A Ciambra

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vanessa zarastro mercoledì 30 agosto 2017
come si diventa grandi a ciambra Valutazione 4 stelle su cinque
92%
No
8%

Ciambra è una piccola comunità Rom calabrese insediatasi nella via omonima alla periferia di Gioia Tauro, e Jonas Carpignano è il trentatreenne regista che ha scelto di vivere in quella zona e di raccontare le loro condizioni di vita. Il film, di fatto, fornisce l’occasione di uno slice of life anche su varie comunità che vivono in quel contesto, e sulla problematica dei loro rapporti. La storia narrata dal film è quella dell’iniziazione del quattordicenne Pio Amato, che diventerà adulto attraverso una serie di prove. La famiglia Amato è una grande famiglia Rom, una fra tante, che vive in una condizione marginale. I bambini non sanno leggere, non frequentano la scuola ma “a tre anni sanno già cambiare una gomma da soli e a 11 guidare un camion” come racconta il giovane regista Carpignano presente all'anteprima dell'Arena Nuovo Sacher per introdurre insieme a Nanni Moretti il film. [+]

[+] critica inesistente. (di oldgianpaolo)
[+] scrivere bene (di angeloumana)
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evak. giovedì 12 ottobre 2017
un pò più in là Valutazione 3 stelle su cinque
89%
No
11%

È un film imperfetto, perchè non parla nè vuole tendere alla perfezione. Non ci sono artifizi scenografici, nè emotivi. Non c'è quell'impressionante bellezza, più comunemente chiamata estetica, che toglie spazio ai personaggi.
C'è una narrazione senza sofismi nè particolari accenti. Ci sono quelli che sono un pò più in là di chi guarda, di chi li osserva, di chi li dimentica. Ci sono "i diversi". E fra "i diversi" ci sono gli altri "diversi". E poi ci sono le distanze tra tutti i "diversi", osservatori compresi. Distanze culturali, emotive. Distanze dei natali. [+]

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eugenio sabato 23 dicembre 2017
coraggioso anti-romanzo di formazione calabrese Valutazione 4 stelle su cinque
75%
No
25%

Inizia con il livore di un cielo grigio, il cupo incedere della macchina da presa su una steppa su cui si stagliano verdi montagne.  Poi un uomo ripreso di spalle dinanzi a un cavallo immobile nell’erba. L’uomo si appoggia alla testa del cavallo e ne accarezza teneramente la criniera.
Non è l’Anatolia o la Russia di un cinema di autore ma la Calabria di Gioia Tauro, crocevia di comunità rom, africane e italiane, lo sfondo di questa pellicola.
Cronache di povere memorie di raccoglitori di arance, di pomodori nella piana tra Rosarno e Gioia, sfruttamento e lavoro nero, illegalità bruciante in un’Italia piegata dalla manodopera clandestina e da tanta connivenza. [+]

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ennio domenica 12 agosto 2018
"leggimelo tu, io non so leggere" Valutazione 4 stelle su cinque
75%
No
25%

Bell'esperimento neorealista, che funziona in virtù dell'esotismo del soggetto. Chi di noi guarderebbe/passerebbe un paio d'ore in compagnia degli zingari? Quasi nessuno, ovvio. Invece la forma filmica scelta dalla regìa, mezzo documentario mezza fiction, rende lo spettatore partecipe del modus vivendi di questa comunità così particolare.
Mi è piaciuto molto il protagonista, pur non essendo attore professionista. E' efficace e a tratti tragicomica e coinvolgente la maschera di Pio Amato, ragazzino fragile, un pò timido con le ragazze e con un'ansia erotica di diventare uomo come i fratelli e gli amici più grandi che adora. [+]

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fabiofeli giovedì 31 agosto 2017
carpignano, un regista nato imparato Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

Pio Amato (interpretato da lui stesso) ha 13 anni; vive con una ampia famiglia Rom in una periferia di una periferia, a Ciambra, ai margini di Gioia Tauro. Il passato familiare affiora solo nei sogni di Pio, quando –racconta il nonno – loro erano  “liberi e contro tutti”, a girare con un cavallo per il mondo. Oggi l’incastro è vivacchiare di furti di auto e valigie, raccogliere ferro e rame, rubare energia elettrica con un filo collegato alla rete pubblica. Ogni tanto si verifica un assalto con bottiglie incendiare da parte di razzisti locali e una perquisizione della polizia. Solo la comunità africana lì vicino, i “marocchini” come li chiamano i Rom, sembra condurre una vita più miserabile, ma per altro molto più spensierata. [+]

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nelmatt sabato 25 agosto 2018
semplicemente la storia di pio Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

Pio è un ragazzino che vive in un campo rom di Gioia Tauro con la sua numerosa famiglia. Sono zingari italiani, parlando dialetto reggino e sono criminali.
Quando suo padre e suo fratello vengono arrestati, sente che è giunto il momento di occuparsi della famiglia. Gli brucia dentro quella voglia adolescenziale di prendrsi il proprio posto nel mondo, che nel suo caso è un mondo che sta ai margini.
Il film non inscena nessuna impresa criminale rocambolesca e  poco credibile in stile crime americano, segue semplicemente il percorso di crescita di un Pio. Che inizia a fare i suoi primi affari, a muoversi da solo e a dover prendere decisioni per niente da ragazzini. [+]

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fabio giovedì 5 luglio 2018
il verismo da solo non basta. sopravvalutato. Valutazione 2 stelle su cinque
33%
No
67%

Film deludente nel complesso. Passi per gli interpreti: non sono attori professionisti e non si può pretendere troppo.
Il ritmo manca: il film a tratti si trascina in modo stanco e in certi momenti annoia veramente.
Manca la capacità di raccontare: la storia risulta banale, scontata nel suo svolgersi, a volte persino ingenua o poco verosimile.
Ero curioso di vedere il film che ha rappresentato l'Italia agli Oscar; oggi mi domando se non ci fosse nulla di meglio.

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massimotorre mercoledì 6 settembre 2017
a ciambra film di rara bellezza Valutazione 5 stelle su cinque
33%
No
67%

  A CIAMBRA DI JONAS CARPIGNANO E' UN FILM DI RARA BELLEZZA.
 
Bellezza formale. Dello sguardo potente del regista, del suo personale, originale, linguaggio cinematografico. Iperrealisticoimpressionista. Bellezza della cruda natura umana. Bellezza drammaturgica. Bellezza dello scavo alla ricerca di una rivelazione. Bellezza poetica. Bellezza irresistibile dei personaggi. Di un film che lascia senza fiato. Dall'inizio alla fine. Bellezza del Cinema quando risponde alla sua vocazione. Finalmente!!

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