoroso e attento alla verità storica, certo facendo del "cinema" con tutte le prerogative utili allo spettacolo. Ma ciò che successe laggiù 73 anni fa è molto vicino al racconto del film.
Abituato alla scansione temporale, quasi cronometrica del suo linguaggio, Nolan costruisce l'azione in tre parti: le vicende sulla spiaggia di quella città portuale, quelle nella Manica, e gli eroismi dei piloti da caccia inglesi. Lo schema è perfetto. Le imbarcazioni che raccolsero le truppe, in gran parte, erano barche private, pilotate da "marinai della domenica", ma capaci di adattarsi a quel compito così difficile, "come sanno fare solo gli inglesi", parole di Churchill.

La vicenda di Dunkerque, valutata storicamente e strategicamente, presenta grandi punti interrogativi.
Pino Farinotti

Centinaia di migliaia di uomini raccolti in uno spazio così ridotto rappresentavano una situazione decisamente favorevole al nemico, quasi insperata. Sarebbe bastato un attacco massiccio da terra per dare un colpo decisivo agli alleati, forse risolutivo per l'esito finale della guerra. Ma Hitler non prese quella decisione. Perché? Forse voleva risparmiare le forze di terra che avevano appena conquistato la Francia. Riteneva che la Lutwaffe, l'aviazione, bastasse a distruggere quell'esodo di massa nella Manica. E certo sottovalutò l'azione degli Spitfire, i caccia inglesi, più veloci e agili dei bombardieri tedeschi. E Nolan letteralmente celebra quell'aereo, dedicandogli le sequenze finali del film.
Ma c'è un'altra lettura, magari impropria o azzardata, secondo la quale il Führer non voleva la guerra con l'Inghilterra, si "accontentava" della Francia, ultimo baluardo caduto per la conquista dell' Europa. Riteneva che la Gran Bretagna risparmiata, per "gratitudine" si sarebbe ritirata dalla guerra. Ma non aveva fatto i conti con lo spirito degli inglesi e del loro capo Churchill. Un'incertezza che avrebbe dato il tempo agli inglesi di riorganizzarsi, anche tecnologicamente, perfezionando il radar, che fu decisivo nell'intercettare gli aerei che avrebbero aperto le porte all'invasione. Inoltre Hitler doveva sempre fare i conti con la propria arroganza e la percezione che i nazisti fossero, per organizzazione, disciplina e spirito combattivo, superiori a chiunque, inglesi compresi. E questo fu forse l'errore più grave. Durante le operazioni di evacuazione sulla spiaggia di Dunkerque un ufficiale domanda al generale Bolton (Kenneth Branagh) comandante in capo: "Ma perché non ci attaccano dalla terra?". "Davvero non lo so" risponde il generale. Un mistero, anche per lui.


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