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Lucia Mascino: «Gli amori imperfetti sono una realtà della vita»

L'attrice racconta la sua esperienza sul set di Amori che non sanno stare al mondo di Francesca Comencini. Ora al cinema.
di Enrico Magrelli

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Lucia Mascino (47 anni) 27 gennaio 1977, Ancona (Italia) - Acquario. Interpreta Claudia nel film di Francesca Comencini Amori che non sanno stare al mondo.
giovedì 30 novembre 2017 - Incontri

Tra Claudia e Flavio l'amore è evaporato, svanito. I due protagonisti del film di Francesca Comencini, Amori che non sanno stare al mondo (guarda la video recensione), in modo diverso, si trovano su un campo di battaglia nel quale tattiche e strategie non hanno più valore. Tra i fumi emotivi delle "macerie" e delle rovine di una catastrofe affettiva, le parole per contenere, decifrare, interpretare il vuoto e il silenzio assordante di un finale di partita amorosa non bastano mai. Le ragioni e i torti sono una partita a scacchi.

"Tra sorriso e riflessione, Amori che non sanno stare al mondo è una commedia che sa guardare oltre la superficie delle sempre più complesse relazioni amorose".
Dalla recensione di Giancarlo Zappoli, MYmovies.it

Perché l'amore-passione-ossessione del tuo personaggio non riesce a stare al mondo?
La prima scintilla d'amore nasce durante una conferenza universitaria. Sono già destinati ad innamorarsi e non lo sanno. Guerreggiano e si amano fin dal primo istante. L'amore non finisce ma non trova il modo di adeguarsi alle regole del mondo. Nessuno dei due cede: lui si spaventa e fa la sua scelta. Lei non l'accetta. Forse è più una guerra di ruoli che di sentimenti. Ho letto da qualche parte che questo film è una grandissima lezione di conquista dell'emancipazione ma anche di quanto si possa ridere dell'intelligenza. Credo sia vero.

Il mal d'amore, gli amori imperfetti sono una realtà della vita di ognuno di noi o un fantasma preso in prestito dalla letteratura, dal cinema, dalle nostre fantasie?
Sono una realtà della vita e abitano in tante pagine della letteratura perché fortunatamente qualcuno ha saputo portare quel dolore a qualcosa di universale dove riconoscersi e farsi cullare. 


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In foto Lucia Mascino.
In foto Lucia Mascino.
In foto Lucia Mascino.

Ci parli dell'incontro, secondo me prezioso, tra l'attrice Lucia Mascino e Claudia, la protagonista del film?
Sapevo che la sceneggiatura era tratta da un libro ispirato a una storia vera. Questa consapevolezza mi ha subito commossa e mi ha obbligata ad avvicinarmi alla storia in punta di piedi. Con grande rispetto poiché si raccontava, con intelligenza e ironia, del dolore provocato dalla fine di una vicenda, un'esperienza amorosa. Mi sono affiancata al personaggio. Ho cercato di guardare la vicenda, la sofferenza, la presunta impossibilità di un distacco dal punto di vista di Claudia. Ho cercato di identificarmi con il suo sguardo sulla realtà emotiva che sta vivendo, mi sono sforzata di capire le sue frasi non per recitarle ma per usarle come porticine d'ingresso per accedere nello spazio, ampio, dilatato, contraddittorio, dei suoi pensieri, scivolando nei tanti stati d'animo che si susseguono nel racconto. 

"Sono stata folgorata dalla sceneggiatura perché mi faceva ridere. E, nello stesso tempo, condividevo profondamente quel ragionamento sui sessi e sulle loro relazioni. Un copione che mi ha dato una sensazione di euforia per l'intelligenza con cui venivano raccontate scene reali e scene che lei, Claudia, immagina nel suo fantasticare e peregrinare tra un sentire viscerale e una razionalità messa a disposizione del cuore".

Come è stata preparata, definita, raffinata la tua protagonista prima delle riprese?
Ho impiegato mesi. La fortuna di avere alcuni mesi a disposizione tra la lettura del copione e l'inizio delle riprese è stata fondamentale. L'immersione richiedeva tanto tempo e lo sapevo. Ho comprato un libro di filologia romanza e ho scoperto quanto fosse appassionante. Ma questo è stato solo un dettaglio. Volevo trovare qualcuno con cui parlarne in segreto senza iniziare ufficialmente le prove. Volevo discutere così tanto del personaggio per farlo esistere, almeno ai miei occhi, come una persona reale.
Ho passato una decina di giorni, nei ritagli di tempo, a leggere lentamente la sceneggiatura con un coach americano che si chiama Michael Margotta. Erano incontri serali quando finiva di lavorare. Suo figlio era, allora, piccolissimo. Erano sedute strane: io non parlo bene l'inglese e lui male l'italiano: Così il dialogo era a tre con il coinvolgimento della sua compagna, Elena, che è un'attrice e che partecipava e contribuiva alla lettura. Parlavamo a bassa voce, mangiavamo insieme e cullavamo il bambino. 
Poi ho avuto mesi in cui ho continuato da sola a pensare alla storia del film mentre ero in autobus o ero impegnata in altre cose della vita quotidiana: all'improvviso avevo un'intuizione su una frase. A volte, mentre mi accadeva qualcosa di rilevante dal punto di vista emotivo, mi schieravo con le ragioni di Claudia. Un mese prima delle riprese abbiamo iniziato ad incontrarci con Francesca Comencini e Thomas Trabacchi: le prove con loro sono state fondamentali. Siamo entrati nello specifico e nelle sfumature di alcune scene che abbiamo a volte, ma raramente, cambiato. Abbiamo parlato molto, ascoltato musiche, fumato sigarette, riso. 

Sarà poi vero, come ci raccontano alcuni libri, che alcuni uomini e donne amano troppo o soprattutto male?
Come diceva Georg Büchner ogni uomo è un abisso. Vengono le vertigini a guardarci dentro.


RECENSIONE

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