eugenio
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lunedì 25 dicembre 2017
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musica, miguel!
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La Pixar segna ancora un punto a suo favore con un film che di natalizio non ha nulla, almeno di primo acchito.
Sfavillante e sgargiante, Coco di Lee Unkrich (già regista di Toy Story 3) narra le avventure di Miguel, dodicenne baldanzoso e sincero con un sogno, come da tradizione Disney: seguire le gesta del suo idolo, Ernesto de la Cruz, famoso chitarrista e partecipare a un concorso musicale, contro il volere della famiglia.
Infatti, nonostante Miguel abbia la musica nel sangue, la sua famiglia, al contrario, non vede di buon occhio questa sua “inclinazione” perché l’anziana bisnonna, la Coco del titolo, fu lasciata in tenera età dal padre che abbandonò tutti e tutto per seguire la sua inclinazione naturale: la carriera e il successo in ambito canoro.
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La Pixar segna ancora un punto a suo favore con un film che di natalizio non ha nulla, almeno di primo acchito.
Sfavillante e sgargiante, Coco di Lee Unkrich (già regista di Toy Story 3) narra le avventure di Miguel, dodicenne baldanzoso e sincero con un sogno, come da tradizione Disney: seguire le gesta del suo idolo, Ernesto de la Cruz, famoso chitarrista e partecipare a un concorso musicale, contro il volere della famiglia.
Infatti, nonostante Miguel abbia la musica nel sangue, la sua famiglia, al contrario, non vede di buon occhio questa sua “inclinazione” perché l’anziana bisnonna, la Coco del titolo, fu lasciata in tenera età dal padre che abbandonò tutti e tutto per seguire la sua inclinazione naturale: la carriera e il successo in ambito canoro. Da quel momento, madre, figlia hanno bandito ogni nota, escludendo la musica dalla loro vita.
Ebbene, nel giorno dei morti, in Messico, nella ricorrenza di commemorazione dei defunti, dopo un incidente alla chitarra, rotta con veemenza dall’anziana nonna, Miguel ruba nella cappella del suo trisavolo (senza volto -a mò di spregio della famiglia abbandonata-), l’atavica chitarra e non appena ne tenta un accordo, si ritrova a sorpresa “trasportato” in un altro mondo, quello dei morti.
Inizialmente sconvolto, Miguel ritroverà, in una comunità scintillante e umanamente “viva” malgrado l’ossimoro, i suoi cari defunti ora arzilli scheletri e cercherà di chiarire con la sua determinazione e intraprendenza, il mistero del suo avo, ricucendo i rapporti sospesi tra vivi e morti.
Il legame con i defunti, il valore della memoria, la libertà dell’espressione con la musica, le usanze celebrative delle comunità latine, una venata ispirazione al Libro della vita di Jorge Gutiérrez, unite a una vitalità da cartoon e una musica propedeutica allo sviluppo sono gli ingredienti di Coco.
Un cartoon commovente, meraviglioso, trascinante che come già i precedenti Inside Out eUp, rende lo spettatore partecipe attivo di temi complessi che entrano ed escono dalla sceneggiatura con la massima naturalezza, sulla spinta di un “pretesto-ossessione”, il perseguimento della vocazione musicale e gli effetti che questa crasi inevitabile genera con la famiglia, fino alla colpa più grave: il tradimento da parte chi sembrava volerci bene.
Cocoè Miguel, è lo specchio giovane di quella vecchina dalla vita in bilico pronta a volare via, a dimenticare suo padre. Coco è un cammino, un vagare per la città dei morti. Coco è conoscenza della morte, incontro e superamento della meretrice verso un maggior grado di consapevolezza di sè. Coco è amicizia, quella che si crea tra Hector, uno scheletro allampanato e stravagante dal passato inaspettato e Miguel, grazie alla quale “il giovane adulto”, compirà quel faticoso conseguimento della maturità, nonostante il trauma e il dolore della perdita.
Morire significa dimenticare, non avere più memoria. Non è l’allontanemento di un corpo il tema di Coco, ma il recupero con l'aiuto del ricordo, della memoria di qualcuno che non è più tra noi ma il cui spirito aleggia in un trait-union tra morte e vita.
E non è un caso che in una delle scene più belle e commoventi del film, questo trait-union lo rappresenti la musica, uno degli arieti più spontanei, uno dei mezzi espressivi più poetici e al tempo stesso potenti. Originale e realistica, la musica accompagna Coco nel suo viaggio, al termine del quale, morti e vivi danzeranno insieme, uniti in un cammino, etereo e formale, divertito e elegiaco, coinvolgente e commovente.
Capolavoro Disney triste e felice al tempo stesso, in una leggerezza che sa di magia.
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(di pellicola74)
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giannies
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mercoledì 10 gennaio 2018
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meraviglia
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Penso di non esagerare dicendo che si tratti di uno dei capolavori migliori sfornati dalla Disney/Pixar, per certi versi anche superiore rispetto ad altri classici Disney che hanno saputo incarnare determinati valori ma senza andare a fondo nell'introspezione psicologica dei personaggi.
Coco è un film che è stato criticato (per quanto possano essere considerate critiche fondate) per l'aver affrontato tematiche ritenute non alla portata di bambini, quali la morte e la vacuità della non-esistenza. Ma quando la gente inizierà a capire che film d'animazione non necessariamente deve significare film esclusivamente per bambini? Quando inizierà, soprattutto, a capire che temi come questi, trattati con una rara delicatezza, non devono più risultare un tabù (e dunque un'angoscia nascosta) ma oggetto di discussione e di libero pensiero anche per i più piccoli? Sono a conoscenza di bimbi che, seppur nel loro bizzarro modo di vedere la morte, ne hanno sviluppato un'idea senza rimanere così terrorizzati.
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Penso di non esagerare dicendo che si tratti di uno dei capolavori migliori sfornati dalla Disney/Pixar, per certi versi anche superiore rispetto ad altri classici Disney che hanno saputo incarnare determinati valori ma senza andare a fondo nell'introspezione psicologica dei personaggi.
Coco è un film che è stato criticato (per quanto possano essere considerate critiche fondate) per l'aver affrontato tematiche ritenute non alla portata di bambini, quali la morte e la vacuità della non-esistenza. Ma quando la gente inizierà a capire che film d'animazione non necessariamente deve significare film esclusivamente per bambini? Quando inizierà, soprattutto, a capire che temi come questi, trattati con una rara delicatezza, non devono più risultare un tabù (e dunque un'angoscia nascosta) ma oggetto di discussione e di libero pensiero anche per i più piccoli? Sono a conoscenza di bimbi che, seppur nel loro bizzarro modo di vedere la morte, ne hanno sviluppato un'idea senza rimanere così terrorizzati.
E' questo in Coco che si realizza: un modo bizzarro di vedere la morte, un mondo dei morti ci attende e tutto funziona similmente a quello dei vivi.
Altra tematica portante del lungometraggio è quella delle tradizioni, sia riguardanti il Messico sia quelle di famiglia. La Disney/Pixar ci guida in un mondo nuovo, colorato dalla musica, dai canti e dai balli, dettato dalla spensieratezza. Il film ci suggerisce da una parte che non possiamo essere nella nostra vita ciò che non siamo, dunque dovremmo portare a termine i nostri obiettivi fino in fondo; da un altro lato sottolinea l'importanza della famiglia, l'unica casa dove saremo sempre accolti.
Famiglia e sogni del personaggio (Miguel) si oppongono in modo ferreo, in modo violento: i suoi familiari sostengono che Miguel, come tutti gli altri membri della famiglia, deve portare avanti la tradizione di famiglia dei calzolai e non seguire lo stesso sentiero percorso dal suo trisnonno, che lasciò la famiglia per inseguire il suo sogno della musica.
Con una serie di peripezie e colpi di scena, fra due mondi completamente diversi ma assai collegati fra loro, famiglia e sogni riescono a fondersi traducendosi nell'importanza del ruolo della famiglia di sostenere ciò che per un figlio equivale a felicità, ciò che è bene per lui.
Ennesimo tema affrontato, lezione di vita per i più piccoli (e che forse i genitori non hanno considerato, soffermandosi ingenuamente alla sola trattazione del tema della morte) è quello della rimembranza: chi muore va ricordato con grande amore, o finirà nell'oblio per sempre. Omnia vincit amor.
Fantastiche le musiche, davvero molto emozionanti le scene finali, magnifica l'animazione.
Semplicemente un capolavoro. Bello pensare che dal 1895 esista il cinema vero e proprio, ma nel 2017, dopo più di 100 anni, ancora vi sono persone capaci di farci emozionare, di sorprenderci e stupirci sempre di più, di suscitare in noi quella voglia di sognare che è...top.
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ladygio99
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venerdì 5 gennaio 2018
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un uomo muore solo quando viene dimenticato
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Un uomo muore solo quando viene dimenticato.
È questo quello che "Coco" cerca di comunicare. A ognuno di noi è capitato di perdere una persona cara e nonostante non la vediamo tutti i giorni, quest'ultima la ricordiamo attraverso foto o magari oggetti che in vita era solita usare. La morte è un tema delicato da capire e comprende , specie se vuoi esporlo ad un bambino. Ma "Coco" ci riesce e funziona in tutte le sue scelte.
Miguel, il protagonista del film, entra per errore nella Terra dei Morti, un posto uguale al nostro mondo ma popolato da scheletri anziché persone in carne ed ossa.
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Un uomo muore solo quando viene dimenticato.
È questo quello che "Coco" cerca di comunicare. A ognuno di noi è capitato di perdere una persona cara e nonostante non la vediamo tutti i giorni, quest'ultima la ricordiamo attraverso foto o magari oggetti che in vita era solita usare. La morte è un tema delicato da capire e comprende , specie se vuoi esporlo ad un bambino. Ma "Coco" ci riesce e funziona in tutte le sue scelte.
Miguel, il protagonista del film, entra per errore nella Terra dei Morti, un posto uguale al nostro mondo ma popolato da scheletri anziché persone in carne ed ossa. Il suo sogno è diventare un musicista ma la sua famiglia da intere generazioni ha sempre disprezzato quest'arte sonora, per questo il bambino, prima di tornare a casa vuole ricevere da uno dei suoi parenti defunti una benedizione per poter realizzare il suo sogno. Al suo fianco, ci sarà lo scheletro Hector, personaggio dal cuore d'oro e forse il migliore all'interno del film perché è lui quello che trasmette le morali più importanti di questo cartone. I messaggi che "Coco" manda sono all'ordine del giorno e sarebbe ridicolo definirli scontati. Insegna ad inseguire i propri obbiettivi ma allo stesso tempo di non mettere in secondo piano la famiglia che, in un modo o nell'altro sarà sempre vicino a te e ti darà sostegno. E in fine, quello di non dimenticare mai chi non c'è più come fa la nonna di Miguel che nonostante la sua età non ha mai scordato il suo caro papà morto a causa dell'avidità di un uomo che il bambino protagonista credeva suo eroe.
La seconda parte del film è la più emozionante, piena di canzoni meravigliose, colpi di scena, dove Miguel e Hector rischiano la vita l'uno per l' altro e un finale strappa lacrime.
Un film che tutti i bambini dovrebbero assolutamente vedere, sia per i suoi valori ma anche per far conoscere loro una cultura diversa e, grazie ad una sceneggiatura semplice ma elettrizzante, riuscirà a farli sognare.
Il doppiaggio è buono e l'adattamento in italiano della canzone "Un Poco Loco" non mi è affatto dispiaciuto nonostante la preferisco in originale.
Anche se non sono una fan della Pixar e trovo la maggior parte dei suoi film non meritano tutta la lode che hanno, per Coco non lo penso affatto così e credo che si merita di entrare nella Top ten de "I migliori film del 2017". Un cartone che emoziona tutti e forse, può aprire gli occhi a chi pensa che il mondo dell'animazione è solo per bambini.
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annalisarco
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domenica 21 gennaio 2018
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lì, tra cuore e musica
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"Uniremo con le note il cuore e le anime" è la frase tratta da una delle canzoni presenti nel nuovo film di animazione Pixar che meglio racchiude il significato dell'intero lungometraggio. I legami profondi, quelli che vanno oltre la morte, che si costruiscono giorno dopo giorno nel corso della vita, che toccano - appunto - il cuore e l'anima, e che spesso vengono resi eterni da qualcosa di magico: la musica, l'unica lingua compresa da tutti, e per questo lo strumento più forte di unione. Non solo linguaggio, ma luogo intangibile in cui sembra fermarsi per sempre la verità, in cui i sentimenti più veri e profondi sembrano vivere per davvero, a volte più che nella vita stessa.
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"Uniremo con le note il cuore e le anime" è la frase tratta da una delle canzoni presenti nel nuovo film di animazione Pixar che meglio racchiude il significato dell'intero lungometraggio. I legami profondi, quelli che vanno oltre la morte, che si costruiscono giorno dopo giorno nel corso della vita, che toccano - appunto - il cuore e l'anima, e che spesso vengono resi eterni da qualcosa di magico: la musica, l'unica lingua compresa da tutti, e per questo lo strumento più forte di unione. Non solo linguaggio, ma luogo intangibile in cui sembra fermarsi per sempre la verità, in cui i sentimenti più veri e profondi sembrano vivere per davvero, a volte più che nella vita stessa. Non ci sarebbe Coco senza la sua musica. Il nuovo lavoro targato Pixar ha già messo d'accordo tutti, e anche quest'anno è prevedibile la sua corsa (e la sua vittoria) verso la statuetta degli Academy. Questa volta lo scenario si sposta in Messico, nella cittadina di santa Cecilia, probabilmente per sfruttare al massimo il concetto quasi sacro di familia, tanto forte e presente in questa terra. Miguel Rivera è l'ultimo arrivato, figlio di generazioni di calzolai, che hanno intrapreso questa strada a seguito dell'abbandono da parte del marito di Imelda (trisavola di Miguel) in favore di una carriera da musicista. Da quel giorno la musica è stata bandita in casa Rivera, se non fosse che Miguel ama suonare la chitarra. Si esercita di nascosto, imparando da autodidatta a suonare uno strumento improvvisato seguendo e conoscendo alla lettera dei vecchi vhs del suo mito Ernesto de la Cruz, cantante e musicista scomparso da anni, la cui fama e ricordo sono ancora molto sentiti. Come ogni anno, si svolge il tradizionale Dìa de los Muertos, giorno in cui ogni membro della famiglia celebra il ricordo delle persone care scomparse, prepara delle offerte per loro, e cosparge la via di casa con dei petali di Cempasuchil (fiori di un arancione acceso realmente usati nella tradizione messicana) per indicare ai defunti la strada del ritorno. Miguel, a seguito di una discussione con la sua famiglia causata proprio dalla passione del ragazzo per la musica, si ritrova protagonista di un'avventura proprio nel mondo dei morti. Conoscere il passato per capire il presente, per sapere chi siamo: questo è quello che succede a Miguel, intrappolato nel mondo dei morti, coloro che non sono stati dimenticati, e che per una notte possono attraversare il ponte ricoperto di foglie che li porta indietro dai loro cari. Chi è stato dimenticato, però, non può più tornare indietro, e pian piano è costretto a svanire. Ci sono varie tematiche forti in questo film che sempre di più sembra discostarsi dai target delle fiabe disneyiane e spostarsi verso un pubblico di età più adulta. La sottile linea di confine tra la vita e la morte, è uno dei temi più presenti: vivere seguendo delle convinzioni, dando fermamente importanza a qualcosa che d'un tratto non ha più alcun valore. Seguire regole o restrizioni che alla fine, quando passi il ponte, non hanno più alcun senso o importanza. Seguire invece le passioni, quelle forti, come la musica è per Miguel. Avere qualcuno su cui poter contare sempre e senza alcun dubbio, perchè quando il corpo non ci sarà più, la persona resterà in vita attraverso l'amore e il ricordo. Saremo tutti mucchietti di ossa un giorno, è vero, ma ciò che conterà sarà soltanto quello che abbiamo dato in vita, sia alle persone che ci sono state vicine, sia a quelle più lontane e che forse non conosceremo mai. Come è stato per la famiglia Rivera, che da generazioni tramanda il rispetto e l'amore per una cosa sola, la famiglia. Tante cose cambiano nel corso della vita, ma i ricordi restano. Un viso, una voce, un sentimento, una canzone. Una di queste cose resta sempre, ci accompagna fino all'ultimo giorno e non smette mai di fare il suo dovere: farci sorridere. Le persone care non ci lasciano mai del tutto, vivono nei nostri ricordi. Oltre alle tematiche, Coco si avvale di una tecnica di animazione computerizzata sempre più dettagliata nella mimica dei personaggi (meravigliosamente descritta dal viso di Miguel la sensazione di pura tranquillità e naturalezza del ragazzo quando per la prima volta mostra a noi spettatori il suo mondo, fatto soltanto di lui e delle sue dita che sfiorano le corde della chitarra che si è maldestramente - ma egregiamente - costruito), nella loro interazione, nella creazione di ambientazioni fantastiche e nella colorazione vivisa e incantevole. Anche la scelta di colori vivi e luminosi non è stata lasciata al caso, ma presa proprio per dare risalto alla credenza pixariana presentata in questo film, ovvero che c'è vita dopo la morte. Un luogo in cui la vita continua, in cui puoi ancora essere chi sei, oppure, avere il tuo riscatto se la vita non ti ha permesso di farlo. E non si tratta solamente di una idea pixariana, bensì della stessa festa dei morti che si svolge in Messico, e che è una vera e propria celebrazione della vita: colori, musica, maschere, offerte e cibo. Non c'è spazio per la tristezza, nè in vita nè dopo la morte. Tutto è un passaggio positivo, sta a noi coglierne il meglio. E per farlo, non si può che fare una cosa: essere sè stessi e seguire la propria strada, che può essere dettata soltanto da ciò che hai dentro. Questa è l'incrollabile convinzione di Miguel, il ragazzino che ha saputo imparare e allo stesso tempo insegnare qualcosa alla sua famiglia. E forse anche a noi.
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udiego
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giovedì 4 gennaio 2018
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musica maestro
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Miguel ha la musica nel sangue ed il suo grande sogno è diventare un grande musicista. Purtroppo i suoi famigliari ha deciso ormai da parecchi anni di bandire definitivamente la musica dalle loro vite, dopo che uno dei loro avi in passato ha deciso di abbandonare moglie e la figlia piccola per dedicarsi alla musica e raggiungere il successo. Ma Miguel non si da per vinto ed è disposto a tutto per raggiungere i suoi sogni. Sogni che passano per un viaggio straordinario che lo porterà ad attraversare il mondo dei morti.
Lee Unkrich e Adrian Molina decidono, con COCO, di esplorare un mondo nuovo per l'universo PIXAR.
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Miguel ha la musica nel sangue ed il suo grande sogno è diventare un grande musicista. Purtroppo i suoi famigliari ha deciso ormai da parecchi anni di bandire definitivamente la musica dalle loro vite, dopo che uno dei loro avi in passato ha deciso di abbandonare moglie e la figlia piccola per dedicarsi alla musica e raggiungere il successo. Ma Miguel non si da per vinto ed è disposto a tutto per raggiungere i suoi sogni. Sogni che passano per un viaggio straordinario che lo porterà ad attraversare il mondo dei morti.
Lee Unkrich e Adrian Molina decidono, con COCO, di esplorare un mondo nuovo per l'universo PIXAR. Un mondo che forse ancora oggi risulta essere un tabù nella nostra società, un mondo dove gli adulti faticano molto a dare spiegazioni ai più piccoli. Il mondo dei morti. I creatori di COCO riescono nel non semplice obiettivo di immergerci completamente in questa dimensione, sia dal punto di vista visivo, bella ed azzeccata la scelta di ambientare il tutto in un paese come il Messico dove le tradizioni ed il folklore riguardanti il mondo dei morti sono molto forti e radicate nelle famiglie, sia dal punto di vista dei contenuti. La Pixar prosegue nel suo percorso di formazione, intrapreso inizialmente con INSIDE OUT, che tocca aspetti riguardanti la famiglia ed il rapporto tra gli adulti ed i sogni e le aspirazioni dei più piccoli passando attraverso i loro sentimenti e le loro emozioni. Il tutto è sviluppato in maniera armoniosa, in un continuo crescendo di emozioni. La sceneggiatura è gradevole, mai troppo pesante ma in grado di colpire nel profondo anche il pubblico più adulto. Come già citato in precedenza ottimi gli spunti visivi che si accompagnano ad alcune chicche musicali veramente notevoli. COCO è un film completo, capace di regalare momenti più divertenti e leggeri e situazioni dalle forti emozioni. Vengono toccati i diversi aspetti dei rapporti all'interno della famiglia, dalla voglia di emergere e di spaccare il mondo dei più giovani alla saggezza regalata dall'esperienza e dai ricordi dei più anziani. Tutti gli aspetti sono sviluppati alla pari e nessuno prende il sopravvento rispetto agli altri e solo la loro convivenza armoniosa regalerà gioia e serenità alla famiglia. COCO è un film che saprà divertire i più piccoli ma anche emozionare i più grandi, rivelandosi esattamente per quello che è, un ottimo film dedicato e creato per tutte le famiglie.
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flyanto
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lunedì 8 gennaio 2018
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inseguendo la propria passione sin nel regno dei m
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A Natale puntualmente esce nelle sale cinematografiche un film cartoon per il pubblico dei più giovani o giovanissimi e quest'anno, per la precisione, "Coco" della Pixar.
Ambientato in Messico, la storia racconta di un ragazzino che ama ed è particolarmente dotato per la musica.
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A Natale puntualmente esce nelle sale cinematografiche un film cartoon per il pubblico dei più giovani o giovanissimi e quest'anno, per la precisione, "Coco" della Pixar.
Ambientato in Messico, la storia racconta di un ragazzino che ama ed è particolarmente dotato per la musica. Ma la sua famiglia, poichè generazioni addietro vi è stato un avo che abbandonò la propria consorte e la figlia piccola (la Coco del titolo) proprio per inseguire il suo sogno di diventare cantante e musicista, non approva affatto questa inclinazione e, pertanto gliela vieta. Il piccolo, nel giorno dei Morti che in Messico viene celebrato in maniera particolarmente sentita, decide di disobbedire al divieto impostogli e provare a partecipare ad un'audizione con la sua chitarra nella pubblica piazza del paese. Da questo momento per lui inizierà un'avventura fantastica che lo farà passare addirittura nel regno dei morti dove vivrà numerose esperienze che lo condurranno anche ad una verità mai conosciuta.....
Un film ricco di temi e molto ben rappresentato dal punto di vista sia della grafica che soprattutto della cultura e delle tradizioni messicane a noi così lontane e poco conosciute. Soltanto per come "Coco" è strato realizzato dal puntio di vista visivo vale già la pena di essere visto: il regno dei morti tanto profondamente sentito in Messico, viene in "Coco" così ben presentato, e pure in forma buffa, molto colorata e simpatica tale da non spaventare i più piccoli del pubblico, che rende perfettamente l'idea di popoli così diversi da noi. La storia, inoltre, pone l'accento sia sull'importanza di realizzare, nonostante gli ostacoli, i propri sogni e le proprie passioni, che soprattutto sul valore della famiglia, dei ricordi legati al passato insieme all'affetto sempre vivo dei propri avi che contribuiscono ad arricchire e legare tutti gli individui di uno stesso nucleo familiare. Un bel messaggio per pubblico dei più giovani che però induce a riflettere anche gli adulti ed, anzi, occorre specificare, che "Coco" è un cartoon, sicuramente molto più adatto e comprensibile ad un pubblico di ragazzini più grandi, come anche dei loro genitori che ben sapranno apprezzare, divertendosi, l'intero sviluppo e significato della vicenda.
Senza alcun dubbio consigliabile.
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tmpsvita
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lunedì 8 gennaio 2018
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un film con un'anima
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La Pixar torna dopo due sequel ("Cars 3" e "Finding Dory") con un film originale e il risultato, come lo è stato per "Inside Out" e per la maggior parte dei suoi film, è un vero successo.
Un successo non solo rilegato al box-office, settore nel quale è andato molto bene anche se avrebbe potuto fare meglio, ma soprattutto al consenso ricevuto dalla critica, che lo ha premiato con ottimi voti (81/100 su Metacritic) e splendide recensioni (addirittura 97% di critiche positive su Rotten Tomatoes), e dal pubblico, il quale gli attribuisce un altissimo voto su IMDb.
Ma nonostante tutti questi riconoscimenti il film non mi aveva affatto incuriosito, al tal punto che la mia visione sul grande schermo di Coco stava addirittura per non avvenire, ma per fortuna sono andato al cinema e alla fine ho visto questo meraviglioso film d'animazione di cui avevo sentito parlare fino alla nausea.
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La Pixar torna dopo due sequel ("Cars 3" e "Finding Dory") con un film originale e il risultato, come lo è stato per "Inside Out" e per la maggior parte dei suoi film, è un vero successo.
Un successo non solo rilegato al box-office, settore nel quale è andato molto bene anche se avrebbe potuto fare meglio, ma soprattutto al consenso ricevuto dalla critica, che lo ha premiato con ottimi voti (81/100 su Metacritic) e splendide recensioni (addirittura 97% di critiche positive su Rotten Tomatoes), e dal pubblico, il quale gli attribuisce un altissimo voto su IMDb.
Ma nonostante tutti questi riconoscimenti il film non mi aveva affatto incuriosito, al tal punto che la mia visione sul grande schermo di Coco stava addirittura per non avvenire, ma per fortuna sono andato al cinema e alla fine ho visto questo meraviglioso film d'animazione di cui avevo sentito parlare fino alla nausea.
Come tutti i prodotti Pixar il film può contare su di un'animazione straordinaria che, in questo caso, si fa notare in maniera corposa attraverso innumerevoli colori, delle bellissime luci che rendono giustizia a dei disegni definibili come opere d'arte.
Ma oltre all'incredibile fantasia sia nell'aspetto estetico che nel contenuto, ciò che rende "Coco" diverso da tutti gli altri film d'animazione, ma che lo accomuna a quelli del medesimo Studios, è che dentro di sé ha un'anima e lo si sente nelle risate del pubblico in sala ma anche nelle lacrime che alcune sue scene, di una bellissima, toccante e vera profondità, scaturiscono e negli occhi dei bambini che invece di chiacchierare come farebbero con qualsiasi altro tipo di film, rimangono lì in silenzio perché immersi in un sogno che li farà crescere, maturare e migliorare.
Un film di grande importanza morale e culturale, nonché politica (visti gli ultimi scontri tra USA e Messico), una Pixar che prende posizione e con molto coraggio e fantasia, esplora nuove storie, culture e "mondi".
Qualche pecca qua e là ma indubbiamente minori.
In generale, infatti, è uno dei più importanti e bei film d'animazione, e non solo, degli ultimi anni.
Voto: 8,5/10
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eleonorapanzeri
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martedì 9 gennaio 2018
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il prezzo del successo
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Miguel ha un sogno nel cuore, un richiamo irrefrenabile verso la musica. La sua numerosa famiglia tuttavia ha bandito quest’arte da generazioni. Nel giorno dei morti, molto sentito nei paesi messicani, Miguel decide a dispetto di tutto di esibirsi in un contest musicale nella piazza principale del suo paese. Le cose tuttavia non vanno come pianificato e Miguel rimasto senza strumento musicale decide di trafugare la chitarra del celebre musicista e suo idolo, Ernesto de la Cruz, attivando così una maledizione che lo porta nel regno dei morti. Un film d’animazione come non se ne vedono da tempo, divertente, originale e magnetico. Una storia che parla di valori e di sentimenti importanti, del peso ma anche dell’importanza della famiglia, di rancori, di sogni e di amori infranti, del legame profondo tra arte ed amore, della vera passione che non nasce dal mero consumismo ma da sentimenti puri come il profondo affetto tra un padre e una figlia.
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Miguel ha un sogno nel cuore, un richiamo irrefrenabile verso la musica. La sua numerosa famiglia tuttavia ha bandito quest’arte da generazioni. Nel giorno dei morti, molto sentito nei paesi messicani, Miguel decide a dispetto di tutto di esibirsi in un contest musicale nella piazza principale del suo paese. Le cose tuttavia non vanno come pianificato e Miguel rimasto senza strumento musicale decide di trafugare la chitarra del celebre musicista e suo idolo, Ernesto de la Cruz, attivando così una maledizione che lo porta nel regno dei morti. Un film d’animazione come non se ne vedono da tempo, divertente, originale e magnetico. Una storia che parla di valori e di sentimenti importanti, del peso ma anche dell’importanza della famiglia, di rancori, di sogni e di amori infranti, del legame profondo tra arte ed amore, della vera passione che non nasce dal mero consumismo ma da sentimenti puri come il profondo affetto tra un padre e una figlia. Un film sulla famiglia e per la famiglia in un epoca dove certi legami affettivi spesso si perdono sulla vanesia strada per il successo, che può rivelarsi triste, solitaria, ipocrita, sterile e crudele.
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annalisarco
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domenica 14 gennaio 2018
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quello spazio eterno tra musica e amore
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“Uniremo con le note il cuore e le anime” è la frase tratta da una delle canzoni presenti nel nuovo film di animazione Pixar che meglio racchiude il significato dell’intero lungometraggio.
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“Uniremo con le note il cuore e le anime” è la frase tratta da una delle canzoni presenti nel nuovo film di animazione Pixar che meglio racchiude il significato dell’intero lungometraggio. I legami profondi, quelli che vanno oltre la morte, che si costruiscono giorno dopo giorno nel corso della vita, che toccano – appunto – il cuore e l’anima, e che spesso vengono resi eterni da qualcosa di magico: la musica, l’unica lingua compresa da tutti, e per questo lo strumento più forte di unione. Non solo linguaggio, ma luogo intangibile in cui sembra fermarsi per sempre la verità, in cui i sentimenti più veri e profondi sembrano vivere per davvero, a volte più che nella vita stessa. Non ci sarebbe Coco senza la sua musica. Il nuovo lavoro targato Pixar ha già messo d’accordo tutti, e anche quest’anno è prevedibile la sua corsa (e la sua vittoria) verso la statuetta degli Academy. Questa volta lo scenario si sposta in Messico, nella cittadina di santa Cecilia, probabilmente per sfruttare al massimo il concetto quasi sacro di familia, tanto forte e presente in questa terra. Miguel Rivera è l’ultimo arrivato, figlio di generazioni di calzolai, che hanno intrapreso questa strada a seguito dell’abbandono da parte del marito di Imelda (trisavola di Miguel) in favore di una carriera da musicista. Da quel giorno la musica è stata bandita in casa Rivera, se non fosse che Miguel ama suonare la chitarra. Si esercita di nascosto, imparando da autodidatta a suonare uno strumento improvvisato seguendo e conoscendo alla lettera dei vecchi vhs del suo mito Ernesto de la Cruz, cantante e musicista scomparso da anni, la cui fama e ricordo sono ancora molto sentiti. Come ogni anno, si svolge il tradizionale Dìa de los Muertos, giorno in cui ogni membro della famiglia celebra il ricordo delle persone care scomparse, prepara delle offerte per loro, e cosparge la via di casa con dei petali di Cempasuchil (fiori di un arancione acceso realmente usati nella tradizione messicana) per indicare ai defunti la strada del ritorno. Miguel, a seguito di una discussione con la sua famiglia causata proprio dalla passione del ragazzo per la musica, si ritrova protagonista di un’avventura proprio nel mondo dei morti. Conoscere il passato per capire il presente, per sapere chi siamo: questo è quello che succede a Miguel, intrappolato nel mondo dei morti, coloro che non sono stati dimenticati, e che per una notte possono attraversare il ponte ricoperto di foglie che li porta indietro dai loro cari. Chi è stato dimenticato, però, non può più tornare indietro, e pian piano è costretto a svanire. Ci sono varie tematiche forti in questo film che sempre di più sembra discostarsi dai target delle fiabe disneyiane e spostarsi verso un pubblico di età più adulta. La sottile linea di confine tra la vita e la morte, è uno dei temi più presenti: vivere seguendo delle convinzioni, dando fermamente importanza a qualcosa che d’un tratto non ha più alcun valore. Seguire regole o restrizioni che alla fine, quando passi il ponte, non hanno più alcun senso o importanza. Seguire invece le passioni, quelle forti, come la musica è per Miguel. Avere qualcuno su cui poter contare sempre e senza alcun dubbio, perchè quando il corpo non ci sarà più, la persona resterà in vita attraverso l’amore e il ricordo. Saremo tutti mucchietti di ossa un giorno, è vero, ma ciò che conterà sarà soltanto quello che abbiamo dato in vita, sia alle persone che ci sono state vicine, sia a quelle più lontane e che forse non conosceremo mai. Come è stato per la famiglia Rivera, che da generazioni tramanda il rispetto e l’amore per una cosa sola, la famiglia. Tante cose cambiano nel corso della vita, ma i ricordi restano. Un viso, una voce, un sentimento, una canzone. Una di queste cose resta sempre, ci accompagna fino all’ultimo giorno e non smette mai di fare il suo dovere: farci sorridere. Le persone care non ci lasciano mai del tutto, vivono nei nostri ricordi. Oltre alle tematiche, Coco si avvale di una tecnica di animazione computerizzata sempre più dettagliata nella mimica dei personaggi (meravigliosamente descritta dal viso di Miguel la sensazione di pura tranquillità e naturalezza del ragazzo quando per la prima volta mostra a noi spettatori il suo mondo, fatto soltanto di lui e delle sue dita che sfiorano le corde della chitarra che si è maldestramente – ma egregiamente – costruito), nella loro interazione, nella creazione di ambientazioni fantastiche e nella colorazione vivisa e incantevole. Anche la scelta di colori vivi e luminosi non è stata lasciata al caso, ma presa proprio per dare risalto alla credenza pixariana presentata in questo film, ovvero che c’è vita dopo la morte. Un luogo in cui la vita continua, in cui puoi ancora essere chi sei, oppure, avere il tuo riscatto se la vita non ti ha permesso di farlo. E non si tratta solamente di una idea pixariana, bensì della stessa festa dei morti che si svolge in Messico, e che è una vera e propria celebrazione della vita: colori, musica, maschere, offerte e cibo. Non c’è spazio per la tristezza, nè in vita nè dopo la morte. Tutto è un passaggio positivo, sta a noi coglierne il meglio. E per farlo, non si può che fare una cosa: essere sè stessi e seguire la propria strada, che può essere dettata soltanto da ciò che hai dentro. Questa è l’incrollabile convinzione di Miguel, il ragazzino che ha saputo imparare e allo stesso tempo insegnare qualcosa alla sua famiglia. E forse anche a noi.
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felicity
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venerdì 28 maggio 2021
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divertente appassionante sorprendente commovente
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Coco sembra Up a ruoli invertiti, dove il protagonista non è un anziano supportato da un ragazzino, ma un ragazzino che ha in una nonna anziana l'unico seppur passivo supporto; dove al centro del discorso non c'è solamente il tentativo di riappropriarsi della propria vita e del suo senso profondo, ma la voglia di riportare l'attenzione sul più grande rimosso delle società occidentali di oggi, ossessionate dalla giovinezza a tutti i costi: la morte.
Un Inside Out trascendentale, dove a raccontare di ricordi e memoria, e prendere forma coloratissima, innovativa e sorprendente, non è la psiche di un personaggio, ma un oltretomba pirotecnico e psichedelico, e soprattutto filosofico.
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Coco sembra Up a ruoli invertiti, dove il protagonista non è un anziano supportato da un ragazzino, ma un ragazzino che ha in una nonna anziana l'unico seppur passivo supporto; dove al centro del discorso non c'è solamente il tentativo di riappropriarsi della propria vita e del suo senso profondo, ma la voglia di riportare l'attenzione sul più grande rimosso delle società occidentali di oggi, ossessionate dalla giovinezza a tutti i costi: la morte.
Un Inside Out trascendentale, dove a raccontare di ricordi e memoria, e prendere forma coloratissima, innovativa e sorprendente, non è la psiche di un personaggio, ma un oltretomba pirotecnico e psichedelico, e soprattutto filosofico.
Coco è tutto questo, e molto di più: probabilmente il più commovente e intenso film della Pixar. Coco è un costante gioco di prestigio, che lascia a bocca aperta con le sue trovate e la sua storia.
Coco è in bilico tra il mondo dei vivi e quello dei morti, tra l'importanza dei legami di sangue e del loro retaggio e l'urgenza di non farsene schiacciare. Tra la storia del dodicenne Miguel che sogna di diventare musicista in una famiglia dove la musica è stata bandita, e quella di Hector, spirito dell'oltretomba che rischia di svanire per sempre, nel nulla, perché nessuno si ricorda più di lui. Nemmeno, forse, sua figlia.
Nel Dia de Los Muertos, per inseguire il suo sogno e fuggire da chi glielo vuol negare, il primo finirà nel Regno dei morti, rischiando di rimanervi intrappolato; sarà il secondo ad aiutarlo, in cambio della promessa di farlo ricordare ancora, dando così il via a una sarabanda di peripezie che porterà entrambi a rimettere in prospettiva molte cose e a fare scoperte incredibili.
E' un film visivamente sorprendente, certo. Il modo in cui gli scheletri sono animati ha del geniale; la rappresentazione dell'Oltretomba vale le architetture della mente di Inside Out; la tonalità arancione dominante è un piacere per gli occhi.
Unl film divertente e appassionante e fruibile anche dai bambini. Ma tutto questo gli adulti rischiano di vederlo attraverso un velo di lacrime, perché Coco è un film capace di commuovere.
Da sottolineare la straordinaria capacità di Coco di trascinare nel racconto, di coinvolgere l'emotività, non solo per il gusto di poter commuovere, ma per meglio innestare della testa e nel cuore di chi guarda quello che più gli interessa.
Coco parla di cose di cui oggi si parla pochissimo, o troppo e con abuso di retorica spesso e volentieri ideologica, perdendo di vista il lato umano delle cose e il buon senso che dovrebbe essere alla base di ogni comportamento e considerazione.
Coco parla della vita di fronte alla morte, dell'importanza della memoria, del ricordo, delle radici, dell'appartenenza a qualcosa che non è solo sangue, ma storia condivisa.
Parla, ancora, della possibilità (troppo spesso raccontata invece come impossibilità) di conciliare le passioni singolari e le esigenze di un gruppo, il rispetto per i legami familiari e per la tradizione con la necessità di evolvere e crescere e vivere liberi da legacci e imposizioni, la realizzazione personale e gli affetti familiari. Parla di come tradizione e progresso possano essere l'una il sostegno dell'altro.
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